Come si scrive? "Buon uomo" o "buon'uomo"? La risposta corretta è una soltanto: ecco la regola per non sbagliare mai
Si scrive “buon uomo” o “buon’uomo”? La domanda non è banale e la risposta non sempre è immediata, visto che non si tratta della classica "qual è o *qual'è?", alla quale, più o meno, saprebbero rispondere tutti (vogliamo essere ottimisti, in realtà). Nonostante le ovvie differenze, la soluzione al quesito d'apertura è la stessa di quella da adottare per "qual è" : tra l’aggettivo qualificativo "buono" e il sostantivo "uomo" non va l’apostrofo, poiché si tratta di un caso di troncamento e non di elisione.
Quando siete in preda a dubbi e incertezze, e non sapete se utilizzare o meno l’apostrofo, dovrete muovervi in modo semplice, partendo, cioè, da una utilissima domanda: la parola che dovreste apostrofare può essere utilizzata senza apostrofo, almeno dinanzi a un altro nome dello stesso genere di quello considerato ("uomo", in questo caso)? Se sì, non va apostrofata.
Partiamo proprio da "buono": "buon" può essere utilizzato dinanzi a un nome dello stesso genere di "uomo" senza apostrofo? La risposta è affermativa: "buon anno" ne è un esempio, perché "anno" è maschile, quindi dello stesso genere della parola considerata. Non possiamo fare lo stesso discorso per "brav'uomo". La parola *brav, infatti, non può essere scritta senza apostrofo dinanzi a parole dello stesso genere di "uomo"; non possiamo dire né scrivere, infatti, *brav ragazzo, *brav bimbo, *brav cagnolino e così via. L’apostrofo, dunque, è obbligatorio.
Per maggiori approfondimenti sui quattro presupposti del troncamento, il nostro speciale vi sarà sicuramente d'aiuto.