“Perchè” o “perché”? Non tutti gli insegnanti fanno notare, forse per motivi didattici, che una di queste due forme non è completamente ...
“Perchè” o “perché”? Non tutti gli insegnanti fanno notare, forse per motivi didattici, che una di queste due forme non è completamente giusta; qualcuno, infatti, potrebbe consigliarvi di scrivere come meglio credete, visto che la posizione dell’accento è corretta, e di non perdere tempo con dettagli da poco.
Non si tratta di un errore grave di grammatica italiana, questo è vero, ma uno scrivente che voglia essere impeccabile non può utilizzare "perché" e "perchè" indistintamente: "perché" va scritto con l’accento acuto, non con quello grave (della parola "cioè", per esempio); la e di "perché", infatti, è una "e chiusa", ed è caratteristica di tutti i composti di –che ("poiché", "dacché", "sicché", "affinché" etc.) e di –tre ("ventitré", "trentatré" etc…), nonché della III persona singolare di alcuni verbi al passato remoto ("poté", "batté" etc.). L’accento grave, invece, va su tutte le altre e, che definiamo "e aperte"; parliamo, ovviamente, di parole accentate sull'ultima sillaba e terminanti per -e: quindi, "cioè", "è" "Noè" e così via.
La differenza tra e chiusa ed e aperta consiste in un fatto di pronuncia, che, ovviamente, non è possibile riprodurre per iscritto, ma che capirete senz'altro, ascoltando qualcuno che ha seguito e ha portato a termine nel migliore dei modi corsi di dizione (in genere, attori, conduttori, speaker radiofonici, i cosiddetti "professionisti della parola").