In questo approfondimento vi spiegheremo se si scrive "ce ne" o "ce n'è", "ce" o "c'è" e in quali occasioni: cercheremo di aiutarvi con esempi commentati, frasi e molto altro ancora. State certi che vi tornerà tutto davvero utile per esercizi, compiti in classe e test di vario genere!
Si scrive ce n’è o ce ne? Certi errori di grammatica non possono essere tollerati ed è per questo che oggi vi proporremo un approfondimento semplice e chiaro sulla forma corretta da usare in tutte le occasioni: vi spiegheremo quando si usa ce n'è e quando si usa invece ce ne e con vari esempi tutto vi tornerà decisamente utile per esercizi, compiti in classe e qualsiasi tipo di test (come ben sapete, la grammatica è uno tra gli argomenti principali di quasi tutti i concorsi pubblici assieme all'importante prova sulla comprensione del testo). In questo approfondimento vedremo anche come si scrivono le espressioni principali che contengono ce n'è ed è per questo che potrete consultarlo velocemente. Ma veniamo al dunque.
Sappiate che l'argomento non è proprio semplice se non sapete almeno le basi della grammatica italiana; ecco perché dovrete essere a conoscenza di almeno tre concetti: quello di ausiliare, quelli di tempo semplice e tempo composto e infine quello di elisione. Ve li spiegheremo brevemente rimandandovi ai link per approfondire qualora non vi fossero molto chiari.
I tempi semplici sono tempi che si formano senza l'ausiliare: prendiamo il verbo mangiare e le sue prime persone singolari. Al presente si dice Io mangio mentre al passato prossimo si dice Io ho mangiato; all'imperfetto si dice io mangiavo mentre al trapassato prossimo si dice io avevo mangiato; al passato remoto si dice io mangiai mentre al trapassato remoto si dice io ebbi mangiato; al futuro semplice si dice io mangerò mentre al futuro anteriore si dice io avrò mangiato.
Tutti i tempi in cui non c'è il verbo avere come ausiliare si chiamano semplici mentre quelli senza verbo si dicono composti. Lo stesso vale per i verbi che vogliono essere come ausiliare: prendiamo il verbo andare; al presente si dice io vado mentre al passato prossimo si dice io sono andato e così via per tutti gli altri tempi dell'indicativo. Vi è tutto chiaro adesso?
Gli ausiliari sono verbi che aiutano gli altri verbi per dare un particolare significato alla forma verbale nel suo complesso: trovate qui una spiegazione dettagliata sui verbi essere e avere. L'elisione invece è quel fenomeno che si verifica quando una parola che termina per vocale precede una parola che inizia per vocale: trovate qui un approfondimento dettagliato che vi consigliamo di leggere per capire bene questo speciale su come scrivere correttamente ce n'è, ce ne, c'è e ce.
Vediamo ora il nostro sommario:
Vediamo quando e perché utilizzare l'apostrofo partendo da questo breve periodo:
Sappiate che l'argomento non è proprio semplice se non sapete almeno le basi della grammatica italiana; ecco perché dovrete essere a conoscenza di almeno tre concetti: quello di ausiliare, quelli di tempo semplice e tempo composto e infine quello di elisione. Ve li spiegheremo brevemente rimandandovi ai link per approfondire qualora non vi fossero molto chiari.
I tempi semplici sono tempi che si formano senza l'ausiliare: prendiamo il verbo mangiare e le sue prime persone singolari. Al presente si dice Io mangio mentre al passato prossimo si dice Io ho mangiato; all'imperfetto si dice io mangiavo mentre al trapassato prossimo si dice io avevo mangiato; al passato remoto si dice io mangiai mentre al trapassato remoto si dice io ebbi mangiato; al futuro semplice si dice io mangerò mentre al futuro anteriore si dice io avrò mangiato.
Tutti i tempi in cui non c'è il verbo avere come ausiliare si chiamano semplici mentre quelli senza verbo si dicono composti. Lo stesso vale per i verbi che vogliono essere come ausiliare: prendiamo il verbo andare; al presente si dice io vado mentre al passato prossimo si dice io sono andato e così via per tutti gli altri tempi dell'indicativo. Vi è tutto chiaro adesso?
Gli ausiliari sono verbi che aiutano gli altri verbi per dare un particolare significato alla forma verbale nel suo complesso: trovate qui una spiegazione dettagliata sui verbi essere e avere. L'elisione invece è quel fenomeno che si verifica quando una parola che termina per vocale precede una parola che inizia per vocale: trovate qui un approfondimento dettagliato che vi consigliamo di leggere per capire bene questo speciale su come scrivere correttamente ce n'è, ce ne, c'è e ce.
Vediamo ora il nostro sommario:
- Come si scrive? C'è o ce? Guida alla forma corretta;
- Ce n'è in grammatica: la spiegazione;
- Si scrive ce n'è o ce ne? Frasi d'esempio per capire bene;
- Le espressioni comuni in cui si usano ce n'è e e ce ne;
- Come si scrive ce ne sono?;
- Si scrive c'era / c'erano o cera / cerano?;
- Esercizi su ce, c'è, ce n'è e ce ne.
Come si scrive? C'è o ce? Guida alla forma corretta
Ribadiamo un concetto importante: essendo entrambe le forme corrette c'è e ce vanno usate l'una nei contesti in cui non si userebbe l'altra perché nel primo caso la e accentata corrisponde alla terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere; nel secondo invece non vi è alcuna traccia di verbi essendo ce una particella pronominale che viene usata in combinazione con altri pronomi (es. ce ne sono, ce lo vogliono dare ecc).Vediamo quando e perché utilizzare l'apostrofo partendo da questo breve periodo:
(A) Non c’è più tempo, eppure ce n’è stato concesso parecchio
Nel primo caso c'è è verbo essere in quanto assume il significato di esserci; la e quindi va accentata obbligatoriamente. In tutti i casi in cui non si tratta di un verbo, bensì di una particella pronominale (ce = a noi), e va unita a c e non va assolutamente accentata. Osservate questo periodo:
(B) Vi ha dato altro tempo? No, non ce lo ha dato
In questo caso a differenza della (A) ce non sta per ci è (esserci), ma per a noi: ecco perché va scritto diversamente; se riflettete bene infatti non c'è il verbo essere e non c'è neanche il minimo rischio di confondersi.
Ce n'è in grammatica: la spiegazione
Dovete fare lo stesso ragionamento per quando non sapete se scrivere ce ne e ce n’è. Nel primo caso ce ne rappresenta una combinazione di particelle pronominali: ce (a noi) e ne (di quello). Ecco alcuni esempi:
- Ce ne ha dato parecchio (Ha dato di quello a noi parecchio);
- Se non ce ne dici quattro non lo impareremo mai: siamo fatti così! (Se non ne dici quattro a noi);
- Ce ne siamo dimenticati (Ci siamo dimenticati di ciò).
Prendete in considerazione, per avere tutto ancora più chiaro, l’esempio 3.: c’è la forma flessa siamo dopo ce ne e - come ben sapete - è la prima persona plurale del presente indicativo del verbo essere. Come vedete, si tratta di un tempo semplice, che non ha bisogno quindi dell'ausiliare; pensate se avessimo scritto *ce n’è siamo dimenticati o peggio ancora *c’è ne siamo dimenticati: avremmo prima messo una terza persona singolare, cioè è, e poi una prima persona plurale. C'è qualquadra che non cosa, direbbe qualcuno! E non avrebbe tutti i torti.
Si scrive ce n'è o ce ne? Frasi d'esempio per capire bene
Vediamo ora il caso in cui ce n’è va scritto così, con il n’è che sta per ne è, vale a dire di questo è: in queste frasi il verbo essere è coniugato sempre alla terza persona (è). Ecco degli esempi:
- Ce n’è voluto (in questo caso il verbo è fa parte del passato prossimo è voluto);
- Ce n’è parecchio per domani (Di questo c’è parecchio).
Trovate qui di seguito alcune frasi in cui si usa ce n'è e altre in cui si usa ce ne:
Le espressioni comuni in cui si usano ce n'è e e ce ne
I vostri dubbi dovrebbero essere svaniti; non vogliamo concludere però senza trattare le espressioni più comuni in cui si usano ce n'è e ce ne:
- Si scrive ce n'è voluto e non ce ne voluto;
- Si scrive ce n'è poco / tanto / molto ecc e non ce ne poco / tanto / molto ecc;
- Si scrive non ce n'è per nessuno e non non ce ne per nessuno;
- Si scrive ce n'è per tutti e non ce ne per tutti;
- Si scrive non ce n'è bisogno e non non ce ne bisogno.
- Si scrive non ce n'è per niente e non non ce ne per niente.
Come si scrive ce ne sono?
Vediamo ora un caso importante: come si scrive ce ne sono? Esattamente come lo abbiamo scritto noi e il motivo dovrebbe esservi piuttosto chiaro adesso. Se già mettete sono, che è verbo essere, perché dovete farlo precedere da è, che è un'altra persona dello stesso verbo? Errore, senza se e senza ma: non commettetelo e se avete ulteriori dubbi siamo sicuri che queste frasi con ce ne sono vi torneranno molto utili.Si scrive c'era / c'erano o cera / cerano?
Su c'era / c'erano e cera / cerano valgono le stesse considerazioni espresse finora. Anche se un trucco potrebbe tornarvi molto utile perché vi permette di distinguere velocemente il verbo essere da e congiunzione. Quando avete dubbi provate a sostituire a e, era, erano ecc. l’infinito essere: se la frase ha senso, anche se suona male, vuol dire che proprio lì dovrete inserire il verbo coniugato. Ritorniamo al caso 2. del secondo elenco di esempi prendendo in considerazione tutte le ipotesi:- C(essere) ne parecchio per domani – scorretta;
- Ce n(essere) parecchio per domani – corretta.
Se le rileggete con l'infinito vi accorgerete senz'altro che la prima non ha senso mentre la seconda, per quanto sembri agrammaticale, ha un suo significato ben preciso: cioè che per domani ce n'è parecchio di qualcosa.
La foto è tratta da Pixabay.com
Esercizi su ce, c'è, ce n'è e ce ne
Provate ora a completare queste frasi con la forma giusta:- ___ tanto oggi: ti conviene approfittare!;
- Non ___ poco: perché dici il contrario?;
- ___ sono due: uno rosa e uno blu;
- ___ per tutti i gusti! A voi la scelta!;
- Oggi ___ per nessuno!.
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