Definiamo ' fono ' un suono che ha valore linguistico . Il fruscio delle foglie o il rumore delle macchine, quindi, non rappres...
Definiamo 'fono' un suono che ha valore linguistico. Il fruscio delle foglie o il rumore delle macchine, quindi, non rappresentano dei foni; lo spostamento d'aria prodotto dalla pronuncia di una lettera, di una parola o di una frase, invece, sì. La scienza che studia questo particolare tipo di suoni è la fonetica, generalmente associata a un'altra branca della linguistica, che è la fonologia, incentrata sull'analisi dei fonemi.
Ogni suono, ovviamente, cambia da parlante a parlante, e non solo da dialetto a dialetto, ma anche all'interno dello stesso sistema linguistico. Cento persone, per dirla in altri termini, pronunceranno [a] [e] e tutto il resto dei foni in modo diverso; questo non significa, ovviamente, che esistono cento [a] [e] e così via. Esistono, invece, una [a] e una [e] a livello astratto, alle quali corrispondono a livello concreto varie realizzazioni fonetiche.
Schematizzando:
A livello astratto individuiamo quelli che prima abbiamo definito 'fonemi'; a livello concreto, invece, i 'foni'. Non è difficile capire che, mentre i primi sono pressoché infiniti, i secondi, al contrario, variano da lingua a lingua. Nella lingua italiana ne esistono una trentina; questa approssimazione, ovviamente, è voluta: non tutti i linguisti sono d'accordo nel ritenere alcuni fonemi tali. All'inizio dell'articolo, comunque, potrete trovare la lista accettata da gran parte degli studiosi.
In linea di massima, individuarli non è difficile. Partendo dalla seconda regola di Trubeckoj (1939), uno dei padri fondatori della fonologia:
'Quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati fra loro senza con ciò mutare il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi'
si arriva alla conclusione che per individuare un fonema è necessario procedere così:
- Due foni devono ricorrere nelle stesse posizioni;
- Gli stessi foni devono essere scambiati tra loro;
- Se il significato della parola cambia, allora sono due fonemi.
Facciamo degli esempi, sottolineando che questa viene chiamata 'regola delle coppie minime'.
(A) Mara/Tara
(B) Cina/Pina
(C) Lotto/Sotto
Come vedete in (A), sostituendo, senza cambiare posizione, /m/ con /t/, le parole cambiano completamente accezione: la prima individua un nome di persona; la seconda, invece, rifacendoci al Sabatini-Coletti, la 'parte da detrarre dal peso lordo per avere il peso
netto, in genere costituita dal recipiente, dall'imballaggio o dal mezzo
di trasporto della merce'. Le coppie minime, per completezza, sono costituite da 'Mara' e 'tara'; 'Cina' e 'Pina'; 'lotto' e 'sotto'.
Provate a creare voi delle coppie minime: è estremamente semplice e utile, per capire un argomento non proprio semplice.