Uno tra gli argomenti più importanti di analisi logica è la differenza tra il predicato verbale e nominale . Abbiamo già proposto il m...
Uno tra gli argomenti più importanti di analisi logica è la differenza tra il predicato verbale e nominale. Abbiamo già proposto il modo migliore per distinguerli, ma in questa sede vogliamo proporre dei brevi periodi per rendere l'argomento ancora più chiaro, non senza soffermarci sulla differenza tra i verbi copulativi e la "copula" in senso stretto.
(A) Quel ragazzo che vedete seduto lì non è un cittadino romano
Come qualsiasi altra frase, l'analisi logica di (A) prevede l'individuazione del verbo; in questo caso, i predicati sono due, perché siamo dinanzi a un breve periodo: "vedere", flesso all'indicativo presente della seconda persona plurale, ed "essere", sempre all'indicativo presente, questa volta, però, della terza persona singolare.
Cerchiamo di capire qual è il predicato nominale e quale, invece, il predicato verbale. Sappiamo che l’unione tra il verbo "essere" (chiamato “copula”) e un nome o un aggettivo (il “nome del predicato”) costituisce un predicato nominale; nella fattispecie del caso, "è" verbo è seguita dal sintagma nominale "un cittadino": la conclusione è che "è un cittadino" è proprio un predicato di questo genere; "vedete", invece, è un predicato verbale.
(B) Sembri carino, questo è vero, ma non sei altrettanto gentile
"Sembrare" (flesso all'indicativo presente della seconda persona singolare) viene spesso confuso come parte del predicato nominale, in quanto verbo che necessita di essere completato (da un verbo o un aggettivo); che suona, cioè, incompleto senza altri elementi; non è proprio così: ci troviamo dinanzi a un verbo copulativo che introduce un complemento predicativo del soggetto o dell'oggetto, e che va classificato, quindi, come "predicato verbale"; "è vero" e "sei gentile", invece, rappresentano due predicati nominali.