Come trasformare le frasi attive in passive e viceversa? Questo argomento di grammatica italiana è piuttosto complicato, ma un po'...
Come trasformare le frasi attive in passive e viceversa? Questo argomento di grammatica italiana è piuttosto complicato, ma un po' di attenzione e preparazione renderanno gli esercizi molto più semplici. Partiamo col dire che i verbi italiani hanno due forme, quella attiva e quella passiva: la prima indica che il soggetto compie l'azione; la seconda, invece, che la subisce; in altre lingue - nel greco, per esempio - esiste anche la forma media - che può assumere valori disparati, a seconda delle circostanze -; non è questo, però, il luogo più adatto per parlarne. Le definizioni date sono molto elementari e si prestano facilmente a una serie di riflessioni, sulle quali, però, non ci soffermeremo: l'intento di questo approfondimento è quello di spiegare come trasformare le frasi attive in frasi passive e i rispettivi predicati; non ha obiettivi di natura teorica, insomma.
Partiamo da una considerazione importante: solo i verbi transitivi, che reggono, cioè, il complemento oggetto, possono avere la forma passiva, e la motivazione è presto detta: nel passaggio da forma attiva a passiva l'oggetto diventa obbligatoriamente soggetto; visto che nelle frasi che hanno verbi intransitivi l'oggetto è assente, la trasformazione risulta impossibile. Ma procediamo con questi esempi:
(A) Marco mangia il gelato (mangiare è transitivo)
(P) Il gelato è mangiato da Marco
(P) Il gelato è mangiato da Marco
Il sintagma "il gelato", dunque, è oggetto in (A) e soggetto in (P).
Non saremmo giunti alla stessa conclusione con la frase:
(A1) Marco cammina lungo il marciapiede
perché "camminare" è intransitivo e una frase come:
(P1) *Marco è camminato dal marciapiede
è assolutamente senza senso.
Dopo aver individuato la transitività del verbo, dovrete trasformarlo da attivo in passivo. La forma passiva del verbo è perifrastica (non come "mangiavo", ma come "ho mangiato", quindi) e necessita di un ausiliare, che è sempre e solo il verbo "essere" (o, al massimo, "venire", per evitare delle fastidiose ripetizioni). Nell'atto di trasformarlo, dovrete ricordare che il nuovo verbo passivo segue il modo e il tempo del nuovo verbo attivo. Ancora degli esempi per rendere tutto più chiaro:
Presente Indicativo
(A) Mangio le fragole (P) Le fragole sono mangiate da me
Imperfetto Indicativo
(A1) Mangiavo le fragole (P1) Le fragole erano mangiate da me
Passato Remoto Indicativo
(A2) Mangiai le fragole (P2) Le fragole furono mangiate da me
Futuro Semplice Indicativo
(A3) Mangerò le fragole (P3) Le fragole saranno mangiate da me
Passato Prossimo Indicativo
(A4) Ho mangiato le fragole (P4) Le fragole sono state mangiate da me
Trapassato Prossimo Indicativo
(A5) Avevo mangiato le fragole (P5) Le fragole erano state mangiate da me
Futuro Anteriore Indicativo
(A6) Avrò mangiato le fragole (P6) Le fragole saranno state mangiate da me
Se fate attenzione, vi accorgerete senz'altro del fatto che, quando il tempo è semplice, dovrete adottare come ausiliare il verbo "essere" coniugato al tempo del verbo che volete trasformare (es. mangiai - fui, mangiavo - ero, mangio - sono) e come participio passato quello del verbo stesso (mangiare - mangiato, comprare - comprato etc...). Se il tempo è composto, cambia poco: al verbo "essere" coniugato dovrete far seguire obbligatoriamente il suo participio passato stato (es. ho mangiato - sono stato mangiato)
Il soggetto, infine, diventa complemento d'agente o causa efficiente (da chi/che cosa?).
Vi propongo alcuni esempi di passaggio da forma attiva a passiva:
A) Lo ha aggredito con un pugno - È stato aggredito da lui/lei con un pugno
B) Ha mosso delle critiche al suo lavoro - Delle critiche sono state mosse da lui al suo lavoro
C) Farò questa cosa, solo quando tu avrai fatto la tua - Questa cosa sarà fatta da me, solo quando la tua sarà stata fatta da te.