Per forma passiva e attiva dei verbi italiani intendiamo, anzitutto, un particolare tipo di rapporto che il verbo instaura con il sogget...
Per forma passiva e attiva dei verbi italiani intendiamo, anzitutto, un particolare tipo di rapporto che il verbo instaura con il soggetto e il complemento oggetto; la parola "forma" equivale, in questo caso, ai termini "voce" e "diatesi" e parlare soltanto di "passiva" e "attiva" non è corretto; le forme del verbo, infatti, sono tre: quella passiva, quella attiva e quella riflessiva. Ma procediamo con ordine.
Si è soliti dire che un verbo alla forma attiva corrisponde all'azione compiuta dal soggetto, ma è inesatta come definizione: il soggetto può anche non compiere alcuna azione, come nel caso in cui dovesse provare qualche sentimento ("Luigi ama Maria"); pur essendo non completamente esatta, però, permette di capire bene quando un verbo è coniugato alla forma attiva: in questo caso, infatti, il soggetto coincide con chi compie effettivamente l'azione; vediamo alcuni esempi:
- Marco è andato a giocare a pallone
- Non ti ho chiamato io
- Girati verso di me, quando parlo con te
I casi presi in considerazione presentano solo verbi espressi alla forma attiva, perché nel primo Marco ha compiuto l'azione di andare a giocare; nel secondo, è stato il soggetto a non chiamare l'oggetto; nel terzo, infine, l'agente ha invitato il suo interlocutore a girarsi verso di lui, quando parlano. Come vedete, insomma, in tutti e tre i casi il verbo corrisponde all'azione svolta dal soggetto (ovviamente, vale anche in quelle circostanze, già citate, in cui questo vive uno stato d'animo particolare: in "Matteo ama Marco", per esempio, è il primo che si trova nella situazione di amare il secondo, ed è quindi lui il soggetto di un verbo attivo).
Per quanto riguarda la forma passiva, questa esprime l'esatto opposto: fa riferimento a una situazione in cui l'azione non è compiuta dal soggetto, che quindi non è l'agente, perché subisce ciò che ha fatto qualcun altro o qualcosa (espresso, in analisi logica, dal complemento d'agente o di causa efficiente); i seguenti esempi vi renderanno chiaro il concetto:
- Il pallone è stato tirato da Marco
- Io non sono stato chiamato da te
- Il libro è stato inviato ieri, grazie.
I verbi in corsivo hanno tutti un minimo comun denominatore: rappresentano un'azione subita dal soggetto e non compiuta da questo; il pallone, infatti, è stato tirato da Marco (in un certo senso, ha subito l'azione del "tirare"); il soggetto non è stato chiamato da qualcuno: quindi, ha subito, sempre in un certo senso, la non azione; il libro, infine, subisce quella di essere stato inviato. Il rapporto tra verbo, soggetto e oggetto, insomma, è diverso da quello di una frase attiva; in alcune circostanze, però, la forma attiva può essere trasformata in passiva e viceversa, e cioè quando il verbo in questione è transitivo; vediamo il seguente esempio:
- Marco studiava storia
- La storia era studiata da Marco
Sono frasi perfettamente equivalenti sul piano semantico: consultate le nostre indicazioni sulla corretta trasformazione di una frase da attiva a passiva per scoprire in che modo bisogna comportarsi.
La terza diatesi possibile è quella riflessiva, per la quale vi rinviamo a questo approfondimento, non senza fornirvi, ovviamente, una sintesi: la diatesi è riflessiva quando il soggetto e l'oggetto del verbo coincidono; anche per questo caso, vediamo qualche esempio:
- Mi lavo stasera, promesso!
- Si sono salutati con fredezza
- Mi chiedo se tu sia proprio così distratto o lo faccia di proposito...
La definizione che abbiamo dato rispetto alla coincidenza fra soggetto e oggetto vale soltanto per il primo esempio; anche gli altri due possono essere considerati, però, verbi riflessivi: parliamo rispettivamente di riflessivo reciproco e riflessivo apparente, per i quali vi invitiamo a leggere la trattazione propostavi poc'anzi.
In passato, o meglio in alcune lingue come il greco, ma non solo, esisteva anche la diatesi media, per la cui corretta definizione riprendiamo Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi del linguista Luca Serianni:
"Attraverso la forma media è [...] possibile, all'interno della coniugazione verbale, indicare una più intensa partecipazione del soggetto all'azione, che resta nella sfera del soggetto stesso. Così, in greco, lýō, attivo, vale 'sciolgo', lýomai, medio, vale 'mi sciolgo', 'sciolgo per me', 'sciolgo nel mio interesse' [...]".
Individuare le tre diatesi non è difficile (fatta eccezione per quella riflessiva, che potrebbe presentare alcuni problemi, come quelli legati agli intransitivi pronominali): un po' di esercizio e parecchia attenzione dovrebbero permettervi di evitare qualsiasi tipo di errore.