Avverbi o locuzioni avverbiali? " è una domanda che necessita di una considerazione immediata: il significato degli uni e delle altre ...

Gli avverbi vengono classificati non
soltanto in
base alla funzione semantica di cui sono portatori - e cioè in base al tipo
di informazione che aggiungono al nome, al verbo e così via -, ma
anche in base alla loro struttura interna (quindi, a livello morfologico);
individuiamo, in particolare:
- Gli avverbi semplici, che non sono
ulteriormente scomponibili in altre unità (definite
"morfemi"); alcuni esempi renderanno sicuramente pià chiaro il
concetto: si tratta delle parole "ieri", "oggi",
"domani", "quando", "perché", "come",
"più", "meno" etc;
- Gli avverbi composti, che sono
costituiti da elementi diversi che oggi, però, non sono più percepiti come
tali; basti pensare alla parola "talvolta", che deriva sì
dall'univerbazione di "tal" e "volta", ma nessuno di noi lo
percepisce altresì come composto; in altri termini, lo consideriamo come se
fosse una parola nata così come la leggiamo, e non come se fosse frutto di
composizione;
- Gli avverbi derivati, costituiti da una
base e un suffisso (-oni e -mente sono quelli più utilizzati);
considerate, per esempio, parole come "gattoni",
"ginocchioni", "facilmente", "chiaramente",
"stranamente" etc;
- Le locuzioni avverbiali, espressioni
costituite da due o più parole disposte in una serie fissa, equivalente a un
avverbio (anche se in diversi casi possono essere difficilmente sostituite da
quest'ultimo); pensate a gruppi di parole come "a poco a poco",
"a balzelloni", "a gattoni", "a tentoni", "a
stento", "a faccia a faccia" e così via.
Come vedete, la grammatica italiana è piena di
sentieri impervi - è difficile, per esempio, distinguere gli avverbi dalle preposizioni e dalle congiunzioni -; con un po' di attenzione ed esercizio, però,
tutto diventa molto più semplice.