Carolina Picchio, la studentessa suicida dell' istituto Pascal di Romentino , è stata l'ennesima vittima del bullismo , così com...
Carolina Picchio, la studentessa suicida dell'istituto Pascal di Romentino, è stata l'ennesima vittima del bullismo, così come tanti altri giovani ragazzi che ogni giorno devono combattere chi scaglia contro di loro giudizi pesanti e critiche senza senso, atte solo a fare del male. Basti pensare, per esempio, allo studente gay che si è ammazzato a Roma perché non riusciva più a sopportare chi lo insultava per la sua eccentricità .
Anche la studentessa di Novara, non tollerando più le pressioni dei suoi amici, ha deciso di farla finita, lanciandosi dalla finestra della sua casa. I primi a parlare di bullismo sono stati gli amici intimi della ragazza, che su Twitter e su Facebook hanno scritto messaggi del tipo:
"La conoscevo e conoscevo anche chi la giudicava".
O ancora:
"No, non ce la faccio. Devo andare a scuola e sono costretta a vedere quella banda di deficienti!".
Il procuratore Francesco Saluzzo, che sta cercando di spiegare la vera causa del suicidio della quattordicenne, afferma che bisogna fare attenzione a quella miriade di messaggini che sono comparsi sui famosi social network, perché nessuno ancora sa con precisione cosa abbia spinto Carolina a compiere quell'orribile gesto:
"Dobbiamo evitare di dare vita a una caccia alle streghe. Bisogna stare attenti a
non creare situazioni che possano portare ad altre tragedie simili. Ci
deve essere molta responsabilità da parte di tutti, bisogna stare molto
attenti a cosa si dice".
Ora, però, spunta una lettera, nella quale, con tutta probabilità , Carolina Picchio avrebbe palesato ai suoi genitori i motivi del voler porre fine alla sua giovane vita. Ma su questa missiva, per ora, non ci è dato sapere nulla. Si sta parlando, in questi giorni, di una festa in cui la studentessa avrebbe preso parte, nella quale sarebbero nate - come dichiara un suo amico - delle "strane voci".
Anche il Moige (Movimento Italiano Genitori) vuole fare chiarezza su questo caso; e se la ragazza è stata tormentata dal cyber-bullismo, diventerà parte civile di un ipotetico processo:
"I social network sono un far west, senza regole, né controlli. Il social network può essere colpevole di non aver vigilato, nei suoi sever, sulla presenza del gruppo di minori, protagonisti di queste violenze psicologiche verso la ragazza".
Intanto su Twitter è nato un hashtag (un tag molto speciale) per Carolina, grazie al quale possono essere raccolte tutte le dediche rivolte alla giovane.