Il " che " è una tra le parole più "famose" della lingua italiana . Proprio per questo, nell'ambito dell' ana...
Il "che" è una tra le parole più "famose" della lingua italiana. Proprio per questo, nell'ambito dell'analisi grammaticale causa non pochi problemi agli studenti. Tale parte del discorso assume, infatti, moltissime funzioni a seconda del contesto; come se non bastasse, nell'italiano neostandard oggi ne ricopre qualcuna che prima, invece, era attribuita solo e soltanto ad alcuni pronomi (come "cosa", per esempio). Vediamo i casi più particolari in cui il "che" può comparire.
(A) Che hai fatto?
(B) Che cosa bizzarra!
Nel primo caso, è un pronome interrogativo invariabile (o indeclinabile); questa funzione, prima che il "che" prendesse il sopravvento, poteva essere assunta solo dal pronome "cosa"; la frase sarebbe stata, quindi: "Cosa hai fatto?". Esiste, ovviamente, anche la variante: "Che cosa hai fatto?". Nel secondo caso, "che" è un aggettivo esclamativo, seguito dal nome "cosa".
(C) Ho visto sul tavolo il quadro che mi hai regalato... Stupendo!
(D) Il quadro che sta sul tavolo è stupendo
In (C) e (D) "che" ha funzione pronome relativo: nel primo caso di complemento oggetto; nel secondo, invece, di soggetto. Non è molto semplice riuscire a distinguere le due funzioni, ma questo approfondimento sul "che" complemento oggetto e sul "che" soggetto vi sarà senz'altro d'aiuto.
(E) Ho visto che hai mangiato
(F) Si pensa che verrai bocciato
In queste frasi "che" è una congiunzione subordinante, in quanto nel primo caso introduce una oggettiva; nel secondo, invece, una soggettiva. La differenza tra le due subordinate è spiegata nel dettaglio in questo speciale, in cui troverete la risposta a ogni vostra perplessità .
Non è molto semplice, ma un po' di esercizio dovrebbe permettervi di chiarire definitivamente le idee.