Riassunto dettagliato sul Romanticismo in Italia: guida agli autori, ai temi e alle caratteristiche di un momento importantissimo della nostra letteratura
Questo riassunto sul Romanticismo italiano parte da un presupposto essenziale: a differenza di moltissimi altri movimenti culturali, questo non è una tipica espressione della nostra cultura, ma semmai un allineamento e un'interpretazione di una temperie molto più ampia che ha le sue radici nel cuore dell'Europa, in particolare in Germania e in secondo piano in Francia e nel resto del continente. Per questo, seppure brevemente, prima di analizzare i temi e le caratteristiche del Romanticismo italiano e citare i principali autori, è opportuno avere un'idea anche generica del Romanticismo europeo.
La poetica romantica non è, per altro, inquadrabile in modo facile: per questo è preferibile parlare di temperie culturale, di sensibilità , e non affannarsi a definire una scuola che non è mai esistita. Le caratteristiche che si possono enucleare non necessariamente riguardano tutti gli autori e tutti i momenti della storia del Romanticismo. Può essere utile partire da alcune affermazioni di Novalis:
"Il sentimento per la poesia ha molto in comune col senso mistico. È il senso per ciò che è proprio, personale, ignoto, misterioso, da rivelare, necessario-casuale [...]. Il poeta è veramnete rapito fuori dai sensi; in compenso tutto accade dentro di lui".
L'originalità del Romanticismo
Novalis sottolinea la dimensione fortemente irrazionale della poesia, in chiara opposizione con l'Illuminismo e il Neoclassicismo. Scrivere significa abbandonarsi al sentimento, lasciando affiorare in superficie ciò che è ignoto e misterioso, e per questo più affascinante. Importante è l'originalità , da intendersi come espressione di forme antiche e primigenie, non contaminate dallo sviluppo razionale delle Lettere (si abbandona, quindi, il principio di imitazione su cui si era basata la storia della letteratura; proprio questi punto fu il più problematico per gli italiani, quello che in definitiva generò maggiori e ovvie resistenze).
Ne deriva, è ovvio, una percezione diversa dei periodi storici e dei generi letterari: al culto per l'epoca classica si sostituisce il fascino per il medioevo, visto come età misteriosa, in cui si celano tesori da rivelare che non hanno a che fare con l'ordine e la perfezione geometrica. Ecco, dunque, la rivalutazione del gotico in architettura e la nascita del neogotico. Così pure, forme chiuse e perfette come l'ode tendono a sparire; si rivaluta il frammento e soprattutto prende piede il romanzo, anche come metodo di racconto delle classi più umili della storia (proprio per questo possiamo dire che Alessandro Manzoni è uno degli esponenti del Romanticismo in Italia). Nella letteratura possono e devono entrare le cose brutte, sporche, quelle che riguardano la quotidianità e che ingiustamente sono state tralasciate dagli autori precedenti.
Il Romanticismo in Italia: inizi e protagonisti
In Italia tali idee arrivarono anche grazie agli impulsi di Madame de Staël, che pubblicò un articolo sulla Biblioteca italiana in cui criticava la decadenza della cultura italiana e proponeva come soluzione l'utilità delle traduzioni, ossia la conoscenza degli autori contemporanei europei al posto del culto della tradizione passata. A lei rispose Pietro Giordani, esponente del neoclassicismo e amico di Giacomo Leopardi, che dichiarò l'inutilità della posizione romantica espressa, poiché il genio italiano è figlio di quello latino e non di quello europeo.
Ci furono però intellettuali che si definirono romantici: possiamo ricordare Pietro Borsieri e Giovanni Berchet. Il gruppo, cui si aggiunsero Pellico e altri, fondò anche una rivista, Il Conciliatore, che però ebbe vita breve (fu chiuso nel 1819) perché esprimeva tra le altre idee contrarie alla censura austriaca. I romantici italiani, pur accogliendo nella sostanza la poetica europea, se ne staccavano per alcuni aspetti; in particolare rifiutavano la visione irrazionale e gli eccessi tenebrosi, che portavano al culto di una forma estrema e non canonica: il vero doveva essere l'oggetto della letteratura, e il popolo doveva essere largamente presente e rappresentato. Tale idea fu poi alla base della formazione della borghesia più progressista del Nord Italia e del futuro Regno, nonché evidentemente alla base delle idee risorgimentali. Questo spiega anche la diffusione della poesia patriottica, di cui il più illustre rappresentante fu Giovanni Berchet, ma che ci è forse testimoniata in modo più chiaro nell'Inno di Mameli.
Un secondo gruppo di intellettuali, detta anche seconda generazione romantica (su modello della seconda generazione inglese) vede tra i suoi protagonisti Niccolò Tommaseo, Giovanni Prati e Aleardo Aleardi, nonché la diffusione della poesia dialettale (i cui motivi sono facilmente deducibili dalla poetica romantica) di Carlo Porta, milanese, e Giuseppe Gioacchino Belli, romano.