Riassunto e guida alla novella Lisabetta da Messina: siamo alla quarta giornata, la regina è Filomena; il re è Filostrato. Commento dei temi principali con riferimento alla trama
Il seguente riassunto di Lisabetta da Messina vuole essere una guida semplice ed efficace per l'analisi corretta del testo trecentesco. Partiamo col dire che Lisabetta è la protagonista della quinta novella della quarta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio ed è dedicata agli amori con esito infelice. Il re è Filostrato e la regina è Filomena.
Lisabetta è la sorella di tre ricchi mercanti di Messina, divenuti ricchi dopo la morte del padre; la donna è innamorata di un giovane che lavora nell'azienda, Lorenzo, e si trova con lui, fin tanto che non viene scoperta dal maggiore dei tre fratelli; il quale decide con gli altri di attirare l'amato in un'imboscata e di ucciderlo per porre fine alla vergogna della relazione. Lisabetta da quel momento attende invano Lorenzo e ne chiede ragione della scomparsa ai fratelli, i quali rispondono minacciandola.
Una notte, però, Lorenzo le appare in sogno e, dopo aver raccontato che era stato ucciso, le spiega come trovare il luogo in cui è sepolto. Così al mattino, in compagnia di una serva, si reca nel luogo indicato; trova il corpo e decide di seppellirlo in modo più degno, ma capisce di non potere da sola; quindi porta con sé solo la testa, la porta a casa e la seppellisce in un vaso, piantandovi sopra del basilico.
Di lì prese a piangere e dolersi sopra la pianta, che divenne bellissima ed odorosa; la voce si sparge e giunge all'orecchio dei fratelli, che scoprono con orrore la testa nel vaso. A quel punto fuggono a Napoli; Lisabetta, rimasta sola, piange fino a morire.
Una notte, però, Lorenzo le appare in sogno e, dopo aver raccontato che era stato ucciso, le spiega come trovare il luogo in cui è sepolto. Così al mattino, in compagnia di una serva, si reca nel luogo indicato; trova il corpo e decide di seppellirlo in modo più degno, ma capisce di non potere da sola; quindi porta con sé solo la testa, la porta a casa e la seppellisce in un vaso, piantandovi sopra del basilico.
Di lì prese a piangere e dolersi sopra la pianta, che divenne bellissima ed odorosa; la voce si sparge e giunge all'orecchio dei fratelli, che scoprono con orrore la testa nel vaso. A quel punto fuggono a Napoli; Lisabetta, rimasta sola, piange fino a morire.
Commento di Lisabetta da Messina: i temi della novella
Il tema più evidente è quello dell'amore, in questo caso infelice, che giunge quasi a una forma di ossessione patologica nei confronti delle reliquie dell'amato; per usare i termini poi cari a Freud, potremmo dire più correttamente che il tema è quello di amore e morte, da intendersi come spinte, ugualmente potenti, dell'agire umano.
La protagonista femminile rivela l'attenzione di Boccaccio per le donne; ella è rappresentata in questo caso come una creatura delicata, vista nei suoi aspetti tragici ma anche elagiaci, come la scelta di avere un oggetto su cui piangere la morte dell'amato. Lisabetta, secondo Cesare Segre, è una vittima, incapace sul finale persino di parlare e contrapposta a silenzio dei fratelli, che decidono di tacere perché supportati dal potere che possiedono. L'amore viene visto come una forza in grado di distruggere e condurre alla morte, come già accennato; però è anche una forza che si oppone talvolta alla logica mercantile, tant'è vero che i fratelli sono costretti a fuggire.
Si potrebbe osservare, per contrasto, che in un certo senso anche i fratelli hanno ragione, poiché in fondo il loro agire, per quanto perverso, è volto a salvaguardare il buon nome della famiglia e l'aspetto di convenienza economica. Un punto più interessante, però, è la descrizione dell'ambiente borghese, in questo caso mercantile: la famiglia di Lisabetta è arricchita, certo, ma anche abbastanza modesta e non può competere con le grandi descrizioni degli ambienti nobiliari (come quelle della novella di Trancredi e Ghismunda o anche di Federigo degli Alberighi). I fratelli agiscono sulla base di questa mentalità, punendo con ferocia ed efficacia l'amore irregolare e segreto della sorella; ciò sulla base di una morale laica della famiglia. D'altra parte la sorella non è da meno: di fronte al corpo di Lorenzo fa i suoi calcoli e comprende di non poter riuscire a trasportarlo da sola, per cui ne stacca la sola testa. La decisione è forse frutto della pazzia, ma in ogni caso molto saggia dal punto di vista pratico.