Leggi il nostro tema svolto sul femminicidio e sulla violenza sulle donne oggi in Italia: ti aiuterà senz'altro per qualsiasi compito in classe o a casa.
Il nostro tema svolto sul femminicidio e sulla violenza sulle donne non può che aprirsi con una premessa, la solita, certamente, ma che non può mancare: un argomento del genere si presta ai più svariati commenti e alle più svariate opinioni, dunque potrebbe esservi chiesto anche qualcosa di molto particolari (per esempio, se l'insegnante d'italiano vi ha fatto leggere diversi stralci di testi letterari sul femminicidio, sarebbe del tutto legittimato a chiedervi di svolgere un tema di questo tipo sull'argomento). Quello che faremo qui di seguito, dunque, sarà cercare di svolgere un tema sul femminicidio che possa essere adattato un po' a tutte le tracce possibili sull'argomento, ovviamente con qualche taglio e qualche aggiunta qua e là: dovrete essere in grado di farlo, perché non esiste tema che possa adattarsi a tutte le circostanze. Ma veniamo al dunque.
Abbiamo pensato a questa traccia sul femminicidio:
Il femminicidio e la violenza sulle donne non sono altro che la conseguenza di una società patriarcale e maschilista incapace di concepire la donna come essere autonomo e pensante, e non più succube del volere di padri e mariti. Ma, ormai, quello che era il vecchio "sesso debole" è scomparso, e le donne vivono un grande momento di riscatto e riscoperta della propria essenza in un mondo che sta pian piano cambiando. Proponi il tuo punto di vista, sviluppando la traccia in tutti i suoi aspetti e soffermandoti su uno in particolare.
Come vedete, il tema svolto sul femminicidio e sulla violenza sulle donne si basa su una traccia molto generica, ed è per questo che potrebbe tornarvi utile in molte occasioni, magari per compiti in classe o magari per compiti a casa: insomma, con un taglia e cuci fatto bene, e soprattutto prestando attenzione a errori di tipo ortografico e sintattico, oltre che logico, potrete fare un bel tema (cercate, però, di capire come si fa un tema, senza limitarvi soltanto a un inutile copia-incolla). Ma veniamo all'introduzione.
Introduzione del tema sulla violenza sulle donne
Scoprire di poter essere sé stessa e non ciò che gli altri vogliono che sia è forse il momento più importante nella vita di una donna e senz'altro uno dei punti cruciali dell'evoluzione della società, anche della nostra, ancora di matrice patriarcale, certo, ma sempre più lontana dal modello di qualche tempo fa, a proposito del quale più che parlare di donne dovremmo parlare di femmine: non cittadine con una vita da costruire, anche in autonomia, ma schiave di una routine e di un modo di pensare che attribuiva all'uomo l'ultima decisione su tutto.
Oggi, per fortuna, la donna può costruirsi il futuro che vuole: può sognare una vita diversa da quella che il padre un tempo le avrebbe imposto, può pensare di uscire con le amiche quando il marito è fuori per lavoro, e può aspirare anche a cariche ambite nei settore pubblico. Una donna, insomma, oggi può. E questo, per quanto la cronaca ci riservi storie difficili da concepire in una società del nuovo millennio, è un dato di fatto indiscutibile.
Sviluppo del tema sul femminicidio
Abbiamo introdotto il tema sulla violenza sulle donne partendo da un dato positivo: il successo e le nuove possibilità della donna nella nostra società. Adesso svilupperemo il tema introducendo il dato negativo, citando alcune percentuali sulla violenza sessuale e sulla violenza domestica, ovviamente tratte da studi autorevoli, proprio per parlare proprio di femminicidio in Italia. Veniamo al dunque.
Ciò non vuol dire, purtroppo, che la società sia definitivamente cambiata e che non siano rimaste incrostazioni del sistema maschilista e machista consolidatosi nel corso del tempo: l'Eures e l'Ansa hanno denunciato 2mila 61 femminicidi tra il 2000 e il 2011 in Italia, sottolineando anche l'età delle vittime (dai 25 ai 64 anni). Non è un luogo comune, poi, mettere in evidenza la difficoltà delle donne a imporsi in certi ambienti lavorativi e i pregiudizi che nascono attorno alle loro figure quando riescono ad arrivare fino in fondo. E che dire delle "quote rosa" e di questa insistenza (legittima) della politica a voler attribuire obbligatoriamente incarichi alle donne (senza però pensare minimamente a un Presidente della Repubblica di sesso femminile)? Siamo senz'altro dinanzi a una spia dell'impegno per una questione così difficile da risolvere, ma siamo pure dinanzi a una testimonianza del fatto che la società ha ancora bisogno di certi meccanismi per mettersi in moto e funzionare quasi correttamente, e cioè senza discriminazione alcuna nei confronti di quello che era il "sesso debole".
Il cambiamento si è innescato in tempi recenti, e forse è del tutto ovvio trovare persone e comunità ancora schiave di tali pregiudizi, secondo i quali, se una donna ce l'ha fatta, qualora le fosse stato davvero permesso di potere e volere il cambiamento, non ci è riuscita con le sue sole forze: come se, insomma, questa raccomandazione che abbiamo preso ad esempio, non ci fosse anche per gli uomini, che intanto non devono neanche subire, nei casi peggiori, le "particolari attenzioni" di certi datori di lavoro; di esempi ne abbiamo in abbondanza e tutti ci dimostrano come la nascita di una nuova società sia ancora in atto.
I dati dell'Eures non sono terrificanti, ma fanno comunque riflettere: dalle 157 uccisioni del 2012 si è passati alle 179 del 2013, con omicidi efferati che hanno cambiato anche il modo di fare televisione e cronaca (basti pensare ai tanti processi mediatici a cui abbiamo assistito negli ultimi anni). La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, insomma, è stato un passo importantissimo: il cambiamento, però, deve partire all'interno della comunità e non può essere imposto dall'alto; ed è per questo che risultano necessarie le iniziative di sensibilizzazione rivolte non solo alle scuole, e dunque agli studenti, ma anche - e in primo luogo - alle famiglie, perché saranno loro a educare i futuri figli, a mandarli a scuola e a confrontarsi con una realtà in costante, e per fortuna positivo, cambiamento.
L'uomo ha sempre vissuto in un clima di generale onnipotenza: ora che la donna può farsi valere in famiglia, compatibilmente con gli equilibri del nucleo, e che conta davvero qualcosa, non solo come casalinga o come moglie, ma pure come lavoratrice (e magari imprenditrice), quelle incrostazioni del vecchio regime riemergono con moventi ormai noti: la gelosia di un uomo che non accetta di essere stato lasciato o che dubita sull'uscita della propria donna nella giornata; la forza e la brutalità con cui lo stesso uomo impone le proprie ragioni, che sono tutt'altro che logiche, nell'ambito del nucleo famigliare; i divieti, le minacce palesi e non: tutto il mondo dell'uomo, o meglio: di uomini cresciuti in un certo modo, è sul punto di crollare e, prima di farlo, purtroppo, porta con sé la donna, colpevole soltanto di desiderare una vita diversa.
Conclusione del tema su violenza e femminicidio
Lo sviluppo del tema sul femminicidio e sulla violenza sulle donne è ormai completo: bisogna arrivare a una conclusione che metta assieme i concetti principali di quanto scritto finora e faccia colpo su chi legge, come vi abbiamo già suggerito di fare con il saggio breve. Cerchiamo di concludere nel migliore dei modi, insomma.
C'è senz'altro una responsabilità individuale, insomma, dietro al femminicidio: la responsabilità dell'uomo che, pur inconsapevolmente, non accetta la donna per quello che è, e cioè per un essere umano come lo è lui e chiunque altro; c'è, però, anche una responsabilità collettiva, che è figlia del tempo e della storia e che pesa ancora oggi sul grande cambiamento in atto: noi abbiamo il dovere di opporci a qualsiasi tipo di violenza, fisica o psicologica, diretta o indiretta, sulle donne, perché a quella violenza ha contribuito tutto il sistema. E noi questo sistema dobbiamo distruggerlo.
Il tema svolto sulla violenza sulle donne e sul femminicidio è terminato: rileggetelo, controllate che sia aderente alla vostra traccia; ma, soprattutto, cercate di capire com'è stato svolto e cosa avete imparato per evitare copia-incolla o collage futuri.
La foto è tratta da Pixabay.com