Una scheda di grammatica italiana sugli aggettivi: qualificativi o determinativi? Qual è la differenza? Quali, i casi particolari e quali gli errori più frequenti? Ecco le spiegazioni a tutti i vostri dubbi
Gli aggettivi sono parti variabili del discorso che modificano semanticamente il nome o altre parole alle quali sono legati: ciò significa che aggiungono informazioni di vario tipo, quindi (e come vedremo nel corso di questo approfondimento di grammatica italiana) non solo di ordine qualitativo, e che flettono in linea di massima nel genere e nel numero, come il nome; vediamo i seguenti esempi:
- Un bel cane
- Quel cane
- Il mio cane
- Qualche cane
- Un solo cane
- Il primo cane
- Quale cane?
- Ma quale cane!
Abbiamo fornito una vasta casistica di aggettivi, che ci permetterà di proporvi una mappa completa di tutti gli argomenti trattati sinora e di fornirvi alcuni consigli su questioni di un certo rilievo (errori frequenti di ortografia, dubbi sull'utilizzo di alcune parole e molto altro ancora); prima di addentrarci, conviene ricordare che in analisi logica l'aggettivo è definito attributo e che, tra gli altri, concorre alla formazione del predicato nominale e dei complementi predicativi.
L'aggettivo qualificativo
Dicevamo che le informazioni fornite dall'aggettivo non riguardano soltanto la qualità: in effetti, non esiste soltanto l'aggettivo qualificativo, anche se è innegabile che questa sia tra le categorie più utilizzate sia quando si parla sia quando si scrive; ricorderete senz'altro che questa tipologia di aggettivi si può presentare in vario modo:
- Al grado positivo, comparativo o superlativo ordinari;
- Al grado comparativo o superlativo organici e comunque irregolari.
Un tipo particolare di aggettivo qualificativo è senz'altro quello di relazione: si tratta di aggettivi che derivano da un nome e che mettono in evidenza proprio la relazione che hanno con esso (es. "sole-solare", "acqua-acquoso"); non sempre, però, questa vicinanza semantica si evince dalla forma: "equestre", per esempio, pur avendo una chiara relazione con "cavallo", deve la sua morfologia alla parola latina EQUUS e non a quella italiana.
Accordo e flessione degli aggettivi qualificativi
Ricordiamo che, in base alla flessione, gli aggettivi qualificativi possono essere ripartiti nelle seguenti classi:
- Prima. Singolare o/a - Plurale i/e: "bello/a - belli/e", "cattivo/a - cattivi/e", "sereno/i - serena/e" etc;
- Seconda. Singolare e - Plurale i: "una donna felice/un uomo felice - delle donne felici/degli uomini felici";
- Terza. Singolare a - Plurale e/i: "entusiasta - entusiaste/i", "comunista - comuniste/i";
- Aggettivi invariabili: il linguistia Luca Serianni cita "pari", "arrosto", "incinta"; alcuni aggettivi di colore ("blu"); aggettivi formati con "anti + nome"; alcune locuzioni avverbiali con funzione attributiva ("dappoco"); infinito con funzione attributiva "avvenire" ("gli anni avvenire").
Per quanto riguarda gli aggettivi composti da due aggettivi, andrà spiegato che va flesso solo la seconda parola, non la prima né entrambe; quindi, in "piccolo-borghese" a cambiare sarà "borghese", che diventerà "borghesi"; il primo aggettivo può risentire anche della caduta di una sillaba, nei composti: si può avere, per esempio, "italo-austriaco", dove ad essere cambiato è l'aggettivo "italiano" (la flessione, ovviamente, sarà sempre la stessa: avremo, quindi, "italo-austriaci/che").
Aggettivi qualificativi: singolari e plurali particolari
Ma completiamo il quadro sull'accordo:
- In un gruppo di più nomi, se questi sono dello stesso genere, allora l'aggettivo conserva il genere e flette nel numero; diremo, quindi, "una ragazza dalla timidezza e dalla riservatezza inaudite", perché "timidezza" e "riservatezza" sono nomi entrambi femminili;
- Se, invece, i nomi sono di genere diverso, si preferisce utilizzare il maschile; diremo, perciò, "un compito e una interrogazione eccellenti", perché "compito" è maschile e "interrogazione", femminile;
- Se un nome plurale è qualificato da più di un aggettivo, le sue qualità saranno flesse al plurale, solo se esprimono lo stesso concetto (come in "quei modi di fare sgraziati e indecorosi"); restano al singolare, invece, se i concetti sono diversi (es. "le penne rossa e blu non servono più di tanto").
Nel nostro approfondimento sull'aggettivo qualificativo, noterete pure che la posizione dell'aggettivo influenza non poco il messaggio finale; un conto è dire, per esempio, "pover'uomo": un altro è dire "uomo povero".
Quali sono gli aggettivi determinativi?
Dicevamo che gli aggettivi non sono solo qualificativi: esiste anche un altro gruppo che la grammatica italiana tradizionale chiama "determinativi" o "indicativi" ed è costituito da quegli aggettivi che precisano il nome non sul piano qualitativo, ma sulla base di altre coordinate; si tratta dei seguenti tipi di aggettivo:
- Dimostrativi, con funzione principalmente deittica (es. "Quel cane!");
- Possessivi, che esprimono possesso ma non solo (es. "Il mio cane");
- Indefiniti, indicanti una quantità non meglio precisata (es. "Qualche cane");
- Numerali cardinali e ordinali (es. "Un cane", "il primo cane");
- Interrogativi, in una interrogativa diretta (es. "Quale cane?");
Esclamativi, tipici di una esclamazione (es. "Ma quale cane!").
La differenza tra aggettivi qualificativi e aggettivi determinativi non sta solo nel contenuto semantico di cui gli uni e gli altri sono portatori, bensì anche nella tipologia di classe alla quale appartengono: è indiscutibile che i primi siano una "lista aperta di parole", nel senso che possono accogliere, col passare del tempo, nuovi termini in grado di assolvere tale funzione (in fin dei conti, è possibile qualificare un nome in tanti e tali modi che risulta pure banale fare degli esempi); i secondi, invece, sono potenzialmente una "lista chiusa", perché difficilmente lasciano entrare nel proprio gruppo altre parole ("L'indicazione di nozioni come 'appartenenza', 'consistenza numerica', ecc., è invece parte di un inventario assai ristretto - scrive Luca Serianni in Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi - (e difatti gli aggettivi determinativi condividono con i relativi pronomi la caratteristica di 'sistema chiuso', con un numero limitato di elementi)".
Gli aggettivi sostantivati e altri casi specifici
"Le affinità tra nome e aggettivo non si limitano alla flessione grammaticale - sempre Serianni -; spesso il nome può essere usato come aggettivo o, caso ancor più frequente, l'aggettivo può sostantivarsi": parliamo, ovviamente, di aggettivo sostantivato, di cui sono esempi tipici parole che utilizziamo spesso: per esempio, "i ricchi", "i poveri" etc.
Per la panoramica sull'aggettivo, abbiamo pensato di proporvi alcuni approfondimenti specifici:
- Differenza tra "suo" e "proprio", possessivi che molto spesso sono considerati intercambiabili (ma che non lo sono affatto);
- Anche l'avverbio può diventare aggettivo, come nel caso di "spesse volte".
Aggettivi, gli errori più frequenti
E anche diversi consigli su come evitare errori grossolani di ortografia e non solo:
- Come usare "quando" e "quanto";
- Quando usare "meglio/peggio" e quando, invece, "migliore/peggiore";
- Si dice "grazie altrettante" o "grazie altrettanto"? esiste ancora una differenza di utilizzo?;
- Come si scrive: "efficente" o "efficiente"?
- "Eccezzionale" o "eccezionale"? qual è la forma corretta?
- "Metereologico" o "meteorologico"? sono corrette entrambe?
- Qual è la differenza tra "colto" e "acculturato"?
- Si pronuncia gratùito o gratuìto?
- "Begli occhi" o "bei occhi"? "Belli occhi"? quale alternativa è corretta?
- Si scrive "obiettivo" o "obbiettivo"?