Come fare l'introduzione della vostra tesi di laurea triennale o magistrale? Questa guida vi fornirà un esempio chiaro d'introduzione dopo avervi spiegato quali debbano essere gli elementi essenziali di qualsiasi lavoro di ricerca
Se siete alla ricerca di qualche esempio di introduzione di una tesi di laurea (triennale o magistrale), sicuramente non saprete come iniziare oppure avete bisogno di consigli e suggerimenti per poter presentare al meglio il vostro lavoro: noi siamo qui per aiutarvi a fare una buona tesi e a fornirvi non solo un esempio (ovviamente non un'introduzione di dieci pagine) ma anche delle dritte che vi permetteranno di non fare gli errori più comuni. Partiamo proprio dalle basi.
L'introduzione di una tesi di laurea non va scritta all'inizio; sembra strano, ma i fatti stanno proprio così: è chiaro che dovete sapere quali sono gli obiettivi da raggiungere e i motivi per i quali state portando avanti la ricerca; è anche vero, però, che, ricercando ricercando, a meno che la vostra non sia una tesi solo compilativa (e anche in questo caso ci sarebbero da fare gli opportuni distinguo), vengono fuori nuove strade e nuovi percorsi di cui dovrete rendere conto alla fine: insomma, a che serve scrivere l'introduzione della tesi all'inizio, se ancora non avete fatto la ricerca e non sapete dove quest'ultima potrà condurvi?
Altro consiglio prima di mostrarvi qualche esempio di introduzione corretta della tesi di laurea: assieme alla bibliografia, questa è la parte più importante del vostro lavoro triennale o magistrale, ed è normale che dobbiate farla nel migliore dei modi. Scrivere nel migliore dei modi, ovviamente, non significa solo non fare errori ortografici o sintattici, ma anche essere concisi e chiari: non perdetevi in chiacchiere, tracciate subito il quadro della situazione e spiegate chiaramente perché avete deciso di fare questo lavoro e quali erano le attese prima delle conclusioni a cui siete giunti.
Come scrivere l'introduzione di una tesi di laurea: uno schema
Vediamo, ora, con precisione, quale dev'essere il contenuto di un'introduzione che voglia dirsi completa e interessante:
- Spiegazione chiara dell'oggetto della vostra tesi ("Il presente lavoro ha come oggetto lo studio di un campione di testi popolari risalenti al 1800 e scritti da...", "Alla base di questo studio vi è l'indagine sul rapporto tra social media e performance di un'impresa" etc...);
- Motivazioni alla base del lavoro: se analizzate dei testi dal punto di vista linguistico, per esempio, è quasi scontato che questo lavoro non debba essere stato fatto in precedenza, e dunque potreste dire che "finora non sono stati presentati dei resoconti dettagliati sulla veste linguistica di questi testi: abbiamo a disposizione importanti indagini filologiche, antropologiche e non solo, ma a livello linguistico le indicazioni sono molto vaghe";
- Obiettivi della tesi di laurea: questa parte è strettamente connessa con le motivazioni, e rispetto ad esse, in effetti, i confini sono molto labili. Dichiarare gli obiettivi di una tesi di laurea nell'introduzione è importantissimo: che senso ha il lavoro stesso se chi legge non sa dove volevate arrivare e quali erano le vostre aspettative? Riprendendo il discorso della tesi su alcuni testi popolari dell'800, per i quali manca una buona indagine di tipo linguistico, la formula potrebbe essere questa: "L'obiettivo di questa tesi di laurea, dunque, è quello di fornire un'analisi linguistica accurata dei testi appartenenti alla raccolta, mettendone in evidenza le peculiarità lessicali, morfo-sintattiche e fonetiche";
- Metodologia di ricerca: anche questo è un aspetto importante dell'introduzione alla vostra tesi di laurea. Non c'è bisogno di dichiarare il metodo in tutti i lavori - nelle tesi di magistrale, tuttavia, è molto importante -, perché non tutti i lavori prevedono un metodo particolare: è importante sottolineare come avete portato avanti il lavoro e quali strumenti avete usato (Es. "L'analisi dei testi è stata svolta comparando gli aspetti più interessanti della loro veste linguistica con quelli di opuscoli, lettere e, in generale, qualsiasi altro testo di stampa popolare dello stesso periodo; fondamentali, a tal proposito, sono state non solo le grammatiche dell'Ottocento ma anche gli studi sui fenomeni linguistici di tale secolo svolti da...");
- Cenno alle conclusioni e punti di forza del lavoro: qualche relatore fa anticipare le conclusioni e le fa scrivere direttamente nell'introduzione della tesi; qualche altro, invece, preferisce che le conclusioni siano scritte, appunto, alla fine del lavoro: se il vostro relatore è tra questi ultimi, vi basterà scrivere nell'introduzione quali sono stati i risultati raggiunti (rimandando al capitolo "Conclusioni" per tutti i dettagli) e quali, i punti di forza della tesi (Es. "Prima di presentare il lavoro, andrà fatto cenno alle conclusioni a cui siamo giunti, e che troverete esposte dettagliatamente nel capitolo finale: lo studio su questi testi ha fatto emergere non solo i classici costrutti dell'italiano popolare, es. 'che' polivalente, ma anche l'influenza dei classici della tradizione aulica; sono infatti presenti tessere dantesche, petrarchesche, tassiane e non solo...").
Esempio di introduzione di una tesi di laurea
Vi abbiamo fornito lo schema e la struttura dell'introduzione della tesi, con esempi si spera chiarificatori. Quello che vedete qui di seguito, invece, è un esempio d'introduzione completo, tratto dalla mia tesi di laurea magistrale, che, per ovvi motivi, non vi riporto integralmente ma solo nelle sue parti più importanti, proprio per rendere evidenti i vari aspetti sottolineati finora:
Il presente lavoro ha come oggetto l’analisi linguistica di un gruppo di testi che un tempo furono i cosiddetti “libretti popolari” a stampa, vale a dire opuscoli e fogli volanti usati dal cantastorie, e distribuiti alla gente, per declamare versi e racconti in prosa in pubblica piazza a pagamento.
[...] È indiscutibile [...] che l’italiano popolare sia stato il mezzo di comunicazione dei nostri cantastorie e che il popolo ne avesse una certa competenza passiva, certo non ostacolante ai fini del ricorso a tessere poetiche, non solo lessicali ma anche morfo-sintattiche, conviventi con i tratti caratteristici di testi che restano comunque popolari.
Obiettivo del presente lavoro [...] è dimostrare in che misura il polo alto della grande tradizione poetica conviva con le strutture di un italiano popolare che non raramente cede al dialetto, in un approccio – quello dei cantastorie e degli stampatori – generalmente disinteressato alla cura del componimento, sia a livello squisitamente linguistico (un esempio banale ma efficace è dato dall’indebita geminazione delle consonanti in alcune parole) sia a livello tipografico (e questo si evince soprattutto dal capitolo allestito sulla punteggiatura). E se alcuni risultati possono sembrare scontati, altri lo saranno decisamente meno: non era certo ovvio, in effetti, che in questi diciannove componimenti sarebbero comparsi alcuni participi passati analogici in –uto, assolutamente lontani dal registro poetico e ovviamente condannati dalle grammatiche coeve [...]. Non di meno, abbiamo cercato di rendere ben evidente in che percentuale le stesse strutture della tradizione si trovino a convivere con elementi invece appartenenti all’oralità oppure con fenomeni emergenti con forza nel Sette-Ottocento, e al cui affermarsi ha contribuito, in alcuni casi, una personalità del calibro del Manzoni. [...]
Le indagini linguistiche compiute finora sulla silloge desimoniana hanno fornito solo indicazioni generiche – comunque importanti, istruttive e dunque imprescindibili per la classificazione di questi testi come popolari –; in questo lavoro abbiamo cercato di proporre, invece, un esame analitico di alcune strutture linguistiche, soffermandoci su quattro importanti aspetti: uso dei segni di interpunzione, anche in rapporto a quello di autori della tradizione coevi; topologia, con analisi puntuale dell’ordine dei vari costituenti frasali del testo A99; fonetica e fonologia; infine, morfologia e micro-sintassi, con particolare attenzione all’uso di pronomi, articoli, verbi e preposizioni.
Le indagini linguistiche compiute finora sulla silloge desimoniana hanno fornito solo indicazioni generiche – comunque importanti, istruttive e dunque imprescindibili per la classificazione di questi testi come popolari –; in questo lavoro abbiamo cercato di proporre, invece, un esame analitico di alcune strutture linguistiche, soffermandoci su quattro importanti aspetti: uso dei segni di interpunzione, anche in rapporto a quello di autori della tradizione coevi; topologia, con analisi puntuale dell’ordine dei vari costituenti frasali del testo A99; fonetica e fonologia; infine, morfologia e micro-sintassi, con particolare attenzione all’uso di pronomi, articoli, verbi e preposizioni.
Avete a disposizione, ora, la struttura e lo schema per fare una buona introduzione, e anche un esempio che vi mostra chiaramente come procedere; se avete bisogno di altri consigli e indicazioni, date un'occhiata al nostro approfondimento su come scrivere correttamente una tesi di laurea, sia essa triennale o magistrale. A questo punto, non ci resta che farvi un grosso in bocca al lupo per uno dei momenti più importanti della vostra vita!
La foto è tratta da Pixabay.com