Quando si parla di Nietzsche , riesce difficile non pensare alla figura dell’ Oltre Uomo , alle sue cattive interpretazioni e, perché no, ...
Quando si parla di Nietzsche, riesce difficile non pensare alla figura dell’Oltre Uomo, alle sue cattive interpretazioni e, perché no, anche a Gabriele D'Annunzio. Ci si sofferma, però, soltanto sul suo ‘compito supremo’, cioè quello di dare vita a nuovi valori, distruggendone altri, senza mai pensare a cosa lo guida in questa impresa così ardua. Iniziamo a dare il nome alle cose, come si suol dire, definendo questa attività volontà di potenza.
L’Oltre Uomo è governato da una volontà che vuole solo se stessa, che vuole continuamente arricchirsi, rinnovarsi, distruggere e ricreare, anche a scapito delle volontà più deboli - solo per certi versi, simile a quella di Arthur Schopenhauer. Il suo compito principale è quello di attuare una perpetua attività di trasmutazione di valori. Questo significa che l’Oltre Uomo è sempre vittima dell’inarrestabile attimo creativo, che lo porta a distruggere vecchi valori, a crearne degli altri e cancellarli subito dopo, per dare spazio ad altri ancora, che verranno anch’essi immediatamente sostituiti.
La volontà di potenza, dunque, non raggiungerà mai una fine, visto che il suo obiettivo ultimo resterà sempre quello di produrre per poi annientare, annientare per poi riprodurre.
Pascal Ciuffreda