Individuare il dittongo , il trittongo e lo iato non è semplice, ma è indispensabile per una corretta divisione in sillabe . L'argome...
Individuare il dittongo, il trittongo e lo iato non è semplice, ma è indispensabile per una corretta divisione in sillabe. L'argomento di grammatica italiana affrontato in questa pagina riguarda quel sottosistema della lingua che chiamiamo "fonetica", che interessa la produzione e la percezione dei suoni. Partiamo da semplici considerazioni sulle vocali, visto che dittonghi, trittonghi e iati interessano queste e non le consonanti: va da sé che le vocali della lingua italiana non accentate sono cinque - a e i o u - e che a e o sono vocali aspre; i u, invece, sono vocali dolci. La differenza tra le une e le altre sta nella loro intensità : le prime sono pronunciate in modo più forte rispetto alle seconde.
Date le seguenti parole:
(A) Maurizio
(B) Uova
(C) Ieri
(D) Lei
(E) Aiuola
(F) Maria
(G) Poeta
Le dividiamo in quattro gruppi:
- Primo gruppo: (A) e (D) sono parole in cui le vocali dolci seguono quelle aspre (in Maurizio, u segue a; in lei, i segue e);
- Secondo gruppo: (B) e (C), invece, presentano una distribuzione diversa: le vocali dolci infatti precedono quelle aspre (in uova, u precede o; in ieri, invece, i precede e);
- Terzo gruppo: (E) presenta due vocali dolci che, vicine tra loro, precedono una vocale aspra;
- Quarto gruppo: (F) e (G) sono parole in cui si incontrano una vocale dolce accentata con una aspra (Maria) e due vocali aspre (poeta);
Ognuno di questi gruppi rappresenta casi diversi:
- Il primo e il secondo gruppo presentano dittonghi, che, tecnicamente, consistono nell’incontro tra una vocale aspra e una vocale dolce non accentata. Se la vocale dolce segue quella aspra (Maurizio, lei), avremo un dittongo discendente; se, invece, la precede (uova, ieri), è un dittongo ascendente.
C’è da fare una ulteriore precisazione: il dittongo può formarsi anche dall’incontro di due vocali dolci, che, anche se accentate, possono formare un dittongo (si pensi a guida).
Facciamo altri esempi:
(A) Fiato (dittongo ascendente: i precede a);
(B) Aria (dittongo ascendente: i precede a);
(C) Gioco (dittongo ascendente: i precede o);
(D) Caio (dittongo ascendente: i precede o nella parola divisa in Ca.io)
(E) Cauto (dittongo discendente: u segue a );
(F) Gaudio (dittongo discendente in Gau + dittongo ascendente in io)
- Il terzo gruppo ci permette di individuare un trittongo. I trittonghi della lingua italiana sono costituiti dall’incontro, all’interno di una sola sillaba, tra due vocali dolci e una vocale aspra. L’ordine varia, ovviamente. I possibili casi di trittongo, infatti, sono parecchi: - /ià i/ - /ièi/ - /iòi/ - /uà i/ - /uèi/ - /uòi/ - /iuò. Ecco alcuni esempi:
(A) Miei
(B) Guai
(C) Tuoi
(D) Aiuola
- Il quarto gruppo, infine, è costituito da parole che contengono iati, vale a dire separazione di due vocali aspre; queste vocali, infatti, non possono mai incontrarsi. Ovviamente, anche una vocale dolce, se accentata, va considerata aspra. Ecco perché nella parola Maria non c'è un dittongo (i precede a), ma uno iato: i, infatti, è accentata.
Terminiamo, per completezza, con un glossario:
- Approssimanti: la /i/ e la /u/ in alcune parole vengono pronunciate come /j/ e /w/; è come se il loro suono fosse incompleto, a metà tra consonante e vocale; leggete ad alta voce le seguenti parole con dittonghi e trittonghi e capirete a cosa faccio riferimento: miei, tuoi, aiuola, uova, ieri, chiesa, chiave.
- Semiconsonante: la /j/ e la /w/ quando precedono una vocale tonica. Esempio: piede. Ci troviamo dinanzi a un caso di dittongo ascendente; deduciamo, quindi, che tutte le i e le u in un dittongo di questo tipo sono semiconsonanti. Sono solo queste a far parte del gruppo delle approssimanti.
- Semivocale: la /i/ e la /u/ quando seguono una vocale tonica. Esempio: Maurizio. Il dittongo è discendente. Vale la considerazione fatta prima, però al contrario: in un dittongo discendente i e u sono semivocali.