Si dice "stessi" o "stassi"? Come nasce l'errore e perché ha sbagliato anche Giacomo Leopardi?
La domanda "stessi o stassi?" potrebbe mettere in difficoltà non pochi internauti; tra i quesiti più frequenti del popolo di internet, infatti, spicca proprio questo: la prima persona singolare del congiuntivo imperfetto "stare" vuole a o e? Entrambe le forme sono corrette? Oppure una delle due non può essere assolutamente né scritta né detta? La risposta giusta è la seconda: una delle due è sbagliata.
Ed è bizzarro trovarsi qui a sottolineare, ma solo per il gusto di fare le pulci a uno scrittore del suo calibro, che anche Giacomo Leopardi sbagliò; leggiamo ciò che ha scritto a tal proposito Paolo Pivetti su Corriere.it (rifacendosi alle dichiarazioni di Aldo Gabrielli sul suo Si dice o non si dice?)
"[...] Non dev’esser stato sempre così chiaro se addirittura Giacomo
Leopardi, in un giorno di malinconia, in una lettera si lasciò scappare: Si sta in mezzo alla moltitudine... come si stasse
in solitudine. Orrore! Già, ma perché un grande della poesia può aver
commesso un errore simile? Forse per influenza dialettale? È vero: ai
tempi di Leopardi la lingua italiana parlata non era stabile nelle forme
come lo è oggi, anzi, la lingua parlata era più spesso il dialetto, e
nella lettera forse il nostro grande voleva usare un linguaggio più
colloquiale".
Si dice "stessi", insomma, e Giacomo Leopardi ha sbagliato per influenza dialettale: accettabile, certo - d'altra parte, può succedere a tutti -, ma non è tutto; essendo un verbo in -are, infatti, "stare" dovrebbe seguire "mangiare" e molti altri della prima coniugazione, i quali vengono coniugati come "mangiassi" e non come "mangessi" e così via; potrebbe essere successo, insomma, che queste forme siano nate "[...] per analogia - prosegue Pivetti - con le forme corrispondenti dei verbi regolari: amare fa amassi; lodare fa lodassi eccetera. Questa sembra una ragione già più convincente. Resta il fatto che anche Leopardi si è fatto prendere in castagna".
Siate accorti in casi come questo: l’errore non è lieve né nel parlato né nello scritto.