Cosa sono i nomi difettivi e in quante categorie possono essere raggruppati? Guida ai sostantivi che mancano del singolare e del plurale
I nomi difettivi rappresentano una categoria particolare di sostantivi che manca o del singolare o del plurale: esempi classici sono parole come "le mutande" (che non ha il singolare), "il latte" (che non ha il plurale) e molti altri nomi che, per motivi che illustreremo nel corso di questo approfondimento, non seguono la normale flessione (singolare/plurale).
Nomi difettivi del singolare
Partiamo dai nomi difettivi del singolare. Potrebbero non averlo, ad esempio, perché l'oggetto in questione è formato da più parti uguali: pensate alle mutande, ai pantaloni, alle forbici, alle manette e così via. Non è detto, ovviamente, che il trattamento del nome non possa cambiare nel corso del tempo. Citando FOGARASI 1984:194, il linguista Luca Serianni spiega, infatti, che "per gli ogetti di vestiario, [...] si può dire un pantalone, un occhiale per indicare una delle due parti di cui essi constano. Accanto a quest'uso, ricorderemo quello più recente, del singolare per designare 'un singolo paio', oppure 'un singolo tipo'".
Ma vediamo assieme quali altri nomi non dispongono del singolare:
- Nomi che indicano una pluralità (di oggetti ed eventi): pensiamo ai "dintorni" oppure "alle stoviglie";
- Nomi che già in latino (lingua madre dell'italiano e delle lingue romanze) non avevano il singolare: si pensi alle "nozze", alle "ferie" oppure ai "posteri".
Nomi difettivi del plurale
Esistono, ovviamente, anche i sostantivi che non hanno il plurale: prima si è citato il "latte", ma la casistica è molto corposa, come fa notare sempre Luca Serianni; accanto a nomi di elementi chimici o metalli ("l'argento", "l'ossigeno" etc) e a sostantivi che si riferiscono a malattie ("la malaria", "il tifo" etc), troviamo i nomi dei mesi, quelli che si riferiscono a prodotti alimentari (non tutti, però), i nomi astratti ("l'amore", "il coraggio" etc) e, infine, buona parte dei nomi collettivi (diremo "la gente", "la prole", "il fogliame", ma "i pioppeti", plurale di "il pioppeto"; "gli stormi", plurale di "lo stormo" e così via).
Va segnalato, in conclusione, che di quest'ultimo gruppo fanno parte pure i sostantivi che, se utilizzati al plurale, cambiano completamente significato: per esempio, il nome "la gente" al plurale fa "le genti" e si riferisce alle popolazioni.