Il nostro tema svolto sul Dolce Stil Novo e Dante per superare brillantemente compiti in classe e ripetere, perché no, tutto l'argomento
Questo tema sul Dolce Stil Novo e Dante Alighieri vuole essere non soltanto un riassunto dettagliato per prepararvi a interrogazioni e compiti in classe, ma un vero e proprio elaborato svolto che vi consentirà di superare brillantemente una verifica scritta su un argomento importante come questo. Come siamo soliti fare, partiremo da una traccia molto generica, proprio per consentirvi di adattarla facilmente alle varie tracce che vi si chiederà di svolgere: il nodo centrale è comunque sempre lo stesso, vale a dire il rapporto tra Dante e il Dolce Stil Novo.
Ma vediamo la traccia:
Tradizionalmente ultima esperienza poetica dell'universo di valori prettamente medievali, il Dolce Stilnovo fece propri motivi delle precedenti Scuole di poeti e sviluppò in particolare una riflessione sull'amore quantitativamente e qualitativamente senza precedenti. Soffermandoti su contenuti e forme dello stilnovismo, inquadra l'esperienza poetica di Dante.
Per svolgere bene questo tema, dovreste ripetere bene la letteratura del Trecento e, in particolar modo, il nostro riassunto sul Dolce Stil Novo, oltre ai nostri speciali su Dante Alighieri: sapete bene che non si può affrontare un tema di letteratura italiana senza essere preparati a dovere. Il tema, comunque, è svolto, e quindi prenderne spunto non dovrebbe essere faticoso. Vediamo subito l'introduzione:
Introduzione del tema sul Dolce Stil Novo e Dante
Mai quanto l'amore un altro tema ricevette tanta rielaborazione teorica e poetica nelle attestazioni liriche volgari dei secoli che vanno dall'XI al XIII: da tensione e**tica ricalcata sul vincolo vassallatico ad affinità consumata per corrispondenza, a compiacimento sopraffino dei sensi; ma è solamente con il Dolce Stilnovo che raggiunse l'apoteosi e la tanto sospirata equivalenza con la devozione cristiana.
Nella teorizzazione stilnovistica, tratta di peso dall'ideale metafisica della luce di Bonaventura, la donna diviene imago dei, incarnazione terrena della perfezione divina (secondo la trafila discendente che la luce seguirebbe: dalla sua sorgente divina questa traboccherebbe sugli angeli e, da qui, su alcune persone elette), con buona pace di chi - come Guittone d'Arezzo - ravvisava una certa blasfemia nelle operazioni ideologiche trobadoriche o tosco-sicule che si prefiggevano di esaltare la donna sopra ogni altro essere e di chi avvertiva un certo disagio ad indirizzare laudes fatte e finite ad una creatura in carne ed ossa.
Con ciò non si vuole affermare che i poeti stilnovisti trovarono la soluzione definitiva per archiviare problematiche e tensioni di fondo inerenti alla tematica amorosa; anzi, mi azzardo a dire che un atteggiamento così semplicistico male si addirebbe ad operazioni fragili e complesse come quelle che il poeta si vede costretto a svolgere: nell'ideale amoroso stilnovista si annida piuttosto un nuovo contrasto interno, una matassa intricata di opposti sentori e opposti segnali da sbrogliare con molta più perizia di quanta fosse richiesta ai trovatori.
Se nella figura dell'amata rifulge un seme divino, ciò non basta ad eclissare la sua carica e**tica e peccaminosa, ad espungere l'esca ingannevole del suo petto colmo di desiderio (per recuperare immagine petrarchesca, anacronistica rispetto al contesto qui preso in considerazione). Il poeta, sensibile parimenti ai due influssi, si vede costretto intrattenere un combattimento ancora una volta intestino, che gli scinde le viscere e rimescola gli umori, per decidere quale dei due istinti assecondare: il naturale desiderio di soddisfare le pulsioni e**tiche o l'inclinazione spirituale ad trascendere la materia per un go**mento nobilitato e spirituale.
Il Dolce Stil Novo e Dante: lo sviluppo del tema
Il tema svolto sul Dolce Stil Novo e Dante continua approfondento la visione che dell'uomo hanno i poeti stilnovisti e una serie di temi che non potete menzionare, prima di inquadrare Dante rispetto a questa corrente poetica. Vediamone subito lo sviluppo:
Si dipana entro due punti fissi, complementari e compenetranti, e vede di nuovo l'amore in qualità di forte marcatore conoscitivo. Anzitutto, se già la poetica trobadorica non era estranea all'idea che solo un'élite succinta di persone potesse esperire qualcosa di così candido come l'amore, il Dolce Stilnovo portò questa riflessione antropologica ad un grado di maggiore raffinatezza concettuale, approdando ad un ideale di “amante” del tutto originale, se non addirittura trasgressiva delle gerarchie vigenti ai tempi: nobiltà di cuore smise di essere questione di aristocrazia o di sangue blu e divenne invece un predisposizione innata ad amare, finezza di spirito connaturata nell'individuo ad esprimere e recepire certi messaggi di Amore e sensibilità di cuore. Tutto il denaro del mondo non potrebbe sgrossare un cuore rozzo, né intenerirne uno arido.
Il comportamento umano e l'umano libero arbitrio sono le manifestazioni più evidenti e superficiali di intricati meccanismi interni e, più precisamente, di movimenti di spiriti (nell'accezione di forze vitali). Ogni spirito è preposto ad una particolare funzione vitale e ha una sua sede naturale, che abbandona ogni volta che viene eccitato da uno stimolo esterno: esiste così lo spirito vegetale, che veglia sul nostro istinto di sopravvivenza; quello animale, impiegato alle esternazioni più fisiche e primordiali; infine, e quello razionale, messo a capo di quel complesso di rifinite intuizioni e sublimi espressioni della mente e del cuore.
Questa teatralizzazione dei moti dell'anima è imbastita da Guido Cavalcanti e ripresa più compiutamente da Dante in momenti cruciali della Vita Nova, nei quali gli preme descrivere i tormenti interiori sollecitati dalla sola presenza di Beatrice.
Il rapporto fra Dante e lo stilnovismo: il cuore del tema svolto
Dante è stato introdotto finalmente, e dunque è arrivato il momento di entrare nel cuore di questo tema svolto: Dolce Stil Novo e Dante Alighieri? Quale rapporto? Veniamo al dunque:
Imbevuti di questa dottrina dell'amore i poeti dello Stilnovo costituirono una nuova generazione di poeti lirici tutti intenti ad allacciare la propria esperienza di vita e di amante all'universo condiviso di ideali e valori e contemporaneamente a ritagliarsi uno spazio di relativa autonomia e specificità. Prima Guido Guinizzelli, poi il Cavalcanti ed infine Dante Alighieri si mossero dentro a questa cornice, ognuno con la propria voce e prospettiva ma tutti rispettosi del diktat appena esposto. Ma veniamo, ora, a Dante.
Nella Vita Nova si ravvisa il maggiore contributo che il poeta diede all'esperienza stilnovista. Trattasi di un resoconto autobiografico incentrato su pochi, ma significativi, episodi riguardanti il suo rapporto con l'adorata Beatrice: i loro incontri e le mancate espressioni d'amore, oltre che la morte prematura di lei e il conseguente ripiegamento doloroso del poeta. Forma prescelta fu quella del prosimetro, una commistione di prosa e versi non equamente distribuiti; i versi sono, per l'appunto, quantitativamente inferiori rispetto alla prosa, ma sono posti in snodi di particolare rilievo patetico.
La Vita Nova incorona definitivamente la donna amata – finora custode dei sospiri e dei tormenti del poeta e depositaria delle liriche amorose - nel ruolo di donna angelicata che distribuisce salvezza con il suo amore puro e casto e con la sua spontanea tacita testimonianza della grandiosità del suo Fattore. Considerata alla stregua dei gigli di campo di Matteo 6: 28, 29 – 'Non vi è nessun affanno in loro per essere così belli da testimoniare nel loro dignitoso silenzio la gloria del Signore' – la donna non ha reale scelta nel ritagliarsi un simile ruolo e non può muoversi con consapevolezza nei panni che le vengono affibbiati dal poeta, il quale non le riconosce neppure il dovuto spessore psicologico e morale da giustificare quest'aura di pio nitore. Ella è splendente di bellezza e perciò deve pur avere qualità intellettuali superiori agli altri; e un suo saluto, anche solo accennato, può donare luce anche al cuore più offuscato.
È davvero impressionante il potere che questa Beatrice detiene per tutta la Vita Nova: è fin capace di fare ammutolire un passante col suo sguardo serafico! Ma il confezionamento della sua veste di dispensatrice di redenzione raggiunge il suo compimento soltanto in Paradiso, dove Beatrice è assurta alla posizione di angelo e di eccelsa guida morale e può godere direttamente della visione divina.
Conclusione del tema svolto sul Dolce Stil Novo e Dante
Siamo arrivati alla conclusione di questo tema svolto e siamo riusciti - ci abbiamo provato, almeno - a tracciare un quadro chiaro del rapporto fra Dante Alighieri e il Dolce Stil Novo. Vediamo come si conclude l'elaborato.
Non ci sono paragoni che tengano con la fenomenologia dell'amore proposta dai poeti stilnovisti: mai una donna venne esaltata con così assiduo ardore e coerenza di ideali! E non per niente il Sommo Poeta scelse proprio questo orientamento poetico per dare avviino alla sua produzione in versi. In conclusione, è bene ricordare che la definizione di Dolce Stilnovo è data da Dante stesso in Purgatorio XXIV ed è posta in bocca a Bonagiunta Orbicciani, in una sorta di tributo votato dal Sommo Poeta alla sua Scuola prediletta.
Il tema su Dante e il Dolce Stil Novo termina qui: ricordate di leggere attentamente le vostre tracce, perché - per quanto la nostra sia davvero molto generica e dunque adattabile - non è detto che vada bene proprio per tutto.
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