In questo spazio online potrete risolvere tutti i vostri dubbi di analisi grammaticale, dalle questioni apparentemente semplici a quelle davvero complesse
Vogliamo riservarvi questo spazio online dedicato alll'analisi grammaticale per consentirvi di fugare tutti i vostri dubbi sull'argomento, anche sulle questioni più difficili, perché, pur essendo meno complessa di altri tipi di analisi, quella grammaticale potrebbe indurvi in parecchi casi in errore: pensate soltanto alla differenza tra pronomi e aggettivi, oppure ai tanti valori che la parola "che" può assumere. Abbiamo già trattato problemi di natura teorica, proponendo esempi ed esercizi di diverso tipo, ma in questi esercizi vogliamo andare oltre: così come già fatto con l'analisi logica, l'intenzione è quella di creare un dibattito tra voi utenti per risolvere qualsiasi tipo di dubbio nel modo migliore possibile: collaborare è essenziale in casi come questo, perché non c'è niente di meglio che condividere conoscenze e competenze (e non si tratta di frasi fatte!). Prima di iniziare, vale la pena ricordarvi la differenza tra analisi logica e grammaticale: la seconda non prende in considerazione sintagmi o gruppi di parole, ma le nove parti del discorso, divise tra variabili - articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo - e invariabili - congiunzione, interiezione, avverbio e preposizione.
Qui di seguito vi proporremo diversi periodi, dei quali analizzeremo, però, soltanto le parole che potrebbero dare un numero maggiore di problemi a chi non è particolarmente pratico di analisi grammaticale: qualora doveste avere altri dubbi da fugare, basta chiedere consigli nella sezione "Commenti" oppure alla nostra pagina Facebook.
La diatesi dei verbi: forma attiva, passiva o riflessiva?
1. Ci siamo stretti la mano, ma subito dopo mi sono lavato: proprio non lo sopporto!Questo periodo è stato pensato per l'analisi grammaticale dei verbi riflessivi, cui abbiamo già dedicato un approfondimento con esempi e indicazioni utili. "Ci siamo stretti" è indicativo passato prossimo del verbo "stringersi", che è un verbo riflessivo reciproco, in quanto l'azione è compiuta vicendevolmente da due soggetti e ricade su entrambi; "mi sono lavato", invece, è un verbo riflessivo diretto, in quanto l'azione compiuta da soggeto ("io") ricade sul soggetto stesso ("ho lavato me stesso"): oggetto e soggetto, dunque, coincidono.
Ricordiamo, però, che nella frase è presente anche un verbo la cui forma è attiva: il soggetto, infatti, vive semplicemente uno stato d'animo, che è quello di non sopportare la persona a cui ha stretto la mano; per completezza, segnaliamo che la forma passiva di "sopporto" è "non sono sopportato": trovate tutte le indicazioni sulla diatesi in questo approfondimento.
Ovviamente, quando andrete a fare l'analisi grammaticale dei verbi, dovrete indicarne la forma.
Differenza tra aggettivo e pronome
2. La sorte della nostra macchina non dipende dalla tua volontà, ma dalla sua, purtroppo.
Partiamo da "nostra" "tua" e "sua"; se i primi due fanno riferimento a un nome e sono, dunque, aggettivi possessivi, l'ultimo sostituisce il sostantivo "volontà"; si tratta, quindi, non di un aggettivo ma di un pronome possessivo; per maggiori approfondimenti sulla differenza tra aggettivo e pronome, non dimenticate di consultare questo approfondimento.
Segnaliamo, per evitare che sbagliate nei vari compiti in classe, che "purtroppo" è un avverbio.
La difficoltà maggiore, in questa seconda frase, sta nell'individuazione della funzione svolta dai due "che" e da "chiunque". Il primo, in particolare, è un aggettivo interrogativo: qualifica, infatti, il sostantivo "cosa" (se lo sostituite con "quale" la frase 'funziona' comunque); se la proposizione fosse stata "che hai rotto ieri?", vi sareste trovati in presenza di un pronome interrogativo (sostituendo "che" con "quale", infatti, non avreste ottenuto una frase perfettamente "funzionante"); "chiunque", invece, è un pronome indefinito.
"Che" può anche essere, però, un pronome relativo, e infatti in "che chiunque avrebbe sentito" trovate un esempio concreto: tutte le indicazioni sul pronome relativo sono presenti in questo approfondimento.
Partiamo da "nostra" "tua" e "sua"; se i primi due fanno riferimento a un nome e sono, dunque, aggettivi possessivi, l'ultimo sostituisce il sostantivo "volontà"; si tratta, quindi, non di un aggettivo ma di un pronome possessivo; per maggiori approfondimenti sulla differenza tra aggettivo e pronome, non dimenticate di consultare questo approfondimento.
Segnaliamo, per evitare che sbagliate nei vari compiti in classe, che "purtroppo" è un avverbio.
L'analisi grammaticale di "che": un caso
3. Che cosa hai rotto ieri? Ho sentito un rumore che chiunque avrebbe sentito al posto mio.La difficoltà maggiore, in questa seconda frase, sta nell'individuazione della funzione svolta dai due "che" e da "chiunque". Il primo, in particolare, è un aggettivo interrogativo: qualifica, infatti, il sostantivo "cosa" (se lo sostituite con "quale" la frase 'funziona' comunque); se la proposizione fosse stata "che hai rotto ieri?", vi sareste trovati in presenza di un pronome interrogativo (sostituendo "che" con "quale", infatti, non avreste ottenuto una frase perfettamente "funzionante"); "chiunque", invece, è un pronome indefinito.
"Che" può anche essere, però, un pronome relativo, e infatti in "che chiunque avrebbe sentito" trovate un esempio concreto: tutte le indicazioni sul pronome relativo sono presenti in questo approfondimento.
L'analisi grammaticale di "se" e "sé": un accento di troppo
4. Pensare a sé stessi farebbe comodo, se solo si riuscisse a farlo.
Prendiamo in considerazione "sé" e "se" e "farlo". Il primo è una particella pronominale con valore riflessivo che può essere scritta anche senza accento nel sintagma "sé stesso"; il secondo, invece, è una congiunzione subordinante, perché introduce un periodo ipotetico; maggiori indicazioni sulla differenza tra le due funzioni sono disponibili in questo approfondimento sull'accento.
Ricordate, comunque, che la differenza dettata dall'accento riguarda molte più parole, per esempio "si" e "sì", "la" e "là", "e" ed "è" e molte altre ancora: trovate maggiori indicazioni, in questo caso, nel nostro approfondimento sull'accento.
"Farlo", infine, è composto dal verbo "fare" coniugato all'infinito presente e da "lo", che è un pronome personale atono (il corrispettivo tonico è "lui").
E adesso tocca a voi! Quali dubbi avete?
Ricordate, comunque, che la differenza dettata dall'accento riguarda molte più parole, per esempio "si" e "sì", "la" e "là", "e" ed "è" e molte altre ancora: trovate maggiori indicazioni, in questo caso, nel nostro approfondimento sull'accento.
"Farlo", infine, è composto dal verbo "fare" coniugato all'infinito presente e da "lo", che è un pronome personale atono (il corrispettivo tonico è "lui").
E adesso tocca a voi! Quali dubbi avete?