Riassunto dettagliato della trama, struttura e composizione del romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: una guida esaustiva al capolavoro dell'Ottocento letterario
Questo riassunto dettagliato sulla struttura e la composizione dei Promessi Sposi deve partire da un dato importante: il nostro autore dedicò buona parte della sua carriera artistica alla stesura e soprattutto alla revisione di quello che comunemente viene definito semplicemente "il romanzo" e che ha segnato non solo la letteratura ma anche la lingua italiana.
Ripercorriamo i tempi e i modi della composizione e illustriamo anche la struttura dell'opera.
Ripercorriamo i tempi e i modi della composizione e illustriamo anche la struttura dell'opera.
C'è una data d'inizio della scrittura: 24 aprile del 1821. Al di là della data, è importante l'anno: la stesura del romanzo inizia in un periodo particolarmente fertile e vivo per Manzoni, che negli anni compresi tra il 1820 e il 1821 scrive e pubblica le sue opere più famose: appena completati gli Inni sacri, nel 1820 è la volta del Conte di Carmagnola, nel 1821 il Cinque maggio e l'inizio dell'Adelchi, che viene completato l'anno successivo.
Questa straordinaria produzione fa da contraltare anche alla partecipazione alla vita intellettuale italiana, con due prese di posizione molto chiare: l'adesione alle idee romantiche, che comprende e interpreta ma a cui decide di non aderire, rifiutando la partecipazione al Conciliatore; e la mancata adesione ai moti italiani del 1820/21, anticipazione in qualche modo delle posizioni conservatrici degli anni successivi.
La pubblicazione della Ventisettana nel 1827
In questo particolare momento, dunque, va collocata anche la prima versione del romanzo: nel 1823 è pronto il Fermo e Lucia. Manzoni però non pubblica questa versione, che ritiene imperfetta, e nel 1827 pubblica la seconda redazione (che è quindi la prima edizione): i Promessi sposi, comunemente detta "la Ventisettana" per l'anno di edizione. L'autore, rispetto al Fermo e Lucia, ha rivisto profondamente la struttura dell'opera: sono cambiati i nomi di alcuni personaggi (Fermo è diventato Renzo, il Conte del Sagrato è ora l'Innominato), sono state cassate delle digressione e accorciate notevolmente altre (l'esempio più famoso è l'eliminazione degli aspetti più sanguinolenti e morbosi della vicenda della Monaca). Inoltre, se prima le due vicende di Fermo e di Lucia erano narrate in due blocchi separati che si ricongiungevano solo alla fine, ora esse sono intrecciate.
La riflessione sulla lingua e la pubblicazione della Quarantana
Negli anni successivi, gli interessi dell'autore si spostano: non più poesia, ma storia, filosofia e soprattutto, per quel che ci interessa, linguistica. La sua è una riflessione teorica sulla lingua italiana e una presa di posizione nel dibattito di storia della lingua. Dopo un viaggio in Toscana, che egli definisce la "sciacquatura dei panni in Arno" e i lunghi colloqui con la balia di casa, Manzoni perviene alla terza redazione del romanzo, che è dunque la seconda edizione: i Promessi sposi del 1840, detti anche la "Quarantana". La pubblicazione fu, tra l'altro, una cattiva operazione finanziaria, perché Manzoni spese molto per le famose illustrazioni, rendendo il prezzo dell'opera molto alto e non competitivo con le numerose edizioni non ufficiali (non esisteva il copyright all'epoca). La struttura dell'opera è pressoché invariata: un lungo lavoro di più di dieci anni ha però rivisto il romanzo dal punto di vista linguistico, aderendo al "canone" del fiorentino parlato colto, nuovo punto di riferimento secondo l'idea dell'autore.
La struttura dei Promessi sposi
Per quanto riguarda la struttura, l'opera è divisa idealmente in due parti di lunghezza molto differente. La cesura va posta alla fine del capitolo VIII, dopo l'addio ai monti di Lucia, laddove i due personaggi principali escono dal mondo conosciuto e si avventurano in mondi sconosciuti: fuori dal loro villaggio si troveranno di fronte a situazioni storiche (la peste, i moti del pane di Milano) e personaggi (la Monaca, l'Innominato, il Cardinale) di tutt'altra portata rispetto al loro mondo, rendendo quindi straordinaria la loro vicenda. Non è un caso, quindi, che dopo il ricongiungimento e l'inizio della vita assieme, l'autore affermi esplicitamente la non necessità di proseguire il racconto, che annoierebbe tutti per l'assoluta normalità della vita dei due sposi e della loro famiglia. Quale motivo strutturale, non si finisce mai di sottolineare la grande ironia di Manzoni nel raccontare la vicenda: spesso noi la perdiamo, occupati come siamo, a livello scolastico, a finire il capitolo imposto. In realtà i Promessi sposi sono un romanzo godibile, forse lontano dalla nostra sensibilità (è stato iniziato quasi duecento anni fa) ma comunque ancora attuale e vivo per chi abbia voglia di mettersi in gioco nella lettura.