Guida semplice ma completa agli avverbi nella grammatica italiana: classificazione, esempi ed esercizi su una parte del discorso da non sottovalutare
In grammatica italiana gli avverbi rappresentano una parte invariabile del discorso che modifica o meglio caratterizza altre parti del discorso: la scheda didattica che vi proponiamo oggi vuole essere una sintesi facile e intuitiva, oltre che completa, di tutti gli argomenti che abbiamo tratto finora; troverete, in effetti, link ad approfondimenti ed esercizi, a chiarimenti ed esempi: insomma, a tutto ciò che potrebbe rendervi più chiare le idee.
Partiamo da una curiosità : la grammatica degli antichi considerava avverbi soltanto quelle parole che modificavano il verbo (di qui, infatti, il nome AD-VERBUM 'che si colloca presso il verbo'); la nostra analisi grammaticale, invece, non può prescindere dal fatto che tale parte del discorso aggiunge informazioni non solo a verbi, ma anche a nomi, aggettivi e persino intere frasi. Ecco qualche esempio:
Partiamo da una curiosità : la grammatica degli antichi considerava avverbi soltanto quelle parole che modificavano il verbo (di qui, infatti, il nome AD-VERBUM 'che si colloca presso il verbo'); la nostra analisi grammaticale, invece, non può prescindere dal fatto che tale parte del discorso aggiunge informazioni non solo a verbi, ma anche a nomi, aggettivi e persino intere frasi. Ecco qualche esempio:
(A) Non hai studiato abbastanza per quell'esame - avverbio che modifica il verbo;
(B) La tua dieta è troppo squilibrata - avverbio che modifica l'aggettivo;
(C) Indubbiamente, ha fatto un bellissimo esame - avverbio che modifica l'intera frase;
(D) Questa musica è molto anni Venti - avverbio che modifica il nome.
Quando utilizziamo il verbo "modificare", ovviamente, lo facciamo in modo improprio, poiché in diversi casi l'avverbio non modifica, ma specifica e meglio caratterizza la parte del discorso a cui fa riferimento. Va detto sin da subito, inoltre, che l'avverbio - come nomi, aggettivi, verbi etc - può anche presentarsi nella forma di avverbio sostantivato, come in "decido io il dove, il come e il quando".
Quando utilizziamo il verbo "modificare", ovviamente, lo facciamo in modo improprio, poiché in diversi casi l'avverbio non modifica, ma specifica e meglio caratterizza la parte del discorso a cui fa riferimento. Va detto sin da subito, inoltre, che l'avverbio - come nomi, aggettivi, verbi etc - può anche presentarsi nella forma di avverbio sostantivato, come in "decido io il dove, il come e il quando".
Classificazione degli avverbi
Cerchiamo di capire quanti e quali tipi di avverbio possono essere individuati, in base all'informazione di cui tale parte del discorso è portatrice; distinguiamo, a questo scopo:
- L'avverbio di modo, che indica come un'azione viene svolta (è anche definito "avverbio qualificativo") e può introdurre un complemento di modo; le seguenti frasi dovrebbero rendere più chiaro il concetto:
- "Questa cosa non è stata fatta bene!"
- "Ha svolto la verifica correttamente".
- "Andava piano sulla strada ghiacciata".
- "Non ci credi, vero?"
- "Sì, voglio questo"
- "Forse non torno"
- L'avverbio di tempo, che fa riferimento al tempo di svolgimento di un'azione e può introdurre un complemento di tempo determinato; ecco alcune frasi e brevi periodi:
- "Questa cosa non è stata fatta oggi, ma ieri!"
- "Prima si comporta male, poi chiede scusa".
- "Ho saltato spesso le lezioni".
- L'avverbio di luogo, che specifica non solo il luogo dell'azione, ma anche la collocazione di un oggetto nello spazio e la sua distanza rispetto a chi ascolta; ricordandovi che può introdurre un complemento di luogo, ecco alcuni esempi:
- "Questa cosa è stata fatta qui, non là !"
- "Non ci vado, ovviamente".
- "Lì non c'è spazio per te".
- L'avverbio di quantità indica una quantità non precisa; alcuni esempi renderanno senz'altro più chiaro il concetto:
- "Questa cosa è meno bella di quella".
- "La ritengo più carina dell'altra, ma non mi piace".
- "Troppo cara, mi dispiace".
- L'avverbio interrogativo, che introduce una interrogativa diretta e non va confuso con la congiunzione subordinante della indiretta (in "vengo quando me lo dici", "quando" non è avverbio ma congiunzione); qui di seguito, delle frasi:
- "Perché non hai fatto questa cosa?"
- "Quando posso venire da te?"
- "Come hai svolto l'esercizio, secondo te?"
- L'avverbio esclamativo, che introduce una esclamazione e può essere rappresentato dalle stesse parole che rientrano nella categoria di avverbi interrogativi; ancora degli esempi:
- "Ma quanto mangi!"
- "Come è possibile una cosa del genere!"
- "Ma quando mai!"
- L'avverbio presentativo, che presenta un evento ed è rappresentato solo da "ecco"; basti pensare alla frase: "Eccolo qui! Finalmente!".
La classificazione dell'avverbio avviene anche in base alla sua struttura interna, che ci permette di individuare avverbi semplici, composti, derivati e, infine, locuzioni: a livello teorico, è importante saper distinguere gli uni dagli altri, anche per avere una maggiore consapevolezza dell'evoluzione della lingua italiana; a tal proposito, questa guida alle differenze vi sarà senz'altro utile.
La classificazione dell'avverbio avviene anche in base alla sua struttura interna, che ci permette di individuare avverbi semplici, composti, derivati e, infine, locuzioni: a livello teorico, è importante saper distinguere gli uni dagli altri, anche per avere una maggiore consapevolezza dell'evoluzione della lingua italiana; a tal proposito, questa guida alle differenze vi sarà senz'altro utile.
Gradi di comparazione dell'avverbio
Sempre a livello morfologico - quindi rispetto alla composizione della parola - distinguiamo, così come per gli aggettivi, tre gradi di comparazione: il positivo, il comparativo e il superlativo, ai quali abbiamo dedicato un approfondimento con chiarimenti ed esempi.Dubbi sugli avverbi
Prima di passare agli esercizi di analisi grammaticale, proviamo a riassumere in un elenco i principali dubbi su questa parte del discorso, soprattutto rispetto a questioni di carattere ortografico:- Quando è corretto scrivere "quando"? e quando "quanto"?
- Meglio dire le "cinque e mezza" o le "cinque e mezzo"?
- La parola "tuttora" è scritta correttamente?
- "Meglio" o "migliore"? "Peggio" o "peggiore"?
- "Davanti" si può scrivere solo così?
- "Spesse volte" è sbagliato?
- Come si usa l'accento su "sì"?
Esercizi di analisi grammaticale sull'avverbio
Ora provate, invece, a fare l'analisi grammaticale delle seguenti frasi e brevi periodi, prestando attenzione a non confondere i vari tipi di avverbio:- "Non voglio andare lì"
- "Quando vieni qui troppo spesso mi preoccupi"
- "Non mi ha detto quando verrà né dove andrà "
- "Ho mangiato tanta pasta e tanto mangerò ancora"
- "Quante penne hai trovato qui?"
- "Perché dovrei farlo spesso, se là nessuno fa niente?"
- "Non capisco perché, ma oggi funziona così"
- "Dove pensi di andare dopo ciò che hai fatto?"
- "Sì, meriti una punizione esemplare"
- "Oggigiorno è pieno di ragazzacci"