Riassunto della struttura generale e commento alla Commedia di Dante Alighieri: guida alla comprensione e approfondimento sul poema
Prima di analizzare la struttura generale e proporre il commento della Commedia vale la pena sottolineare un dato fondamentale: siamo dinanzi all’opera più importante della letteratura italiana, e forse della letteratura di tutti i tempi.
Il titolo, in latino, Comoedia è suggerito dallo stesso autore, che in altri punti parla anche di “Sacrato poema”; per dirla in modo grossolano, l’opera è una commedia secondo la classificazione dei generi medievali, poiché parte da una situazione negativa di difficoltà iniziale per poi giungere al positivo; nell’edizione veneziana del 1555 venne aggiunto l’aggettivo “Divina” (usato da Giovanni Boccaccio) per segnalare l’importanza dell’opera.
Data di composizione
Venne scritta dall’autore negli anni dell’esilio, quindi probabilmente dopo il 1300 (forse il 1304), anche se su questo punto pochi sono d’accordo e si moltiplicano le leggende; la più famosa vuole che la moglie di Dante, Gemma Donati, sia riuscita a salvare dalla città un baule contenente i primi canti del poema.
Struttura della Commedia e genere letterario di appartenenza
Il genere letterario è il poema allegorico-didascalico, e l’intera opera consta di 14233 endecasillabi rimati secondo lo schema incatenato. È divisa in cento canto, a loro volta raggruppati in tre cantiche, ciascuna di 33 canti; all’Inferno è preposto un canto iniziale che svolge la funzione di proemio generale e porta il numero totale di canti nella prima cantica a 34. Ciascuna cantica si conclude con la parola “stelle”. Dante persegue la progressione stilistica e linguistica; l’espressione, a mano a mano che si sale, diventa sempre più difficile, e il lessico più ricercato.
Per maggiori approfondimenti sulle singole cantiche, vi segnaliamo questi interventi:
- Struttura dell'Inferno e discesa negli Inferi;
- Struttura del Purgatorio e ascesa al Paradiso terrestre;
- Struttura del Paradiso e incontro con Dio.
Trama delle cantiche e contenuti del poema
La Commedia è la summa del sapere medievale; ciò significa che il suo autore ha raccolto tutto il sapere che l’ha preceduto e l’ha esposto nel suo testo, che diventa quindi una sorta di “enciclopedia”. Si tratta di un genere letterario abbastanza comune nel Medioevo e di cui l’esempio più famoso, anche perché citato nell’Inferno, è Il Tesoretto di Brunetto Latini. Qui di seguito troverete tre approfondimenti sulla trama delle singole cantiche:
L’allegoria è la figura chiave per comprendere il poema. Secondo i principi medievali, un concetto astratto può essere rappresentato da un oggetto o un animale o una persona concreti. Ad esempio, Dio è rappresentato allegoricamente dal sole, e sulla base di tale rapporto si possono ricavare dei significati secondari, ad esempio che un oggetto illuminato dal sole è illuminato dalla grazia di Dio. Nella Commedia la rete delle allegorie è talvolta complessa, ma una volta sciolta permette di accedere più agevolmente al significato del testo. È Dante stesso a spiegare la lettura allegorica.
Auerbach ha poi spiegato come la Commedia si basi anche sul concetto di figura: il mondo terreno è prefigurazione del mondo ultraterreno, e quindi ogni cosa che io come uomo sperimento e vedo in questo mondo mi sarà chiarita meglio, nel suo significato reale, solo nell’aldilà .
Le fonti della Commedia
Il problema delle fonti della Commedia è piuttosto complesso. Dante conosceva sicuramente e utilizzava l’Eneide e la Seconda lettera ai Corinzi, in cui si narravano le esperienze di Enea e di S. Paolo (identici, quanto ad autorità , per un medievale, che non distingueva la letteratura dalla storia). Poteva leggere numerose visioni; si è dimostrato che conosceva anche il Libro della Scala, in cui si narra del viaggio nell’aldilà di Maometto (la tradizione islamica a questo proposito è molto ricca).
Dante è nell’opera contemporaneamente auctor e agens. Ciò significa che è sia un personaggio della storia, ma al contempo ne è anche l’autore: ciò consente una doppia visione dei fatti e dei personaggi, da parte di chi li sta vivendo e di chi li ha già vissuti e li racconta in seguito. Egli si pone come simbolo dell’uomo e dell’umanità ; la sua esperienza nella città di Firenze viene vista come microcosmo del disordine. Per questo Dante ha una precisa missione profetica, che gli viene spiegata dal suo antenato Cacciaguida: quella di riportare l’uomo nella strada giusta e di preparare la seconda venuta di Cristo, che secondo il poeta era imminente.
Filologia dantesca
La Commedia costituisce un unicum anche per quanto riguarda la filologia, tanto che la filologia dantesca costituisce una branca a sé stante della filologia italiana: possediamo moltissime testimonianze manoscritte dell’opera, poiché essa ebbe un successo clamoroso per un’opera medievale; risulta quindi impossibile confrontare tutte le versioni presenti e ricostruire la lezione originaria del poema, visto che l’autografo è perduto e non possediamo nessuna opera di pugno di Dante. Ne esistevano ancora in età umanistica, tanto che Bruni poteva affermare che la scrittura di Dante era “magra e allungata”.