Analisi del testo e commento della poesia La ginestra di Leopardi: questo riassunto vi permetterà di preparare facilmente compiti e interrogazioni in maniera completa
Troverete qui di seguito analisi del testo e commento della poesia La ginestra o il fiore del
deserto, l’ultimo dei Canti di
Giacomo Leopardi, componimento pubblicato postumo dell’edizione dell’opera curata
da Antonio Ranieri: il nostro è chiaramente un riassunto di quello che potreste dire su questa importante poesia, ma siamo sicuri che contiene tutte le indicazioni necessarie per superare al meglio qualsiasi compito in classe o interrogazione. Partiamo dalle basi. La ginestra è
stata composta nel 1836 e venne collocata da Leopardi in ultima posizione; si
discute però se sia effettivamente l’ultimo testo scritto, o se tale posizione
sia da attribuire piuttosto a Il tramonto
della luna.
In ogni caso, esso costituisce una sorta di testamento lirico-filosofico, in cui l’autore da un lato raccoglie tutte le sue idee sullavisione della storia, della natura e dell’uomo, ma dall’altro, in modo per altro abbastanza timido, apre una sorta di speranza per il genere umano.
In ogni caso, esso costituisce una sorta di testamento lirico-filosofico, in cui l’autore da un lato raccoglie tutte le sue idee sullavisione della storia, della natura e dell’uomo, ma dall’altro, in modo per altro abbastanza timido, apre una sorta di speranza per il genere umano.
Il testo è anticipato da un’epigrafe tratta dal Vangelo di Giovanni, “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”, che anticipa il tema stesso della canzone; Leopardi, infatti, assume un atteggiamento polemico nei confronti dello spiritualismo ottocentesco, che crede nelle “magnifiche sorti e progressive”, secondo un’espressione citata al v. 51 del cugino Terenzio Mamiani; Leopardi annota a lato che si tratta di “parole di un moderno, al quale è dovuta tutta la loro eleganza”. Si tratta di una posizione priva di fondamento, perché parte dal presupposto che l’uomo abbia un ruolo nella storia e nel mondo, e che la natura in qualche modo si curi di lui. Ciò, secondo il poeta, non ha senso, perché la natura è indifferente all’uomo. Ne è simbolo il Vesuvio, il grande vulcano che egli può osservare presso villa Ferrigni a Torre del Greco, che ha distrutto in passato una grande civiltà incurante dell’uomo e così potrebbe fare anche ora, dato che l’uomo non ha un posto privilegiato nell’ordine del creato.
La natura, secondo una posizione cui l’autore era già pervenuto da tempo, è responsabile del dolore umano, ma solo perché è appunto indifferente all’uomo e alle sue stesse creature. La precarietà della condizione umane è ben rappresentata dalla desolazione del paesaggio vulcanico.
A questa idea generale viene contrapposta l’immagine eroica della ginestra, presente nella prima e nell’ultima strofa; il fiore, nonostante sia consapevole che sarà destinata a essere travolta dalla lava del vulcano, continua a emanare il suo profumo, perché, a differenza dell’uomo dell’Ottocento, ha capito che la sua natura non è immortale, e quindi, in un certo senso, vive nel presente senza curarsi del progresso; ella infatti dimostra una superiorità morale nel momento in cui accetta la caducità della vita. Tale idea potrebbe essere assunta anche dalla “social catena” del reciproco aiuto umano. Ma proseguiamo con l'analisi del testo e commento del componimento La ginestra.
Approfondisci: leggi i nostri riassunti di letteratura italiana per prepararti alle interrogazioni al meglio
La struttura della poesia La ginestra
Il testo de La ginestra è molto lungo ed è formato da 317 versi,
endecasillabi e settenari. Leopardi, quindi, esce dalla dimensione della canzone libera,
di cui comunque conserva la struttura generale, e assume le connotazioni di un
poemetto, soprattutto per il numero elevato dei versi e per l’ampiezza
dell’argomentazione proposta dall’autore. Vediamo ora un breve riassunto dei temi
trattati nelle singole strofe del testo:
- Sulla base dell’immagine della ginestra in rapporto al Vesuvio, l’autore riflette sul destino tragico dell’uomo;
- L’Ottocento è il secolo che ha rifiutato il razionalismoe l’Illuminismo. Leopardi è indignato con il liberalismo ottocentesco e con l’idealismo cattolico, che hanno costretto l’uomo a dogmatismi privi di alcun fondamento razionale;
- Alcuni uomini rifiutano la miseria umana, altri accusano invano la natura e le sue responsabilità . L’unico atteggiamento sensato, però, è quello di opporre la solidarietà ;
- Viene ripresa la riflessione iniziale e analizzata l’infelicità umana;
- Si torna a riflettere sull’indifferenza della natura e sul suo rapporto con l’uomo;
- Il tempo, con i suoi cicli, distrugge ogni cosa. La strofa si chiude in modo chiarissimo: “Caggiono i regni intanto, / passan le genti e linguaggi: ella nol vede: / e l’uomo d’eternità s’arroga il vanto.”;
- Il testo si chiude con l’immagine della resistenza eroica della ginestra: la civiltà ha senso solo come emancipazione razionale dell’uomo.
Analisi del testo e commento della poesia La ginestra vi permetteranno senz'altro di preparare una buona interrogazione su Leopardi, ma non dimenticate che, oltre a questo riassunto, sono molti altri gli approfondimenti che dovrete leggere per poter affrontare qualsiasi verifica, orale o scritta che sia.
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