Riassunto dettagliato su forme, temi e scrittori della letteratura occitana in lingua d'oc: il successo per compiti in classe e interrogazioni è assicurato
dialetti come patrimonio culturale inestimabile). Qui di seguito vi forniremo un riassunto dettagliato di temi, forme e scrittori della letteratura occitana in lingua d'oc per prepararvi in vista di verifiche scritte e interrogazioni.
Quando si parla di letteratura occitana in lingua d'oc ci si riferisce in particolar modo alla produzione lirica operata dall'undicesimo secolo al quattordicesimo nell'area della Provenza (e, in seguito alla diaspora dei trovatori, in regioni della Spagna e dell'Italia settentrionale); per amor di completezza dell'informazione, va aggiunto che, ad esclusione della battuta d'arresto relativa ai due secoli di governi centralisti francesi, la produzione poetica in lingua d'oc non si è mai completamente prosciugata e perdura tuttora (con un impennata in seguito alla riscoperta avvenuta a fine Novecento degli idiomi minori e dei
Il contesto della letteratura occitanica in lingua d'oc
A differenza della letteratura oitanica che, come abbiamo visto, ebbe per l'intera durata della sua esistenza un ambiente di produzione e di fruizione popolare, la letteratura occitanica si eleva in breve tempo a poesia di corte. Si deve questo salto di qualità all'operazione culturale di Guglielmo IX d'Aquitania, conte di Poitiers, il quale stese personalmente le prime e più celebri liriche.
Questo bastò ad assicurare alla poesia cortese una lunga vita e, insieme, un circuito di diffusione altamente elitario che la contemporanea chanson de geste si sognava, che nella pratica sì concretizzò in una rete di corti culturalmente connesse. Già entro la fine del dodicesimo secolo, infatti, si registrò una diffusione dei centri di produzione poetica nelle regioni dell'Aquitania, Limosino e Guascogna quando potentati più o meno influenti si cimentarono personalmente nella composizione di liriche o si proposero quali magnati per attirare alle loro corti trovatori (da trobar ovvero “poetare”, “comporre poesie”) e prestigio. Non bisogna però credere che tra i trovatori si annoverino esclusivamente facoltosi aristocratici: tutt'altro! La possibilità di accedere all'entourage del Signore e ai privilegi annessi spinse personaggi come Bernart di Ventadorn, figlio di un servitore, e Pierre Vidal, figlio di un artigiano, a dedicarsi alla versificazione.
Questo bastò ad assicurare alla poesia cortese una lunga vita e, insieme, un circuito di diffusione altamente elitario che la contemporanea chanson de geste si sognava, che nella pratica sì concretizzò in una rete di corti culturalmente connesse. Già entro la fine del dodicesimo secolo, infatti, si registrò una diffusione dei centri di produzione poetica nelle regioni dell'Aquitania, Limosino e Guascogna quando potentati più o meno influenti si cimentarono personalmente nella composizione di liriche o si proposero quali magnati per attirare alle loro corti trovatori (da trobar ovvero “poetare”, “comporre poesie”) e prestigio. Non bisogna però credere che tra i trovatori si annoverino esclusivamente facoltosi aristocratici: tutt'altro! La possibilità di accedere all'entourage del Signore e ai privilegi annessi spinse personaggi come Bernart di Ventadorn, figlio di un servitore, e Pierre Vidal, figlio di un artigiano, a dedicarsi alla versificazione.
Letteratura occitana e lingua d'oc: forme e generi
La letteratura occitana era accompagnata da musica suonata dal menestrello stesso, che generalmente era il compositore sia del testo che della partitura musicale di accompagnamento. Spesso addirittura poteva capitare che la poesia venisse, per così dire, surclassata dalla musica e che della performance di un giullare a corte si apprezzasse la bella melodia piuttosto che la ricercatezza formale del testo o l'originalità degli spunti letterari. Per procedere con la classificazione dei generi della letteratura occitanica, bisogna anzitempo chiarire la differenza esistente tra poesia epica e lirica, dal momento che proprio su questo binomio s'innesta la complicata e variopinta rosa dei generi e delle forme.
Si sente dire spesso che la poesia lirica dà la priorità ai sentimenti e all'introspezione e per questo è diversa dall'epica, che invece si sofferma di più sull'azione e lo sviluppo drammatico; in realtà i sentimenti e l'azione non c'entrano o, al massimo, c'entrano in parte. La divaricazione tra le due forme di poesia riguarda invece la messa in gioco della soggettività del poeta: se nel lirismo l'esperienza e la materia poetica sono filtrate dall'io dell'autore, nell'epica il poeta rimane sostanzialmente estraneo ad essa; per libera scelta non si cala nel mondo fittizio da lui creato e non desidera mettere in discussione le proprie categorie cognitive, ma è proprio in virtù di questa estraneità super partes che può assumerne il ruolo di garante. Proponiamo quindi un raggruppamento dei generi della letteratura trobadorica in due macro-insiemi.
Nel primo rientrano le forme della poesia lirica; quindi la canso, la tenso, il sirventese, la pastorella e la ballata, le razos e le vidas, che andiamo brevemente a spiegare.
- La canso (canzone) è un componimento di 40 – 60 versi, raggruppati in coblas (strofe) fino ad un massimo di sei coblas per componimento, e dieci versi per coblas. L'analisi del testo prevede una suddivisione in tre sequenze principali: l'exordium, il corpo vero e proprio e la tornada, in cui viene ripresa la rima dell'ultima strofa. La materia è soprattutto amorosa e il destinatario della canso è la dama amata dal poeta alla quale egli rivolge il suo canto amoroso.
- La tenso (tenzone) consiste in uno scambio polemico di strofe tra due trovatori, vertenti attorno ad un tema prescelto sul quale costruiranno opinioni diverse (spesso più per partito preso che per profonda convinzione). Tale tema poteva riguardare l'ambito amoroso, come quello politico e morale.
- Il sirventese è un componimento satirico con struttura metrica simile a quello della canso e tematiche solitamente politiche o morali, ma anche personali e letterarie.
- La pastorella contiene un contrasto (dialogo) su sfondo agreste tra un cavaliere che mira a sedurre una giovane pastorella e la pastorella che si sforza di resistergli. In una variante significativa è il cavaliere che si trova costretto, per svariate circostanze, a chiedere ospitalità presso la pastorella e spetta a questa mettere in atto la seduzione.
- La ballata è un componimento destinato ad essere recitato oltre che con accompagnamento musicale anche con danze. La sua struttura metrica più elaborata si compone di endecasillabi e settenari raggruppati in stanze (strofe), alle quali fa da contrappunto un refrain (ripresa, ritornello). Ogni stanza può essere ripartita tra fronte (parte superiore, a sua volta ulteriormente divisibile in primo e secondo piede) e sirma (parte inferiore, divisibile in prima e seconda volta). I temi delle ballate sono molteplici e in parte collidono con quelli già citati per la canso, anche se spesso assumono una piena dimensione narrativa.
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Fanno un discorso a se stante le razos e le vidas, che, seppure rientrano di diritto nella categoria della letteratura occitana (sono in lingua d'oc), non sono computabili nel novero delle poesie cortesi per la loro natura prosaica, e per il fatto di essere state scritte uno o due secoli in ritardo rispetto al corpus dei componimenti provenzali. La loro importanza è legata all'abbondanza di dati che forniscono circa i trovatori, rispettivamente le razos, le ragioni poetiche, e le vidas, le biografie.
Fanno un discorso a se stante le razos e le vidas, che, seppure rientrano di diritto nella categoria della letteratura occitana (sono in lingua d'oc), non sono computabili nel novero delle poesie cortesi per la loro natura prosaica, e per il fatto di essere state scritte uno o due secoli in ritardo rispetto al corpus dei componimenti provenzali. La loro importanza è legata all'abbondanza di dati che forniscono circa i trovatori, rispettivamente le razos, le ragioni poetiche, e le vidas, le biografie.
Il secondo gruppo è occupato nella quasi totalità dal genere della chanson de geste, un genere completamente affine - fatta ovvia eccezione per la veste linguistica - alla sua più famosa variante oitanica. Con essa condivide temi e stili, che abbiamo trattato in un articolo precedente al quale rimando per ulteriori approfondimenti. Un esempio che non si può ignorare è il Girart de Rousillon, poema di oltre diecimila versi che narra delle imprese di Carlo Martello e i suoi paladini.
I temi e gli scrittori della letteratura occitana in lingua d'oc
Tema princeps della letteratura trobadorica è l'amor cortese. Si trattava di un rapporto d'amore extra-coniugale instauratosi tra un cavaliere soggiogato dalla passione per una dama e la dama stessa che ricalcava il rapporto di vassallaggio sussistente nel sistema feudale: la dama, in figura del Signore, pretendeva esclusiva devozione da parte del suo cavaliere "sottomesso" e in cambio gli accordava attenzioni, dolci sospiri e pegni del suo amore.
L'amor cortese trova piena teorizzazione nel trattato De Amore di Andrea Cappellano, che stabiliva le regole entro le quali muoversi per non sfondare la sottile parete tra decoro e scandalo: una per tutte la mezura (traducibile solo in parte con “misura”, “distanza”) ovvero la tensione che matura dall'ardente desiderio del cavaliere-trovatore di consumare la sua passione e il suo perenne inappagamento. Secondo Cappellano tale tensione, come un fuoco che avvampa dentro al petto dell'innamorato, andrebbe costantemente alimentata e non scemata, né svilita con un volgare soddisfacimento dei sensi, giacché è essa stessa il fulcro pulsante dell'amore cortese, la sua ragione di esistere e il fine ultimo.
L'amor cortese trova piena teorizzazione nel trattato De Amore di Andrea Cappellano, che stabiliva le regole entro le quali muoversi per non sfondare la sottile parete tra decoro e scandalo: una per tutte la mezura (traducibile solo in parte con “misura”, “distanza”) ovvero la tensione che matura dall'ardente desiderio del cavaliere-trovatore di consumare la sua passione e il suo perenne inappagamento. Secondo Cappellano tale tensione, come un fuoco che avvampa dentro al petto dell'innamorato, andrebbe costantemente alimentata e non scemata, né svilita con un volgare soddisfacimento dei sensi, giacché è essa stessa il fulcro pulsante dell'amore cortese, la sua ragione di esistere e il fine ultimo.
Tra gli esponenti più significativi della letteratura occitana meritano una menzione, oltre al già citato Guglielmo di Poitiers, Marcabru, Jaufre Rudèl, Raimbaut de Vaquerais e Arnaut Daniel, al quale dedicheremo presto un approfondimento.
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Il nostro riassunto su temi, forme e scrittori della letteratura occitanica in lingua d'oc vi permetterà sicuramente di fare un buon compito e di superare l'interrogazione brillantemente. Buono studio!
La foto è tratta da Pixabay.com
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