Qual è il plurale di "faccia"? Si scrive "facce" o "faccie"? Domande del genere riguardano tutte le parole ...
a proposito di "denuncia" e "provincia", ma qui vale la pena soffermarsi ulteriormente, proponendo altri esempi.
Qual è il plurale di "faccia"? Si scrive "facce" o "faccie"? Domande del genere riguardano tutte le parole che terminano in -cia e in -gia e non soltanto la "protagonista" di questo intervento. Vige, comunque, una regola ben precisa, appresa la quale risulterà un gioco da ragazzi formare il plurale. Ne abbiamo già parlato
Per formare il plurale delle parole che terminano in -cia e in -gia, bisogna controllare la lettera che precede questi due gruppi: in "faccia", quindi, c; in "camicia" i e così via; se tale lettera è una consonante, il plurale sarà formato senza i; se, invece, è una vocale, i si conserva.
Vediamo alcuni esempi: il plurale di "valigia" è "valigie", perché prima di g c'è una vocale; per lo stesso motivo, il plurale di "ciliegia" è "ciliegie" e non "ciliege" (in realtà , questa forma è ammessa per ragioni etimologiche). Discorso diverso, invece, vale per "faccia", il cui plurale è "facce": c, infatti, è preceduta da una consonante e perde i.
Vediamo alcuni esempi: il plurale di "valigia" è "valigie", perché prima di g c'è una vocale; per lo stesso motivo, il plurale di "ciliegia" è "ciliegie" e non "ciliege" (in realtà , questa forma è ammessa per ragioni etimologiche). Discorso diverso, invece, vale per "faccia", il cui plurale è "facce": c, infatti, è preceduta da una consonante e perde i.
La regola, insomma, è semplicissima; questo non vuol dire che vi siano delle eccezioni, giustificate, per esempio, dalla letteratura italiana: essendo state utilizzate più volte in passato, sia "denuncie" sia "provincie" sono forme che risultano accettabili; sarebbe meglio evitarle, comunque, in quanto risalenti a un uso piuttosto antico e superato.
Guardate in faccia alla realtà e seguitene a fondo gli sviluppi: che senso ha riproporre parole che ormai hanno fatto il loro tempo?