Riassunto della Storia d'Italia di Francesco Guicciardini, con particolare riferimento a struttura e intenti, oltre che al pensiero dell'autore
Qui di seguito vi proporremo il riassunto della Storia d’Italia di Francesco Guicciardini, che, assieme ai Ricordi, costituisce la sua opera di maggiore interesse. Nato a Firenze nel 1483, egli ricoprì una corriera politica e diplomatica notevole e brillante, diventando tra l’altro governatore di Modena, di Reggio e di Parma. Negli ultimi anni della sua vita attesa alla sistemazione dei Ricordi e, appunto, la scrittura della Storia d’Italia (molto spesso posta a confronto con Il Principe di Machiavelli).
Gli anni di composizione del nucleo originario dell’opera sono compresi a partire dal 1536, ma l’opera è incompiuta. Composta da 20 libri, l'opera testimonia l’interesse politico e psicologico dell’autore. Si deve precisare che Guicciardini non pensava alle proprie opere per la pubblicazione, ma come momenti di riflessione e studio personale; la storia infatti è essenzialmente “maestra di vita” e può guidare le scelte strategiche per la vita politica dello stato. Tale visione viene meno con quest’opera, poiché ormai l’autore è consapevole che le cose umane sono instabili e non è possibile trovarne una ripresa nella storia. Guicciardini, come storico, si occupa di ricercare le cause all’interno di un’impostazione annalistica, da cronista che non giudica o, meglio, lascia che il proprio punto di vista sia superiore alla narrazione.
Prende in considerazione l’arco di tempo tra il 1494 (discesa di Carlo VIII in Italia) e il 1534 (morte di papa Clemente VII de’ Medici), riallacciandosi in qualche modo a un’opera giovanile, le Istorie fiorentine, che ponevano proprio il 1494 come data di spartiacque tra il secondo e il terzo blocco della narrazione. L’Italia è vista come il campo di battaglia tra gli Asburgo e i Valois di Francia.
Dalla storia antica riprende il gusto per la riproduzione delle orazioni (spesso in chiave particolarmente drammatica) e per i ritratti dei grandi, come quello famoso di Lorenzo il Magnifico, presentato come ago della bilancia della situazione italiana. Tali ritratti servono, secondo la sua visione, a rendere più approfondita la conoscenza storica.
La prosa è particolarmente complessa e tiene conto delle nuove indicazioni fornite da Pietro Bembo nelle Prose della Volgar lingua. Lo stile rimane per lo più solenne, ma diventa più incalzante nei momenti di maggiore drammaticità .