La differenza tra proposizione relativa propria e impropria è facilmente individuabile: ben altra cosa è, invece, distinguere l' imp...
La differenza tra proposizione relativa propria e impropria è facilmente individuabile: ben altra cosa è, invece, distinguere l'impropria da proposizioni che con questa potrebbero confondersi. Ma procediamo con ordine: cos'è una proposizione relativa e quali sono le sue caratteristiche?
Affinché una subordinata possa essere definita così è necessario che sia presente un pronome relativo, che richiami la proposizione precedente (definita "antecedente"). Procediamo con due esempi che ci permetteranno di fare ulteriori precisazioni:
- Ho mangiato il cibo che hai lasciato nel piatto
- Il giubbotto, che è davvero bello, non è della mia taglia
In entrambi i casi "che" è un pronome relativo e richiama "il cibo" della prima proposizione e "il giubbotto" della seconda; pochi dubbi, insomma: le due frasi sono relative.
Relativa limitativa o descrittiva?
Possiamo distinguerle, per di più, in "relativa limitativa" o "restrittiva" e "relativa esplicativa" o "descrittiva", a seconda del tipo di informazione che aggiungono a tutto il periodo: nel primo periodo "che hai lasciato nel piatto" fa intendere che il soggetto ha mangiato solo il cibo lasciato nel piatto; nel secondo, invece, "che è davvero bello" aggiunge semplicemente una informazione di cui avremmo potuto fare a meno: avremmo capito lo stesso che non era della taglia del soggetto, anche se fosse stato brutto; altra situazione, invece, con questo terzo esempio:
- Il giubbotto che è davvero bello non è della mia taglia
Anche se la frase non rispecchia le dinamiche del parlato (normalmente diremmo "il giubbotto bello", enfatizzando l'aggettivo), ci permette di spiegare ancora meglio il concetto: solo il giubbotto che è davvero bello non è della taglia del soggetto, e non qualche altro; in conclusione, se il secondo caso presenta una relativa esplicativa, il terzo introduce una limitativa.
Prima di proseguire con le proposizioni relative improprie, ricordate di non confondere mai "che" pronome con "che" congiunzione: solo quest'ultimo introduce una subordinata.
Le proposizione relative improprie
Una chiara spiegazione delle proposizioni relative improprie è data dal linguista Luca Serianni in Italiano. Grammatica, sintassi e dubbi - grammatica di riferimento della lingua italiana -, dove si legge che:
"L'indicativo è il modo di gran parte delle relative esplicative e delle relative limitative che enuncino un fatto in termini oggettivi, reali, descrittivi; il congiuntivo attribuisce alla frase una coloritura eventuale, accostandola a una finale, a una consecutiva o a una condizionale (ha invece l'indicativo la relativa con valore casuale). [...] Si tenga presente che spesso i diversi valori sfumano l'uno nell'altro".
In linea di massima, perciò, troverete una proposizione relativa impropria con il congiuntivo e questa sarà sicuramente collocata nella dimensione dell'eventualità . Facciamo alcuni esempi:
In linea di massima, perciò, troverete una proposizione relativa impropria con il congiuntivo e questa sarà sicuramente collocata nella dimensione dell'eventualità . Facciamo alcuni esempi:
- Convinci Susanna che lo venga a prendere ("che" ha valore finale: può essere sostituito da "affinché")
- Gli eventuali errori che dovessero commettere saranno puniti ("che" ha valore condizionale, poiché esprime una eventualità , una circostanza che potrebbe verificarsi)
- Non c'è niente che tu possa fare per me ("che" ha valore consecutivo e rappresenta la conseguenza dell'inesistenza di una soluzione: non c'è proprio niente che l'interlocutore possa fare per il soggetto)
Proponiamo la seguente analisi del periodo, per ricordare che una
proposizione impropria dal valore consecutivo può essere introdotta
frequentemente o da un pronome (o aggettivo) indefinito negativo (nell'ultimo caso presentato presentato, "niente") o da un superlativo (come nella frase
che segue):
- Sono le cose più belle che abbia mai fatto in vita mia e non le dimenticherò facilmente
Sono le cose più belle = proposizione principale
che abbia mai fatto in vita mia = proposizione relativa con valore consecutivo
e non le dimenticherò facilmente = proposizione coordinata alla subordinata relativa
Il valore casuale - come ha sottolineato Serianni - è associato all'indicativo, ma non è sempre facile da individuare: il linguista cita Il giardino dei Finzi-Contini di Bassani e, in particolare "del resto, tu che sei letterato, ricorderai certamente come inizia l''Edmengarda' di Giovanni Prati"; il "che" pronome relativo assume valore casuale, perché la frase può essere facilmente resa così: "dato che sei letterato, ricorderai certamente [...]".
L'argomento è abbastanza difficile - e certe classificazioni risultano davvero forzate ed eccessive -, ma un po' di esercizio e, soprattutto, tanta attenzione dovrebbero portarvi a degli ottimi risultati.