Cosa sono gli errori ortografici? Scopriamone il significato, analizzando la definizione con esempi adeguati
Definire il significato di errori ortografici è piuttosto semplice: chiunque potrebbe dire, in effetti, che un errore ortografico non è altro che la violazione di una delle norme che regolano l'ortografia di un sistema linguistico. Il punto è che, se non si posseggono gli strumenti corretti per interpretare questa definizione, si finisce per forza con l'impararla a memoria, senza darle un senso concreto.
Procediamo con ordine, definendo anzitutto l'ortografia: la parola deriva dal greco ορθός orthòs 'corretto' e γραφή graphé 'scrittura' e vuol dire 'scrittura corretta'; fa riferimento a tutte le norme che regolano il modo di scrivere di una determinata lingua, quella italiana, nel nostro caso. Ma quali sono le regole in questione? Quelle che riguardano l'uso delle doppie, per esempio: quasi tutti saprebbero che oggi *robba è scritto in modo errato, perché necessita di una sola bilabiale b.
Le regole, ovviamente, sono molte altre: tutti sappiamo che prima di p e b non va inserita n ma m; così come tutti sappiamo che i gruppi -zione, -gione e -bile non si raddoppiano mai e che il secondo caso presenta un'eccezione: la parola "loggione" 'la parte più alta del teatro'. Ma potremmo continuare per molto ancora: pensiamo al corretto uso degli accenti, dell'apostrofo (che non va inserito tra "qual" ed "è" in "qual è") oppure alla presenza/assenza di i in alcune parole: si scrive "scienza", per esempio, ma non *soddisfaciente. E che dire dell'uso delle maiuscole? Gli esempi, insomma, sono tantissimi.
Che cosa sono gli errori ortografici, perciò, non dovrebbe più risultarvi un astruso quesito per i più bravi, ma una domanda a cui dare una risposta coerente e completa: data questa premessa, infatti, sarete senz'altro in grado di distinguere gli errori ortografici da quelli sintattici, che violano, cioè, le regole della sintassi italiana; un esempio è dato dal "che" polivalente: "Hai preso la valigia che ci ho messo dentro i tuoi vestiti?" presenta un grave errore sintattico, perché qui viene usato, invece del pronome "in cui" il pronome sintetico "che", definito, proprio per la pluralità dei suoi usi (e abusi), "tuttofare".
Ora che sapete cosa sono questi errori, occhio a non commetterli!