Qual è la forma corretta tra "com'è" o "come è"? Si scrive con o senza apostrofo? In questa breve guida vi spiegheremo cos'è l'elisione, ne tratteremo alcuni degli aspetti essenziali e poi vi daremo la risposta che cercate. A che serve infatti rispondere subito senza dare alcuna motivazione? Buon italiano a tutti!
Qualche volta ci è capitato che qualcuno ci scrivesse per chiederci se si scrive com'è o come è, un dubbio di natura ortografica quindi, uno di quelli fastidiosi che qui sulle pagine di Linkuaggio troverà la sua risposta. L'argomento portante di questo approfondimento è l'elisione, che non va confusa con il troncamento o apocope: si tratta di un fenomeno fonetico (legato quindi alla pronuncia) che graficamente viene indicato in genere con l'apostrofo. Di seguito non troverete soltanto la definizione di elisione ma attraverso degli esempi ne commenteremo anche gli aspetti essenziali, per poi arrivare alla risposta al quesito: come ben sapete, infatti, rispondere a una domanda senza dare spiegazioni non è nel nostro stile poiché non lo riteniamo utile. Veniamo al dunque.
L'elisione consiste nella scomparsa della vocale che si trova in fin di parola quando la stessa parola è seguita da un'altra iniziante per vocale: pensate per esempio all'articolo determinativo lo davanti a parole che iniziano per vocale; voi non dite lo eroe, lo abito, lo agnello, lo aiuto ecc. ma dite l'eroe, l'abito, l'agnello, l'aiuto ecc. Lo stesso vale per l'articolo femminile la: non si dice la anatra, la acca, la antenna, la asciugatrice ma l'anatra, l'acca, l'antenna, l'asciugatrice ecc. L'elisione è proprio questo insomma: cade la vocale finale di una parola quando quella successiva inizia per vocale.
La risposta alla domanda si scrive com'è o come è? dovrebbe essere quasi scontata adesso: visto che abbiamo parlato di elisione, e abbiamo detto che cade una vocale perché la parola successiva inizia proprio per vocale, allora com'è rientra a pieno in questo caso; la forma non elisa sarebbe infatti come a cui fa seguito è verbo: le due e sono vicine e quindi l'ultima di come cade.
Avete ragione: si scrive proprio com'è ma non dovete pensare che valga per tutte le parole; ci sono infatti dei casi in cui l'elisione oggigiorno è obbligatoria e altri in cui può anche essere evitata. Come sempre, la nostra lingua ci pone dinanzi a dei casi particolari, che non si possono liquidare con dei semplici è giusto o è sbagliato.
L'elisione consiste nella scomparsa della vocale che si trova in fin di parola quando la stessa parola è seguita da un'altra iniziante per vocale: pensate per esempio all'articolo determinativo lo davanti a parole che iniziano per vocale; voi non dite lo eroe, lo abito, lo agnello, lo aiuto ecc. ma dite l'eroe, l'abito, l'agnello, l'aiuto ecc. Lo stesso vale per l'articolo femminile la: non si dice la anatra, la acca, la antenna, la asciugatrice ma l'anatra, l'acca, l'antenna, l'asciugatrice ecc. L'elisione è proprio questo insomma: cade la vocale finale di una parola quando quella successiva inizia per vocale.
La risposta alla domanda si scrive com'è o come è? dovrebbe essere quasi scontata adesso: visto che abbiamo parlato di elisione, e abbiamo detto che cade una vocale perché la parola successiva inizia proprio per vocale, allora com'è rientra a pieno in questo caso; la forma non elisa sarebbe infatti come a cui fa seguito è verbo: le due e sono vicine e quindi l'ultima di come cade.
Avete ragione: si scrive proprio com'è ma non dovete pensare che valga per tutte le parole; ci sono infatti dei casi in cui l'elisione oggigiorno è obbligatoria e altri in cui può anche essere evitata. Come sempre, la nostra lingua ci pone dinanzi a dei casi particolari, che non si possono liquidare con dei semplici è giusto o è sbagliato.
Quando l'elisione è obbligatoria?
A proposito dell'elisione vi segnaliamo ciò che scrive Luca Serianni in quella che comunemente chiamiamo Garzantina, una delle grammatiche italiane di consultazione più importanti in cui l'illustre storico della lingua e filologo non si limita a mostrare e descrivere il funzionamento dell'italiano ma dà anche dei consigli su cosa si può scrivere e su cosa non si deve scrivere:
'L'elisione grafica è normale con gli articoli singolari e con le relative preposizioni articolate (l'oro, nell'età, un'amica;) con gli aggettivi dimostrativi singolari questo, questa, quello, quella (quest'asino, quell'epoca); con bello, bella (bell'uomo, bell'idea); con santo, santa (sant'Antonio, sant'Anna); con come e ci davanti al verbo essere (com'è andata?, c'è, c'erano); in una serie di espressioni idiomatiche: a quattr'occhi, l'altr'anno, tutt'altro, senz'altro e nient'altro, mezz'ora [anche se non pochi vocabolari riportano come accettabile anche la forma mezzora ndr] ecc...'
In tutto il resto dei casi - precisa subito dopo Serianni - entrano in gioco scelte personali. Pensate ad esempio alla preposizione semplice di: voi potete dire tanto mi è stato d'aiuto quanto mi è stato di aiuto. Diciamo che spesso entrano in gioco tanti fattori - l'uso della comunità prima di tutto - e non sempre perciò si può dire immediatamente che una forma è errata o corretta.
Di sicuro però la lingua cambia nel tempo e certe elisioni che prima erano possibili adesso non lo sono più: prima era frequente trovare scritto per esempio gli apostrofato dinanzi a nome plurale (es. gl'Italiani) ma questa possibilità è ormai caduta in disuso e si configura pertanto come un errore.
Bisogna fare mola attenzione perciò prima di dare una risposta a un quesito di grammatica italiana: a scuola ci insegnano che una cosa è nera o bianca e che non esistono sfumature; è importante prendere in considerazione invece storia della lingua italiana, sociolinguistica, scelte e usi dei parlanti e molto altro ancora. La lingua non è solo un insieme di regole ma è molto di più.
Di sicuro però la lingua cambia nel tempo e certe elisioni che prima erano possibili adesso non lo sono più: prima era frequente trovare scritto per esempio gli apostrofato dinanzi a nome plurale (es. gl'Italiani) ma questa possibilità è ormai caduta in disuso e si configura pertanto come un errore.
Bisogna fare mola attenzione perciò prima di dare una risposta a un quesito di grammatica italiana: a scuola ci insegnano che una cosa è nera o bianca e che non esistono sfumature; è importante prendere in considerazione invece storia della lingua italiana, sociolinguistica, scelte e usi dei parlanti e molto altro ancora. La lingua non è solo un insieme di regole ma è molto di più.
Quindi si scrive com'è o come è andato l'esame? Riassunto
Ad ogni modo ormai la risposta è chiara ma conviene tirare un po' le somme: si scrive com'è e non come è perché è entrato nell'uso elidere come dinanzi al verbo essere. Badate bene però: quanto detto per com'è non vale per tutte le parole perché bisogna considerare l'uso, e quindi l'affermazione di una certa abitudine tra chi parla e chi scrive, e anche la storia della lingua, che ha visto morire certe elisioni e nascerne di altre (es. la già citata gl'italiani, forma non più possibile).
Tra scrivere com'è e scrivere come è dunque non potete sentirvi liberi di scegliere la forma che più preferite perché rischiereste di commettere un errore (però non grave in alcuni casi: pensate a come è stato detto, che non ci sembra neanche sbagliato). Sull'uso dell'apostrofo potete esercitarvi con questi test che abbiamo preparato per voi.
Se avete altri dubbi e volete risolverli non dimenticate di contattarci tra i commenti o su Facebook: cercheremo di rispondervi come meglio possiamo! Il nostro obiettivo è proprio quello di aiutarvi, no? Non temete!
La foto è tratta da Pixabay.com
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