"Bushismo" è una parola che indica la serie di errori ripetuti da Geroge W. Bush durante i suoi discorsi. Ecco quelli più divertenti
La parola "bushismo" è nata proprio grazie a George W. Bush, l'ex presidente degli Stati Uniti d'America, o per via dei numerosi errori grammaticali e gaffe linguistiche di cui si è reso protagonista. Bushism inizialmente indicava solamente gli strafalcioni grammaticali, di sintassi e logica commessi da Bush durante i suoi numerosi discorsi; dopo breve tempo, però, è diventato un termine di più ampio respiro: adesso fa riferimento anche agli errori madornali che si commettono quando si parla (e Barbara D'Urso, per citare solo uno dei personaggi altrettanto chiacchierati, ne sa qualcosa).
Ma concentriamoci sul politico americano: quando si rivolgeva agli americani o a uomini illustri, Bush commetteva molti errori di grammatica, strafalcioni che molto spesso sono stati raccolti in diverse top ten. Vediamone i principali:
- Bush era solito aggiungere desinenze d'agente a parole inglesi alle quali tali desinenze non si applicano mai; è come se in Italia -ore delle parole "costruttore" "attore" e così via venisse affisso a parole come *mangiatore. L'ex presidente, quindi, coniava termini che non esistevano (per fortuna, subito morti sul nascere): basti pensare a suicider, che può essere tradotto come *suicidatore e non come "suicida";
- Aggiungeva -s finale ad alcuni plurali che, per regola, non la richiedono; come per esempio children;
- Creava nuove parole con meccanismi di composizione conosciuti anche all'estero: tacular è una di queste, essendo formata dall'unione di tactical "tattico" e nuclear "nucleare";
- Invertiva parole o sillabe tra loro vicine (il meccanismo è conosciuto come "metatesi"): mexed missages invece di mixed messages oppure terriers bariffs invece di barriers and tariffs (errori come questo possono capitare in realtà: ne è un esempio il nostro divertente Luca Giurato).
- Utilizzava parole inesistenti e assolutamente errate, anche se comprensibili: misunderestimated, che in italiano possiamo tradurre con "malsottovalutato";
- Inseriva in alcune frasi termini che, in quella collocazione, risultano esilaranti: "Abbiamo avuto occasione di visitare Teresa Nelson, che è una genitrice e una mamma o un papà";
- Usava spesso e volentieri la doppia negazione, che in inglese è assolutamente da evitare, se non nei discorsi in cui si fa uso dello slang: "We've not got no better friend and ally than South Korea";
- Faceva scorpacciate di parecchie lettere: basti pensare alla trasformazione di terrorist in trorist.
Gli errori del presidente americano sono stati raccolti per creare rubriche divertenti e, in diversi casi, per ridicolizzarlo; gli oppositori di Bush, infatti, hanno utilizzato questi strafalcioni come arma per mostrare alcune delle sue lacune culturali e non solo.
In rete, poi, ci sono tantissimi siti dedicati ai bushismi. Il più famoso è certamente quello gestito da Jacob Weisberg, autore della serie Bushisms. Questi errori di grammatica si sono diffusi velocemente sul web e continuano a far ridere molti americani e non.
Si può dire con sicurezza che il bushismo più famoso di George Bush sia Internets (invece di "Internet") citato più volte in questo discorso:
Si può dire con sicurezza che il bushismo più famoso di George Bush sia Internets (invece di "Internet") citato più volte in questo discorso:
"Sento che ci sarebbero delle voci sulle Internet, secondo cui pareggeremo. Non so quante di queste Internet stanno diffondendo queste voci, ma si sbagliano. Penso che il problema qui sia soprattutto liberarsi delle Internet peggiori e tenere quelle migliori. Perché penso che possiamo essere tutti d'accordo che ci sono decisamente troppe Internet".
A quando delle top ten con i nostri politici protagonisti? Linguistiche, s'intende.