L'interiezione è una parte invariabile del discorso che potrebbe essere definita molto più semplicemente " esclamazione ":...
L'interiezione è una parte invariabile del discorso che potrebbe essere definita molto più semplicemente "esclamazione": può esprimere una reazione improvvisa, uno stato d'animo particolare e genera non poche volte parecchi dubbi riguardo alla trascrizione (pensate, per esempio, a "beh").
Quasi sempre un'interiezione è seguita da un punto esclamativo o interrogativo e - spiega Luca Serianni nelle in Italiano. Grammatica, sintassi e dubbi - quando sono primarie, l'acca non dovrebbe mai mancare ("e" congiunzione copulativa è sicuramente diversa da "eh!" interiezione).
Va da sé che l'interiezione è tipica del parlato e non dello scritto: non scriveremmo mai in una e-mail destinata a un docente universitario parole come "ehi" "eh" o espressioni del genere: è la variabile diafasica a imporcelo.
Il linguista Luca Serianni distingue tra interiezioni primarie e interiezioni secondarie: le prime sono parole o espressioni che hanno come funzione soltanto quella interiettiva: "ehi" "toh" "beh" etc; le seconde, invece, sono parti del discorso che, in altri contesti, svolgono la funzione di sostantivi, aggettivi, avverbi o verbi. Ecco qualche esempio:
Il linguista Luca Serianni distingue tra interiezioni primarie e interiezioni secondarie: le prime sono parole o espressioni che hanno come funzione soltanto quella interiettiva: "ehi" "toh" "beh" etc; le seconde, invece, sono parti del discorso che, in altri contesti, svolgono la funzione di sostantivi, aggettivi, avverbi o verbi. Ecco qualche esempio:
(A) Forza e coraggio! Bisogna mettercela tutta!
(B) Come? Non ho capito bene!
(C) Per amor del cielo! Lei è blasfemo! Si vergogni!
"Forza" e "coraggio", per esempio, in altri contesti rappresentano dei nomi e non una esclamazione; si può pertanto asserire che la categoria è costituita da una classe aperta di parole; accoglie, cioè, sempre nuovi elementi; o meglio, tende ad accoglierli.
Non è scontato sottolineare che ogni interiezione ha una sua forma ben precisa: se voglio esprimere disgusto, non scriverò *bleh, ma "bleah", e via dicendo; le interiezioni sono tante, e in continua crescita - è vero -, ma non per questo possiamo stabilirne arbitrariamente la grafia: pur essendoci diverse oscillazioni, si cerca di limitarle a pochissimi casi, soprattutto a quei casi per i quali l'etimologia è incerta; sappiamo, per esempio, che "mah!" deriva dalla congiunzione avversativa "ma" e che "beh" dal troncamento di "behe", ma, fatta eccezione per situazioni come queste, tutto il resto va ricondotto a mera trascrizione di suoni.
Molto semplice, eh?