Ecco il nostro tema svolto sulle famiglie gay e sulla famiglia tradizionale per compiti a casa, compiti in classe ed esame di stato
Nel seguente tema svolto sulla famiglia gay e sulla famiglia tradizionale non abbiamo voluto in alcun modo mettere a confronto pregi e difetti di questi due tipi di nucleo famigliare, semplicemente perché ogni famiglia ha i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza, a prescindere da chi siano i suoi membri. Diciamo subito che non è un tema contro le famiglie omosessuali, perché la vocazione di Linkuaggio, così come quella di tutti i siti che appartengono al nostro network, è assolutamente rispettosa di qualsiasi realtà culturale e sociale, sia essa grande o piccola.
Affrontare un tema del genere a scuola non è facile, perché i professori potrebbero essere accusati dai genitori di chissà cosa, e infatti sono convinto che si preferisca parlare più d'altro, anche se la questione LGBT - dunque matrimoni gay, adozioni e famiglie gay - è sicuramente una di quelle che interessano il mondo dell'informazione odierna, assieme a crisi economica, immigrazione e terrorismo (qui trovate tutti i nostri temi svolti sugli argomenti d'attualità ). Se siete finiti in queste pagine, però, sicuramente vi è capitato un tema sulle famiglie omosessuali, e noi siamo qui per aiutarvi a farlo nel migliore dei modi, e cioè senza cadere nei luoghi comuni e portando avanti una certa idea (che poi è quello che dovete fare con ogni tema o elaborato che vi sarà assegnato a scuola o in università ).
Partiamo da questa ipotesi di traccia:
Nel corso degli ultimi anni la famiglia ha subito grandi mutamenti e si appresta a una indiscutibile evoluzione che la porterà ad essere completamente diversa da quella attualmente tutelata dallo stato e descritta dalla Costituzione. Crescono le rivendicazioni delle famiglie gay, in un clima socio-culturale che, purtroppo, non pare ancora pronto a un cambiamento del genere e che trova riflesso nelle discussioni nelle aule parlamentari e governative: tutta questa lentezza è giusta? Il candidato discuta l'argomento e motivi la sua opinione in merito.
Introduzione al tema svolto sulla famiglia gay
Vediamo subito l'introduzione del tema:
In una società come la nostra, è già possibile parlare di famiglia gay? Forse la domanda potrà risultare retorica, ma non è ancora chiaro se la nostra cultura sia già adatta a recepire certi modi di vivere e rapportarsi con il mondo. E non è un bene: l’Italia sta cambiando, anche se molto più a rilento rispetto ad alcune democrazie occidentali come l’America, e questo non può che portare a scontri che, purtroppo, non sempre si trasformano in occasione d’incontro e di scambio (soprattutto nel nostro Paese, dove la cultura e la civiltà in generale sono state profondamente influenzate dal pensiero cattolico). Come può innescarsi, dunque, un serio dibattito sulle famiglie omosessuali, senza cadere nella sempre più pericolosa trappola dell’omofobia?
Il contesto socio-culturale in cui viviamo non è certo favorevole: non siamo un Paese omofobo come la Russia, ma non siamo neanche un Paese aperto come la Spagna, per restare in Europa; ci collochiamo in una via di mezzo, che però ci fa essere ancora uno fra i pochi stati dell’Unione ad essere in ritardo rispetto a diritti civili e non solo. E questo non è accettabile, perché tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge, e, già per il fatto che tutti versano le tasse allo stato, dovrebbero avere le stesse opportunità dei loro connazionali: non si tratta di affrontare l’argomento in maniera retorica, o potrebbe anche essere così, ma il concetto non cambierebbe comunque, visto che uno stato assolve davvero le sue funzioni se garantisce pure i diritti alle minoranze; qualcuno potrebbe parlare di questione etica e morale, e infatti il punto principale è anche questo, ma è un altro il problema più serio che andrebbe risolto in primo luogo.
Il contesto socio-culturale in cui viviamo non è certo favorevole: non siamo un Paese omofobo come la Russia, ma non siamo neanche un Paese aperto come la Spagna, per restare in Europa; ci collochiamo in una via di mezzo, che però ci fa essere ancora uno fra i pochi stati dell’Unione ad essere in ritardo rispetto a diritti civili e non solo. E questo non è accettabile, perché tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge, e, già per il fatto che tutti versano le tasse allo stato, dovrebbero avere le stesse opportunità dei loro connazionali: non si tratta di affrontare l’argomento in maniera retorica, o potrebbe anche essere così, ma il concetto non cambierebbe comunque, visto che uno stato assolve davvero le sue funzioni se garantisce pure i diritti alle minoranze; qualcuno potrebbe parlare di questione etica e morale, e infatti il punto principale è anche questo, ma è un altro il problema più serio che andrebbe risolto in primo luogo.
Svolgimento del tema sulle famiglie gay
Come vedete, questa introduzione ha centrato il punto e ripercorso un po' tutta la traccia. Vediamone, ora, lo svolgimento:
Sappiamo tutti che in Italia esistono migliaia di famiglie omosessuali: procreare non è difficile con le moderne tecnologie e, qualora queste non fossero mai esistite, comunque un rapporto fra uomo e donna, anche se uno dei due è omosessuale, può avvenire senza problemi, ed è il mezzo più naturale dare alla luce un bimbo. Non voglio esprimere giudizi su questi comportamenti, ma mettere in luce che procreare è relativamente facile e formare una famiglia diversa da quella a cui siamo stati abituati lo è altrettanto: come vanno trattati i nuclei che potrebbero nascere da un tale stato di cose? L’Italia ha un buco normativo che non riconosce la maternità , per fare solo un esempio, alla compagna della mamma del bambino (e questo è solo il caso meno contestato, visto che, se dovessimo parlare di figlio di due papà , la situazione sarebbe ancor più difficile da proporre all’opinione comune): è davvero giusto continuare su questa strada? Questo è il problema più urgente, e la risposta non può che essere una soltanto: le due mamme e il figlio vanno riconosciute come famiglia, perché non esisterebbero altre soluzioni, soprattutto a tutela del più piccolo.
Messo da parte questo caso, è del concetto di famiglia gay che bisogna discutere: è stato spesso sottolineato dalla scienza che un bimbo che cresce in una coppia omosessuale non è destinato a diventare omosessuale, visto che l’omosessualità non è certo una condizione esistenziale trasmissibile; diversi studi hanno spiegato, poi, che un bambino non cresce male, né peggio, in una famiglia con due papà o due mamme (a dire il vero, ci sono anche alcuni studi contrari, ma questo non cambia il discorso), e la stessa Cassazione li ha recepiti in una recente sentenza. È giusto opporsi, allora, all’ufficializzazione delle famiglie gay, solo perché siamo stati abituati a concepire la famiglia in questo modo? Il problema è la società in cui viviamo: il compagno di classe che deriderà il bimbo figlio di due mamme, i genitori che non manderanno il proprio figlio dal bambino con due mamme perché timorosi di chissà cosa e tutte le altre situazioni che potrebbero profilarsi e di cui, purtroppo, si potrebbe fornire una lista potenzialmente infinita. Al solito, dunque, il male è negli occhi di chi guarda: non c’è alcuna valenza scientifica nelle tesi di chi sostiene che un bimbo cresca male in una famiglia gay, e quindi il problema è da ricercare nel pregiudizio che tanti danni e morti ha fatto nella storia dell’uomo.
La figura femminile è una figura importantissima nella vita di ogni bimbo: la mamma è sempre la mamma, si suol dire, e infatti è proprio così. Il punto è che esistono già famiglie con due papà (che non vanno certo sostituiti con gli appellativi “genitore 1” e “genitore 2”) ed esistono già famiglie con due mamme, così come esistono omosessuali intenzionati a diventare genitori, sicuramente convinti del fatto che il figlio sia un diritto prima di ogni altra cosa (e anche su questo non voglio esprimere un giudizio, perché è difficile liquidare tale scelta in poche righe). Lo stato può continuare a ignorare queste realtà ? A risentirne non sarà soltanto il bambino, forse? Premesso che di amorale e di antietico non vi è davvero nulla in una famiglia gay, soprattutto se parliamo di adozioni, per le quali non si può proprio parlare di egoismo degli adottanti, può continuare ad essere propugnata questa assurda discriminazione tra famiglie e non famiglie?
Sappiamo tutti che in Italia esistono migliaia di famiglie omosessuali: procreare non è difficile con le moderne tecnologie e, qualora queste non fossero mai esistite, comunque un rapporto fra uomo e donna, anche se uno dei due è omosessuale, può avvenire senza problemi, ed è il mezzo più naturale dare alla luce un bimbo. Non voglio esprimere giudizi su questi comportamenti, ma mettere in luce che procreare è relativamente facile e formare una famiglia diversa da quella a cui siamo stati abituati lo è altrettanto: come vanno trattati i nuclei che potrebbero nascere da un tale stato di cose? L’Italia ha un buco normativo che non riconosce la maternità , per fare solo un esempio, alla compagna della mamma del bambino (e questo è solo il caso meno contestato, visto che, se dovessimo parlare di figlio di due papà , la situazione sarebbe ancor più difficile da proporre all’opinione comune): è davvero giusto continuare su questa strada? Questo è il problema più urgente, e la risposta non può che essere una soltanto: le due mamme e il figlio vanno riconosciute come famiglia, perché non esisterebbero altre soluzioni, soprattutto a tutela del più piccolo.
Messo da parte questo caso, è del concetto di famiglia gay che bisogna discutere: è stato spesso sottolineato dalla scienza che un bimbo che cresce in una coppia omosessuale non è destinato a diventare omosessuale, visto che l’omosessualità non è certo una condizione esistenziale trasmissibile; diversi studi hanno spiegato, poi, che un bambino non cresce male, né peggio, in una famiglia con due papà o due mamme (a dire il vero, ci sono anche alcuni studi contrari, ma questo non cambia il discorso), e la stessa Cassazione li ha recepiti in una recente sentenza. È giusto opporsi, allora, all’ufficializzazione delle famiglie gay, solo perché siamo stati abituati a concepire la famiglia in questo modo? Il problema è la società in cui viviamo: il compagno di classe che deriderà il bimbo figlio di due mamme, i genitori che non manderanno il proprio figlio dal bambino con due mamme perché timorosi di chissà cosa e tutte le altre situazioni che potrebbero profilarsi e di cui, purtroppo, si potrebbe fornire una lista potenzialmente infinita. Al solito, dunque, il male è negli occhi di chi guarda: non c’è alcuna valenza scientifica nelle tesi di chi sostiene che un bimbo cresca male in una famiglia gay, e quindi il problema è da ricercare nel pregiudizio che tanti danni e morti ha fatto nella storia dell’uomo.
La figura femminile è una figura importantissima nella vita di ogni bimbo: la mamma è sempre la mamma, si suol dire, e infatti è proprio così. Il punto è che esistono già famiglie con due papà (che non vanno certo sostituiti con gli appellativi “genitore 1” e “genitore 2”) ed esistono già famiglie con due mamme, così come esistono omosessuali intenzionati a diventare genitori, sicuramente convinti del fatto che il figlio sia un diritto prima di ogni altra cosa (e anche su questo non voglio esprimere un giudizio, perché è difficile liquidare tale scelta in poche righe). Lo stato può continuare a ignorare queste realtà ? A risentirne non sarà soltanto il bambino, forse? Premesso che di amorale e di antietico non vi è davvero nulla in una famiglia gay, soprattutto se parliamo di adozioni, per le quali non si può proprio parlare di egoismo degli adottanti, può continuare ad essere propugnata questa assurda discriminazione tra famiglie e non famiglie?
Conclusione del tema svolto sulla famiglia gay
Eccoci arrivati alla conclusione di questo tema svolto sulle famiglie omosessuali e la famiglia tradizionale: abbiamo parlato di pregiudizi nel titolo e nell'elaborato, e infatti sarà proprio su questo che ci soffermeremo adesso.
Il tema è sicuramente delicato, e la storia delle famiglie gay è ancora tutta da scrivere: il principio regolatore di tutto, però, non può essere il pregiudizio, né l’ignoranza, soprattutto se partono dallo stato, perché una famiglia con due babbi o una con due mamme saranno pure delle realtà particolari, ma sempre di mamme e papà si tratta. Che piaccia o no.
Questo tema svolto sulla famiglia gay e sulla famiglia tradizionale è soltanto uno dei tanti che potreste scrivere sull'argomento: informatevi, leggete ricerche e studi, documentatevi insomma, e provate anche voi a dare un'opinione su una questione sociale così importante. Ne gioveranno senz'altro le vostre capacità critiche!
La foto è tratta da Pixabay.com
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