Guida all'uso corretto della virgola prima della "e": si può usare o no? E in quali casi?
Sfatiamo subito un mito: la virgola prima della "e" si può usare. Certo, come in ogni circostanza, non bisognerà abusarne, ma non dicono cose giuste coloro che la vietano a prescindere: i motivi che giustificano l'uso della virgola prima della "e", infatti, sono tanti e difficilmente discutibili. Ma vediamo assieme qualche esempio:
- Ho comprato del pane e del latte
- Non voglio andare a scuola e non voglio neanche fare ciò che dici.
- Non voglio andare a scuola, e non voglio fare neanche ciò che dici.
La prima è una frase per chiarire subito che la virgola non va messa prima della "e" in un elenco breve di sintagmi coordinati; scriverete, quindi, "Sono andata al mare e in montagna quest'estate" ma non *Voglio delle caramelle, e della cioccolata; o meglio: potreste anche scriverlo, ma a patto che vogliate dare una particolare sfumatura alla vostra frase.
Prendiamo in considerazione "Voglio delle caramelle, e della cioccolata": scritta così, questa frase risulterebbe accettabile, solo se volessimo dare a intendere che chi parla vuole le caramelle e la cioccolata, ma che, nell'atto del parlare, ha dimenticato di nominare la seconda; come dire, vado da un negoziante, chiedo delle caramelle e poi mi ricordo di volere anche della cioccolata: quella virgola prima della "e" non fa altro che staccare l'elemento coordinato ("e della cioccolata") dal resto della proposizione: gli dà maggiore enfasi.
Funzione pausativa e logico-sintattica della punteggiatura
Potete notarlo soprattutto confrontando il secondo e il terzo caso: in quest'ultima circostanza, "e non voglio fare neanche ciò che dici" è messo maggiormente in evidenza, rispetto alla stessa frase del periodo precedente: questo uso della virgola è definito "pausativo", proprio perché riproduce le eventuali pause del parlato, e ha poco a che fare con l'uso della punteggiatura logico-sintattico: sappiamo tutti, per esempio, che la virgola non va messa tra il soggetto e il verbo, più per ragioni logico-sintattiche (è vietato inserire segni di punteggiatura tra i blocchi unitari) che per altro: a livello intonativo, dunque, possiamo giustificare una frase come "Io, sono andato a scuola", dicendo che chi ha scritto vuole sottolineare che lui è andato a scuola e non qualcun altro.
In chiusura, citiamo uno stralcio di un articolo della Crusca sull'argomento, in cui si parla brevemente della storia della punteggiatura (in relazione all'opposizione pausativo/sintattico) e proprio dell'uso della virgola dinanzi alla "e":
"Il dubbio se sia giusto o no usare la virgola prima di una congiunzione è comunque legittimo, dal momento che sia la virgola sia la e hanno la stessa funzione sintattica all'interno del periodo e l'uso può apparire ridondante o superfluo. Ma il fenomeno deve essere interpretato tenendo conto che la virgola è consigliata e, possiamo dire, attesa, all'interno di un dato testo solo in pochi casi, mentre più frequentemente viene utilizzata in contesti che non sono regolati da una vera e propria norma grammaticale ma dipendono piuttosto dal volere dello scrittore, che la interpreta a volte come una pausa intonativa, a volte come un separatore o ancora come una messa in evidenza di un soggetto. Purtroppo, non sempre l'intenzione dello scrivente viene correttamente interpretata da colui che fruisce del testo e, come sottolinea Voltolini (in AA.VV., Punteggiatura, Milano, BUR, 2001), 'capita così che il suono che io, scrivente, ho intenzione di associare alla frase che vado componendo, non sia lo stesso suono che tu, leggente, associ alla frase che ti do' [...] Senz'altro ci sono casi più rigidi in cui la posizione della virgola risulta più vincolante dal punto di vista logico-sintattico (ad esempio, tra soggetto e verbo, tra verbo e complemento oggetto, tra un nome e un suo aggettivo, ecc.) ma, normalmente, l'uso della virgola resta una scelta stilistica personale, un modo per dare rilievo espressivo a singoli elementi di un testo, una maniera per conferire un particolare ritmo alla narrazione, ma, soprattutto, una scelta che determina significativamente lo stile comunicativo di un autore".