Interiezione propria e impropria sono due categorie di una stessa parte invariabile del discorso , l'interiezione per l'appunto ...
Interiezione propria e impropria sono due categorie di una stessa parte invariabile del discorso, l'interiezione per l'appunto, che andrebbero meglio definite come "interiezione primaria" e "interiezione secondaria"; questa definizione, infatti, permette di afferrarne il senso senza fraintendimenti. Ma partiamo da alcuni esempi:
- Bah... Non è che mi convinca
- Gallina! Sì, hai sentito bene: sei una gallina!
- Pronto? Con chi parlo?
- Buongiorno, dottore! Sta bene?
Si tratta di quattro casi diversi tra loro: nel primo fa la sua comparsa una interiezione primaria, perché corrisponde a tre suoni che formano una parola avente la sola funzione di interiezione (è lo stesso caso di "boh", "ohi", "ah", "oh" etc); nel secondo, invece, è una interiezione impropria a comparire: "gallina" è un nome comune di animale che in questo caso viene usato come esclamazione, cioè con una funzione diversa da quella di sostantivo; ebbene, in tutte le circostanze in cui una parola che ha un uso generalmente differente da quello esclamativo viene utilizzata così parliamo di "interiezione secondaria".
Questo ci permette di fare una considerazione non importante ma comunque interessante: le prime sono una classe di parole tendenzialmente più chiusa rispetto alle seconde, nel senso che queste ultime possono sicuramente arrivare ad accogliere un numero pressoché infinito di espressioni, molto più ampio, dunque, rispetto alle primarie (non per niente, molte delle interiezioni secondarie sono costituiti da nomi di animali: "cane!", "verme!", "maiale" e così via ne sono senz'altro degli esempi).
Ma passiamo al terzo e al quarto caso: potete ben notare che anche "pronto" rappresenta una interiezione; rientrano in questo gruppo, infatti, tutte quelle espressioni che hanno valore fatico, che servono, cioè, per attivare il canale comunicativo; anche "sì pronto?", quindi - in questo caso, però, parliamo di una locuzione interiettiva e non di una semplice interiezione -, ma non solo: "senti", "senta", "vedi", "guarda", quando utilizzati in particolari contesti (es. "Senti, hai davvero rotto!").
Per quanto riguarda la quarta interiezione, e cioè "buongiorno", ci permette di sottolineare che pure le formule di saluto rientrano in questa categoria; quindi, anche parole come "addio", "buondì", "buonasera", "ciao" e così via.
Individuare la differenza tra interiezione propria e impropria non è difficile, ma fate attenzione: la lingua italiana - si sa - è ricca di "sentieri impervi".