La coniugazione del vero "dare" non desta dei dubbi soltanto rispetto alle voci del suo paradigma - pensate, per esempio, al pas...
La coniugazione del vero "dare" non desta dei dubbi soltanto rispetto alle voci del suo paradigma - pensate, per esempio, al passato remoto: si dice "diedi" o "detti"? -; potremmo sintetizzare la soluzione ai quesiti di molti utenti, con una brevissima ed efficace regola: "da" verbo va scritto o con l’apostrofo o con l’accento!, visto che non sono pochi i casi in cui l'uno o l'altro mancano.
L’imperativo del verbo "dare", per la precisione, necessita dell’apostrofo; in caso contrario, infatti assumerebbe tutt’altro significato; lo stesso vale per "fai", "fa’" e "fa", e non possiamo dire diversamente di "stai", "sta’" e "sta": la presenza o l'assenza dell'apostrofo e dell'accento cambia notevolmente il significato delle singole parole. Vediamo assieme perché.
Se scrivete "da" senza apostrofo, il verbo assume una sola funzione, quella di preposizione semplice, parte variabile del discorso che "definisce" il rapporto tra le parole che collega, introducendo quasi sempre, nell'ambito dell'analisi logica, quelli che la tradizione definisce "complementi indiretti". Es. "Io vengo (da dove?) da Roma".
Se, invece, utilizzate l’accento ("dà "), sappiate che, così scritta, questa parola rappresenta la III persona singolare del verbo "dare"; l’accento in questo caso serve proprio a distinguerla dalla preposizione "da". Es. "Mi dà sempre gli schiaffi quando sbaglio".
"Dare" fa i capricci, ma, con queste indicazioni, vi dimostrerete sicuramente più furbi!