La concordanza a senso o "sinesi" è un accordo da evitare in contesti controllati
La concordanza a senso o "sinesi" consiste nell'accordo di un verbo al plurale con un nome flesso al singolare. Partiamo da una domanda, per arrivare alla conclusione generale: se doveste scegliere il verbo da utilizzare per "la maggior parte degli invitati (mangiare) pasta", utilizzereste il passato prossimo plurale "hanno mangiato" oppure il singolare "ha mangiato"? E per "così l'insegnante di matematica assieme a quella di inglese (rimproverare) noi e non voi" optereste per "rimprovereranno" o "rimprovererà"? In casi come questo, insomma, utilizzereste il verbo coniugato al plurale o al singolare?
Cerchiamo di arrivare alla risposta: visto che il soggetto è plurale in entrambe le circostanze, e, come sapete, il verbo si accorda al soggetto, va necessariamente coniugato al plurale; le risposte più corrette sono, dunque, "hanno mangiato" e "hanno rimproverato". Nel caso in cui doveste però utilizzare "ha mangiato" o "ha rimproverato", non sbagliereste, almeno in un contesto non controllato: si tratta di una concordanza a senso.
Cerchiamo di arrivare alla risposta: visto che il soggetto è plurale in entrambe le circostanze, e, come sapete, il verbo si accorda al soggetto, va necessariamente coniugato al plurale; le risposte più corrette sono, dunque, "hanno mangiato" e "hanno rimproverato". Nel caso in cui doveste però utilizzare "ha mangiato" o "ha rimproverato", non sbagliereste, almeno in un contesto non controllato: si tratta di una concordanza a senso.
In un interessante articolo, l'Accademia della Crusca passa in rassegna i casi più problematici, non senza proporre delle soluzioni adeguate; qualora vi trovaste in difficoltà e aveste bisogno di suggerimenti immediati, vale quanto emerso finora: la concordanza è accettata, ma solo in situazioni poco sorvegliate; negli SMS tra amici, per esempio, o nel parlato informale; da evitare assolutamente, di conseguenza, negli scambi con superiori; in saggi, compiti scritti e così via.
L'italiano è una lingua che si evolve: oggi non si può pretendere, perciò, come si ragionava ieri.
L'italiano è una lingua che si evolve: oggi non si può pretendere, perciò, come si ragionava ieri.