Le preposizioni della lingua italiana non sono soltanto " di a da in con su per tra fra ", quel sottoinsieme che la grammatica n...
Le preposizioni della lingua italiana non sono soltanto "di a da in con su per tra fra", quel sottoinsieme che la grammatica normativa definisce "preposizioni semplici". Molti ricordano soltanto queste e quelle articolate - nate dall'unione tra le prime e gli articoli determinativi -, ma sono pochi coloro che riescono a non dimenticare, ammesso che ne abbiamo mai sentito parlare, le preposizioni improprie. In questo approfondimento ci soffermeremo proprio su quest'ultima categoria, con cenni all'argomento principale.
La preposizione è una parte invariabile del discorso che ha lo scopo di determinare i rapporti sintattici tra le parole. In altri termini, è la preposizione che ci permette di formare i complementi: per esempio, "da Marco" "a Foggia" "di colore giallo" "nello zaino" e così via. "Di, a, da, in, con, su, per, tra, fra", infatti, hanno una funzione importantissima nella definizione dei rapporti tra due componenti (la base o reggente e l'aggiunto o retto). Procediamo con un esempio:
(A) Il desiderio di Gloria è quello di avere tanti bambini
In questa frase la preposizione di collega, prima, il sintagma nominale il desiderio a Gloria; poi, il pronome quello ad avere tanti bambini. Il desiderio e quello sono definiti "base"; Gloria e avere tanti bambini, invece, "aggiunto". La relazione che si instaura tra la base e l'aggiunto è di specificazione; non per niente, il complemento è definito proprio "complemento di specificazione"; la preposizione "di", infatti, mette in evidenza che il desiderio è specifico di Gloria, e a lei sola (almeno in questa frase) appartiene; e che il desiderio (sostituito dal pronome quello) è di avere tanti bambini. Anche in questo caso, insomma, c'è una specificazione.
Ogni preposizione introduce, dunque, un complemento - questo è importantissimo, perché vi consente di distinguerle con facilità dalle congiunzioni, che, invece, introducono una proposizione (frase).
Non esistono solo le preposizion semplici, definite proprie, ma anche quelle improprie. Si tratta di parole che possono assumere, oltre al valore di preposizione, anche quello di congiunzione e avverbio - il gruppo di preposizioni improprie è costituito maggiormente da avverbi. L'argomento è piuttosto complicato: ecco perché partiremo direttamente dagli esempi, proponendovi dei casi in cui una stessa parola può assumere valori nuovi in contesti diversi.
La parola "contro", per esempio, non assume la stessa funzione in ognuna delle seguenti frasi:
(A) Contro ogni aspettativa, riuscì a farcela - preposizione
(B) Ti sei messo contro un pezzo da novanta - avverbio
Anche la parola "dopo" assume valori diversi nelle seguenti proposizioni:
(A) Dopo aver fatto l'esame, verrai qui - congiunzione
(B) Dopo l'esame, verrai qui - preposizione
(C) Verrai qui dopo - avverbio
In quest'ultimo caso in (A) "dopo" assume la funzione di congiunzione perché introduce una frase; in (B), di preposizione perché introduce un complemento; in (C) di avverbio, perché modifica una parte del discorso, aggiungendo un'informazione di carattere temporale, il verbo ovviamente.
Difficile, ma non impossibile...