Qual è stato il ruolo dell'Accademia dell'Arcadia nella letteratura italiana? Ecco un riassunto delle sue funzioni e una guida ai suoi protagonisti
Nel 1690 venne fondata a Roma l'Accademia dell'Arcadia: questo riassunto è motivato non tanto dall'importanza che i testi prodotti hanno per lo studio della letteratura italiana, quanto per il cambio della sensibilità che comportò.
Il nome recupera quello dell'opera più famosa di un autore del '500, Jacopo Sannazzaro: L'Arcadia, appunto, mitica terra greca caratterizzata dall'armonia dell'uomo con una natura rigogliosa e perfetta.
Il nome recupera quello dell'opera più famosa di un autore del '500, Jacopo Sannazzaro: L'Arcadia, appunto, mitica terra greca caratterizzata dall'armonia dell'uomo con una natura rigogliosa e perfetta.
Gli accademici dell'Arcadia si occupavano di poesia pastorale e bucolica, esaltando il carattere di evasione del genere. I temi sono dunque legati all'esaltazione di una vita pastorale ideale e astorica, cioè fuori da una precisa collocazione temporale. Grande spazio era riservata all'elegia e all'espressione del sentimento (anche se quest'ultimo, come si vedrà meglio in seguito, è stereotipato e non analizzato nella sua profondità, pur essendo presenti tentativi di esplorazione dei contrasti dell'animo). Non si deve pensare, però, che si tratti di intellettuali sganciati dal tessuto sociale, poiché spesso nei loro testi sono espresse posizioni filoclericali. Ciascun arcade assumeva il nome di un pastore greco-latino (cioè spesso mescolando le due tradizioni linguistiche); nelle riunioni si ricorreva anche al travestimento, secondo una moda che è tipica del '600 e che ci rimanda senza indugio al Barocco e al suo amore per la finzione e la stravaganza.
Tra i fondatori dell'Arcadia va ricordato Giovan Mario Crescimbeni, un petrarchista che considerava l'opera del poeta dei Rerum Vulgarium Fragmenta esempio insuperabile di buon gusto e chiarezza. La poesia deve quindi esprimere sentimenti sani e non concentrasi sull'artificio. Ne consegue, quindi, che i suoi testi sono fortemente controllati dal punto di vista razionale, e lasciano scarso spazio per l'espressione e l'analisi dei sentimenti. Possono essere compresi in questa corrente, con i dovuti accorgimenti, anche Pietro Metastasio e Carlo Innocenzo Frugoni.
Sintesi del programma dell'Arcadia
L'Arcadia aveva un programma vago ma di successo: la restaurazione del buon gusto e la critica al disordine del '600. Si tratta appunto di due obiettivi piuttosto generici, ma che si possono inserire nella tendenza classicista della nostra tradizione letteraria; una risposta non ancora del tutto formata, ma comunque abbastanza chiara, al Barocco, che rimane però allo stesso tempo il punto di riferimento per comprendere la natura dell'accademia. In seguito si poté assistere a una generale chiusura verso ogni tipo di innovazione e quindi all'assunzione di posizioni sempre conservatrici.
La produzione di testi fu sempre abbondante e legata all'occasione; tutto veniva pubblicato, così da permettere una vasta circolazione, che spiega anche, tra l'altro, la diffusione di un sentimento e di una sensibilità arcadica pur senza la presenza di personalità di straordinario rilievo, quasi a dire che è più importante la tendenza espressa rispetto all'opera singola. I testi si basano del resto sulla continua ripetizione di moduli, temi e stilemi, e sull'esaltazione e l'abuso dello stereotipo come forma base per l'indagine dei sentimenti.
L'importanza dell'Arcadia va anche legata alla storia della lingua; pur non intervenendo direttamente sulla questione linguistica, l'Arcadia operò un processo di purificazione degli sperimentalismi seicenteschi che prepara quindi il terreno alla nuova riflessione sette-ottocentesca sull'unità della lingua.