Ecco come si usa il condizionale in italiano: una facile guida con esempi
Questa vuole essere una guida semplice a come si usa il condizionale in italiano: vedete, il modo verbale in questione non è difficile da comprendere a pieno; ci sono, però, dei casi su cui è bene soffermarsi, perché l'uso potrebbe non essere chiaro a tutti. Partiamo dalla situazione più scontata in cui il condizionale deve essere per forza utilizzato.
Ci riferiamo, anzitutto, al cosiddetto "condizionale di cortesia", che sicuramente avrete utilizzato molte volte; vediamo qualche esempio:
- Vorrei un caffè
- Desidererei che tu non mi scocciassi più
Esiste poi il condizionale di dissociazione, attraverso il quale si riportano fatti di cui la fonte è incerta; vediamo sempre qualche esempio:
- Secondo la fonte, sarebbe stato lui a dare il via alla lite
- Non so se il giornale abbia ragione, ma è scritto che avrebbe fatto tutto lui, senza l'autorizzazione del diretto interessato.
Sono casi molto semplici, che, però, non potevamo evitare di trattare, seppur sinteticamente.
Il condizionale nel periodo ipotetico: guida all'uso
Vediamo ora due casi un po' più complessi - soprattutto il secondo -, prima di passare alla consecutio temporum, vale a dire all'uso dei tempi del condizionale.
Il primo caso di utilizzo del condizionale a cui abbiamo fatto riferimento è quello che lo vede associato al congiuntivo nel periodo ipotetico: in effetti, e in linea di massima, il condizionale non è altro che il modo attraverso il quale si esprime - nella proposizione principale - la conseguenza di una condizione - espressa nella proposizione subordinata -. Vediamo gli esempi, rimandandovi, per un approfondimento più schematico, al nostro intervento sul periodo ipotetico:
- Se io fossi stato qui, non avrei mai e poi mai lasciato passare una cosa del genere
- Saresti mai andato da lei, se avessi saputo tutto?
- Potresti darle maggiori sicurezze, qualora dovesse chiedertele?
Come vedete, è palese che il condizionale si usi nella proposizione principale.
Il condizionale per azioni future nel passato
Il secondo uso del condizionale è quello un po' più ostico da comprendere, anche se i seguenti esempi potrebbero chiarirvelo:
- In passato non sapevo se sarei tornato da te, ma ora sono sicuro
- Dicevo che non ti avrei più parlato, però mi sbagliavo
- Non volevo che qualcuno credesse che sarei stato un vigliacco dopo qualche mese
La prima cosa da notare è la presenza dell'imperfetto in ogni frase (ma sottolineiamo che avrebbe potuto essere anche un participio passato o un passato remoto); la seconda è che nel periodo che segue c'è il condizionale, anche laddove, in altre circostanze, avremmo usato il congiuntivo: per fare solo un esempio, anche un breve periodo come "Non capisco se mi stia prendendo in giro o no" è corretto, anche se la congiunzione "se" nei precedenti esempi è stata seguita dal condizionale.
Da questo possiamo dedurne facilmente la regola: se l'azione della subordinata è collocata nel passato e vogliamo esprimere qualcosa che avverrà in futuro, allora nella bisognerà usare il condizionale; prendete il primo periodo "In passato non sapevo se sarei tornato da te, ma ora sono sicuro": qui nella principale c'è un tempo al passato e nella subordinata oggettiva si esprime qualcosa che sarebbe potuto o non potuto accadere rispetto al passato prima espresso; ecco perché il condizionale è obbligatorio.
La consecutio temporum, come usare i tempi verbali
Vediamo ora l'uso dei tempi verbali, partendo da questi esempi:
- Vorrei che tu facessi qualcosa
- Vorrei che tu faccia qualcosa
- Avrei voluto che tu facessi qualcosa
I tempi del condizionale sono due: presente e passato. Se nella principale usate il presente, allora nella subordinata - oggettiva, in questo caso - potrete usare il congiuntivo presente ("faccia") o passato ("facessi" del secondo periodo); se invece usate il condizionale passato, l'unico tempo da utilizzare è il congiuntivo passato ("facessi" del terzo periodo). Non è facile come sembra, ma neanche difficilissimo: basta semplicemente essere accorti ed esercitarsi, senza temere di sbagliare.