Presupposto essenziale della frase semplice è la presenza di un verbo di modo finito , coniugato dunque all' indicativo , al cong...
Presupposto essenziale della frase semplice è la presenza di un verbo di modo finito, coniugato dunque all'indicativo, al congiuntivo, al condizionale o all'imperativo. Non tutti i verbi, però, sono dotati di piena autonomia; ci sono, infatti, casi in cui servono per forza altri elementi per completarli e rendere, quindi, tutta la frase comprensibile. Prendete in considerazione, per esempio, queste proposizioni:
(A) Cammino
(B) I carabinieri catturarono il malfattore
(C) Marco ha detto ai suoi amici di non assillarlo
Nel caso (A), il verbo deve essere per forza flesso alla prima persona singolare ('Io cammino'), non trattandosi di un verbo impersonale come 'piove' e necessitando, dunque, per forza di un soggetto; nel caso (B), invece, 'catturarono' necessita non solo del soggetto 'i carabinieri', ma anche del complemento oggetto 'il malfattore'; senza 'il malfattore', infatti, la frase suonerebbe incompleta; lo stesso si può dire di (C), dove 'ha detto' ha bisogno del soggetto 'Marco', del complemento oggetto 'di non assillarlo' e, infine, del complemento di termine 'ai suoi amici' (per funzionare al meglio, infatti, c'è bisogno che un elemento specifichi a chi è diretta l'azione del dire).
Gli elementi che servono al verbo per 'funzionare' correttamente sono definiti 'argomenti'; il numero minimo di argomenti di cui il verbo necessita è definito 'valenza verbale'. A seconda dei cas\i, il verbo può essere:
- 'Avalente', quando non ha bisogno di argomenti (tutti i verbi meteorologici, per esempio): 'piove' 'nevica' 'grandina' etc...
- 'Monovalente', se necessita di un solo argomento (i verbi intransitivi): 'camminare' 'passeggiare' 'arrivare' 'partire' etc...
- 'Bivalente', se ha bisogno di due argomenti (i verbi transitivi): 'mangiare' 'bere' 'lanciare' 'piantare' etc...
- 'Trivalente', se necessita di tre argomenti (sono i cosiddetti verbi del 'dire' e del 'fare').
A seconda dell'uso, un verbo può anche cambiare valenza; un verbo avalente come 'piove', per esempio, può diventare 'monovalente' nella frase 'Piovono lacrime dal cielo', dove solo 'lacrime' è argomento; 'dal cielo', invece, essendo un elemento accessorio, è definito 'circostanziale'.
Il concetto di 'valenza verbale' è stato coniato intorno alla prima metà del Novecento dal linguista francese Lucien Tesnière, assieme a quelli di 'argomento' e 'circostanziale' ed è tuttora utilizzato in tutti gli studi di grammatica e linguistica e in diversi programmi di italiano.