Uno schema di congiunzioni coordinanti e subordinanti per avere a portata di mano i connettivi più importanti
Definizione di congiunzione
Vale la pena sottolineare, prima di procedere, anzitutto cos'è una congiunzione, riprendendone la definizione da Italiano. Grammatica, sintassi e dubbi del linguista Luca Serianni:
"La congiunzione è una parte del discorso invariabile che serve a collegare sintatticamente due o più parole (o gruppi di parole) di una frase, oppure due o più frasi di un periodo. [...] Negli studi linguistici più recenti, le congiunzioni tendono a confluire nella più vasta categoria dei connettivi, cioè di quelle parole che [...] svolgono funzione di raccordo tra varie parti del testo, contribuendo alla pianificazione sintattica del discorso".
"La congiunzione è una parte del discorso invariabile che serve a collegare sintatticamente due o più parole (o gruppi di parole) di una frase, oppure due o più frasi di un periodo. [...] Negli studi linguistici più recenti, le congiunzioni tendono a confluire nella più vasta categoria dei connettivi, cioè di quelle parole che [...] svolgono funzione di raccordo tra varie parti del testo, contribuendo alla pianificazione sintattica del discorso".
Differenza tra congiunzioni coordinanti e subordinanti
In secondo luogo, va messa in evidenza la differenza tra congiunzioni coordinanti e congiunzioni subordinanti: le prime pongono la frase che introducono sullo stesso piano della reggente, talvolta aggiungendo un'informazione (nel caso delle "copulative"); talaltra, contraddicendo quanto detto in precedenza (nel caso delle "avversative"); le seconde, invece, pongono la proposizione che segue in un rapporto di dipendenza rispetto alla principale. Il discorso, ovviamente, vale anche per le singole parole: la congiunzione "e" è coordinante sia in "Marco e Luigi vanno a casa" sia in "Marco è andato a Casa e Luigi lo ha seguito".
Classificazione delle congiunzioni coordinanti
Vediamo, ora, la classificazione delle coordinanti:- Copulative (negative o positive): aggiungono un'informazione di carattere negativo o positivo ("e", "anche", "pure", "altresì", "inoltre", "né", "neanche", "neppure", "nemmeno" );
- Disgiuntive: introducono un'alternativa ("o", "oppure", "ovvero", "ovverosia", "altrimenti");
- Avversative: introducono un'opposizione ("ma", "tuttavia", "bensì", "invece", "peraltro", "eppure", "sennonché");
- Conclusive: introducono una conclusione ("dunque", "perciò", "quindi", "pertanto");
- Esplicative: spiegano quanto detto in precedenza ("infatti", "difatti", "cioè", "ossia", "ovvero");
- Correlative o nessi correlativi: si usano in coppia, per far corrispondere due elementi ("e... e", "o... o", "né... né", "non solo... ma anche", "sia... sia", "sia... che" etc.).
Classificazione delle congiunzioni subordinanti
Le subordinanti, invece, sono così raggruppate (proponiamo solo alcuni esempi e non tutte le parole che fanno parte della categoria):
- Causali: "perché", poiché", "giacché", "siccome", dacché";
- Finali: "affinché", "perché", "acciocché";
- Consecutive: "cosicché", "sicché", "talché", "tantoché";
- Temporali: "quando", "mentre", "allorché", "allorquando", "finché", "dopo";
- Concessive: "nonostante", "benché", "sebbene", "quantunque", "malgrado", "seppure";
- Dichiarative: "che", "come";
- Condizionali: "se", "qualora";
- Modali: "come";
- Avversative: "mentre", "quando", "laddove", "ove", "dove";
- Eccettuative: "fuorché";
- Interrogative dirette: "come", "quando", "dove", "perché";
- Comparative: "come";
- Relative: "che" "cui".
Dallo schema sono state escluse le locuzioni congiuntive, che hanno lo stesso significato delle congiunzioni, ma che sono costituiti da gruppi di parole e non da un solo termine.