"Dativo etico" richiama un caso della grammatica latina ed è usato generalmente con coinvolgimento emotivo da parte di chi parla o scrive
Il dativo etico è una struttura piuttosto frequente in italiano. Richiama il dativo latino, caso che veniva usato principalmente per esprimere il complemento di termine, a cui, ovviamente, il dativo etico è affine; arriviamo alla definizione partendo da alcuni esempi che vi permetteranno di comprendere a fondo il concetto:
2. Ed è ecco che all'improvviso ti si presenta sto ragazzone
I pronomi atoni "mi" e "ti" in questi casi non rappresentano un vero e proprio complemento di termine, perché l'azione ricade sulla persona solo in un certo senso; la 1), per esempio, non potrebbe essere resa del tutto con "non sbagliare a me il compito, sai!", perché il compito in questione potrebbe anche essere stato assegnato da chi parla, ma non è neanche questo, in fondo, ciò che importa: quel "mi" ha una sorta di valore affettivo, perché - citando da Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi del linguista Luca Serianni - "si vuole esprimere un interessamento [...] nei confronti dell'interlocutore". Vediamo altri esempi per rendere tutto più chiaro:
- Non mi cambiare idea all'ultimo momento, ok?
- Stammi bene, Franco!
- Cosa mi stai combinando?
In tutti e tre i casi proposti, è evidente il valore affettivo del pronome clitico di prima persona (la stessa funzione, tra l'altro, è svolta anche da "ci", che è prima persona plurale). Qualora si utilizzassero i pronomi di seconda persona singolare e plurale, invece, più che parlare di coinvolgimento emotivo, bisognerebbe parlare di volontà da parte di chi parla di coinvolgere chi ascolta, come se stesse contribuendo a ciò che viene raccontato; è il caso del secondo esempio, ma qui di seguito ve ne proponiamo altri:
- E loro che ti combinano? Non me lo aspettavo proprio
- Stavo camminando lungo quel viale e chi ti si presenta? Luigi, proprio lui!
Sono presenti anche casi con pronomi clitici di terza persona, ma sono relegate a circostanze particolari e molto meno frequenti, perciò, di "mi" e "ti"; pensiamo, per esempio, alle seguenti battute:
- Ragazzi, ma perché non gli fate mai i compiti?
- Non le mangia la pasta: chissà perché...
Gli esempi che vi abbiamo riportato dovrebbero aver messo in evidenza che la costruzione è difficilmente utilizzabile nello scritto, a meno che non si tratti di contesti poco sorvegliati e comunque molto più vicini al parlato: nei blog di una certa importanza, per esempio, si tratta di un costrutto non difficile da trovare. Se siete dei tipi affettuosi, perciò, sappiate controllarvi.