I dialetti non sono una corruzione della lingua italiana ; la differenza che intercorre tra gli uni e l'altra, così come sottolinea...
I dialetti non sono una corruzione della lingua italiana; la differenza che intercorre tra gli uni e l'altra, così come sottolineato nel primo speciale sulla dialettologia, sta in un fatto squisitamente socio-politico e non linguistico: i dialetti hanno una grammatica perfettamente funzionante, anche se il lessico è molto meno ricco rispetto a quello dell'italiano. Non essendo una corruzione della nostra lingua, è chiaro che ogni idioma non deriva da questa, ma dal latino stesso.
La realtà dialettale è molto complessa: esistono dialetti che hanno pochissimi parlanti (lo stesso vale per alcune lingue del mondo, che ne hanno a malapena una decina) e dialetti che, invece, ne hanno tantissimi; alcuni sono diffusi in zone molto estese; altri, al contrario, in realtà molto limitate. Passare in rassegna tutti i dialetti, dunque, è pressoché impossibile, anche perché molti studi sono assolutamente frammentari e incompleti.
Partendo dal presupposto che in tutta la penisola italiana esistono migliaia e migliaia di realtà linguistiche, e che, quindi, la differenziazione tra le une e le altre è di natura sostanzialmente diatopica (è legata, cioè, allo spazio), la seguente cartina mette in rilievo le principali aree dialettali italiane, divise da due linee, la La Spezia-Rimini e la Roma-Ancona. A entrambe sarà dedicato un apposito approfondimento, vista la loro indiscussa importanza; per una corretta comprensione, comunque, sappiate che a Nord e a Sud dell'una e dell'altra si verificano fenomeni opposti tra loro (per fare un esempio, a Nord della La Spezia-Rimini il latino ANNUM si pronuncia ora [an] ora ['ano], quindi con una sola [n]; a Sud, invece, il suono resta uguale a quello latino; [n], insomma, è doppia).
Le principali aree dialettali italiane |
L'immagine è piuttosto chiara. Mette in evidenza, infatti, sia la linea già citata sia la suddivisione dei dialetti italiani, senza tralasciare nessuna delle aree più importanti. Se volessimo dividere la realtà dialettale della nostra penisola in tre grandi gruppi, le aree da individuare sarebbero quella dei dialetti settentrionali (divisi in gallo-italici e veneti), a Nord della La Spezia-Rimini; quella dei dialetti centro-meridionali (divisi in toscani, mediani e meridionali); infine, quella dei dialetti meridionali estremi (Salento, Calabria meridionale e Sicilia), che nella cartina, invece, fanno gruppo con i secondi; il sardo, in conclusione, fa storia a sé.
Così descritta, la situazione dei dialetti sembra molto più semplice di quanto non lo sia in realtà . Nel corso dei prossimi appuntamenti con la dialettologia, scopriremo i fenomeni caratteristici delle varie aree e, soprattutto, i principali problemi legati a questo complesso mondo della linguistica italiana.