Parti variabili del discorso , i pronomi assolvono assolve la funzione di "sostituente": sono utilizzati principalmente pe...
Anche se questa parte del discorso serve parecchio, è una tra le più critiche di tutta la grammatica, in quanto soggetta a non pochi cambiamenti; pensate, per esempio, alla sostituzione di "lei" e "loro" con "gli", tendenza approfondita nelle pagine del blog Sul Romanzo nell'articolo Le svolte dell'italiano neostandard: un democratico "connubio"
1. Caratteristiche generali del pronome
Le seguenti frasi rendono più chiara la trattazione dell'argomento:
(1) Ho incontrato Marco e a Marco ho dato il libro
(2) Ho incontrato Marco e a lui ho dato il libro
(3) Ho incontrato Marco e gli ho dato il libro
La prima "suona" sicuramente peggio rispetto alle seconde due; questo perché l'utilizzo dei pronomi "lui" e "gli" ha permesso di evitare la cosiddetta "cacofonia" - dal greco "cattivo suono" - derivante, in molti casi, dalla ripetizione della stessa parola (in questo caso, il nome proprio "Marco") frequentemente.
2. Pronomi personali con funzione di soggetto
La distinzione dei pronomi avviene in base alla funzione che svolgono. Qui tratteremo in modo approfondito quelli personali, non solo perché molto più importanti rispetto ad altre sottocategorie, ma anche perché piuttosto difficili da "gestire". Li distinguiamo in pronomi soggetto e pronomi complemento. I primi non hanno mai dato problemi: "io" "tu" "egli/ella" "noi" "voi" "essi/esse" vengono utilizzati in base al soggetto - da qui il nome - che compie l'azione; si trova in un particolare stato d'animo e via dicendo.
La distinzione dei pronomi avviene in base alla funzione che svolgono. Qui tratteremo in modo approfondito quelli personali, non solo perché molto più importanti rispetto ad altre sottocategorie, ma anche perché piuttosto difficili da "gestire". Li distinguiamo in pronomi soggetto e pronomi complemento. I primi non hanno mai dato problemi: "io" "tu" "egli/ella" "noi" "voi" "essi/esse" vengono utilizzati in base al soggetto - da qui il nome - che compie l'azione; si trova in un particolare stato d'animo e via dicendo.
3. Pronomi personali con funzione di complemento
Per i secondi, invece, il discorso è più complesso. La funzione che svolgono non è quella di soggetto, ma di complemento. Partiamo dalle frasi precedenti:
Per i secondi, invece, il discorso è più complesso. La funzione che svolgono non è quella di soggetto, ma di complemento. Partiamo dalle frasi precedenti:
(1) Ho incontrato Marco e a Marco ho dato il libro
(2) Ho incontrato Marco e a lui ho dato il libro
(3) Ho incontrato Marco e gli ho dato il libro
In (2) "lui", preceduto da "a", corrisponde al complemento di termine (a chi ho dato il libro? A Marco). Diciamo, quindi, che lui è pronome personale con funzione di complemento. E la (3), allora, perché sembra assolvere la stessa funzione? Semplicemente perché anche "gli" è pronome personale e ha la stessa funzione logica (gli = a lui).
4. Pronomi personali atoni e tonici
La differenza sta in un fatto di prosodia: il suono prodotto da "lui" è un suono forte; quello prodotto da "gli" è un suono debole. Nel primo caso, parliamo di "pronomi tonici"; nel secondo, di "pronomi atoni". In presenza di pronome atono - quindi di "gli" - l'accento "slitta" sulla parola successiva. Cosa che non accade per quello tonico.
Queste premesse ci permettono di fare delle considerazioni sulla posizione dei pronomi nella frase. Mi spiego meglio con queste proposizioni:
La differenza sta in un fatto di prosodia: il suono prodotto da "lui" è un suono forte; quello prodotto da "gli" è un suono debole. Nel primo caso, parliamo di "pronomi tonici"; nel secondo, di "pronomi atoni". In presenza di pronome atono - quindi di "gli" - l'accento "slitta" sulla parola successiva. Cosa che non accade per quello tonico.
Queste premesse ci permettono di fare delle considerazioni sulla posizione dei pronomi nella frase. Mi spiego meglio con queste proposizioni:
(1) Ti amo
(2) Amo te
(3) Ti voglio
(4) Voglio te
Non è difficile notare che l'atono, in entrambe le frasi, ha bisogno di precedere la parola - non avremmo mai potuto scrivere *amo ti. Il tonico, invece, la segue, perché per "esserci fonicamente" non ha bisogno di una parola: può stare benissimo da sé; senza appoggiarsi, quindi, ad altri suoni: ecco perché sintagmi come *te voglio sono in linea di massima sbagliati.
5. I pronomi gli/le non sono intercambiabili
La questione più complessa arriva adesso ed è stata già accennata, tra l'altro, in un intervento precedente sui tratti dell'italiano neo-standard. Molto spesso, accade di leggere frasi come:
La questione più complessa arriva adesso ed è stata già accennata, tra l'altro, in un intervento precedente sui tratti dell'italiano neo-standard. Molto spesso, accade di leggere frasi come:
(1) *A Maria ho dato il libro e gli ho anche dato il quaderno
(2) *Ho chiamato mamma e gli ho detto di venire subito qui
La seconda parte della proposizione - la coordinata introdotta da "e" congiunzione coordinante - è sbagliata: il pronome personale complemento "gli" sostituisce un referente di genere maschile e non femminile. Errori di questo tipo sono diffusissimi: accettabili nel parlato - ma solo in contesti informali - sono assolutamente da evitare nello scritto e in conversazioni più controllate (evitarle completamente, comunque, sarebbe meglio). Alcuni lo giustificano anche in quest'ultimo caso, forse non dimentichi del fatto che autori del passato utilizzavano indistintamente "gli". Si pensi, per esempio, a Jacopo Sannazzaro, autore del romanzo pastorale L'Arcadia. La lingua, però, si evolve e forme del genere oggi risultano davvero orrende.
Correggendo, quindi, avremo:
(1a) A Maria ho dato il libro e le ho anche dato il quaderno
(2b) Ho chiamato mamma e le ho detto di venire subito qui
6. I pronomi personali lo/gli la/le
I pronomi complemento possono anche svolgere la funzione di oggetto. In tal caso, non vanno assolutamente confusi con i precedenti. Consideriamo queste frasi:
I pronomi complemento possono anche svolgere la funzione di oggetto. In tal caso, non vanno assolutamente confusi con i precedenti. Consideriamo queste frasi:
(1) Ho iniziato a comporre il pezzo, ma non sono riuscito a finirlo
(2) Ho comprato la farina, ma non la userò
(3) Ho studiato i poeti del Novecento, ma ora non li ricordo
Volendo esplicitare la funzione logica dei pronomi, avremo:
(1) Ho iniziato a comporre il pezzo, ma non sono riuscito a finire il pezzo
(2) Ho comprato la farina, ma non userò la farina
(3) Ho studiato i poeti del Novecento, ma ora non ricordo i poeti del Novecento
"Lo" di "finirlo", "la" della seconda frase e "li" della terza rappresentano un complemento oggetto (Non sono riuscito a finire che cosa? Il pezzo; cosa non userò? La farina; cosa non ricordo? I poeti del Novecento). Alla terza persona, dunque, la differenza è davvero evidente. "Gli" e "le" indicano "a lui" e "a lei"; "la" e "lo", invece, "lui" e "lei". Ecco perché errori del genere vanno assolutamente evitati: i due tipi di pronome, infatti, hanno una funzione logica completamente diversa.
Questi esercizi svolti di grammatica vi chiariranno ancor di più le idee.