Come individuare soggetto, predicato verbale e complemento? Questa semplice guida con esercizi vi aiuterà a capire come fare
Questa semplice guida all'individuazione di soggetto, predicato verbale e complemento oggetto non può che partire con la definizione di "analisi logica": a differenza dell’analisi grammaticale, che è statica – in quanto individua e descrive lo statuto della parti variabili e invariabili del discorso quasi sempre indipendentemente dalle altre parole o gruppi di parole –, l’analisi logica è molto più “dinamica”; studia, infatti, la funzione che, all’interno di una frase, svolgono le parole, prese singolarmente o in gruppo, rispetto a tutte le altre; individua, insomma, la loro funzione logica.
I primi elementi da individuare in una frase, per svolgere una corretta analisi logica, sono il soggetto, il predicato verbale e il complemento oggetto; i primi due in particolare, visto che rappresentano gli elementi essenziali di qualsiasi proposizione: potremmo stare ore e ore a parlare di soggetto e predicato verbale ma non per questo potremmo arrivare a delle conclusioni condivise da tutti; gli studi svolti finora, infatti, sono stati molti e trovare una definizione corretta ed esaustiva non è semplice. In questa sede, comunque, ci guiderà la sintesi, perché il nostro obiettivo non è quello di discutere argomenti teorici, bensì fornire consigli utili.
Individuare il soggetto in analisi logica
Partiamo dal soggetto: parte del discorso che concorda nel genere e nel numero con il verbo, generalmente compie o subisce l’azione, a seconda che la frase sia attiva o passiva; il soggetto può anche vivere un determinato stato d’animo o una particolare situazione emotivo-affettiva: tristezza, gioia, piacere, rabbia e così via; questi due esempi vi chiariranno le idee:
- A Paolo piacciono i fiori;
- I fiori piacciono a Paolo.
Paolo è colui che ama i fiori, giusto? Perché, allora, la grammatica normativa classifica "a Paolo" come complemento di termine e non come soggetto? La spiegazione è semplice: il soggetto deve concordare nel genere e nel numero con il verbo; in questo caso, non concorda, in quanto "piacciono" è terza persona plurale; "Paolo", invece, terza persona singolare. Possiamo concludere dicendo che "a Paolo" è soggetto logico della frase; "i fiori", invece, soggetto grammaticale.
Analisi logica, individuare il predicato verbale
Ma passiamo al predicato verbale, vale a dire all’azione compiuta o subita dal soggetto; il suo stato d’animo o la situazione emotiva che vive; tra soggetto e predicato deve esserci obbligatoriamente accordo, ma ricordiamo che le eccezioni esistono - la "sinesi", per esempio -, ma, in quanto tali, confermano la regola.
A livello di analisi logica, va sottolineata la differenza tra predicato verbale e predicato nominale, ma qui ci soffermeremo solo sul primo. A voi, degli esempi:
- A Paolo piacciono i fiori;
- Marco ama Lucia;
- Il cane abbaia, ma nessuno gli dà attenzioni.
Nella frase 1 "piacciono" indica che "i fiori" sono una passione di Paolo; nella frase 2 "amare" non è un verbo che rappresenta una azione compiuta ma uno stato d’animo; nella frase 3, infine, "il cane" compie l'azione di "abbaiare"; quindi, sarà quest'ultimo il predicato; lo stesso vale per il verbo "dare" della coordinata avversativa (nessuno compie l’azione di "dare attenzioni" al cane). Anche con questi pochi esempi, insomma, si nota che la nozione di predicato è molto più complessa rispetto a quella cui siamo stati abituati durante le scuole medie e superiori.
Il complemento oggetto in analisi logica
Terminiamo con il complemento oggetto, cui abbiamo già dedicato un approfondimento dettagliato; in linea di massima si tratta di un complemento diretto – vale a dire non preceduto da preposizione alcuna – e, in secondo luogo, una parola o un gruppo di parole sulle quali ricadono l’azione compiuta dal soggetto o le conseguenze del suo stato d’animo.
Individuarlo è piuttosto semplice: ponetevi le domande “chi?” o “che cosa?” dopo aver letto il verbo; se trovate una parola o un gruppo di parole che funziona come risposta, quello sarà il complemento oggetto. Facciamo qualche esempio:
- Paolo ha comprato (che cosa?) i fiori per la festa
- Marco ama (chi?) Lucia
- Il cane abbaia, ma nessuno gli dà (che cosa?) attenzioni
Nel caso 3 notiamo che "abbaiare" non ha un complemento oggetto corrispondente, a differenza di "dare", il cui oggetto è "attenzioni". Questo dipende dalla transitività del verbo, proprietà sulla quale ci siamo soffermati, spiegando la differenza tra "rimanere" e "lasciare"; in sintesi, se il verbo è transitivo – come "dare" – regge il complemento oggetto; se è intransitivo, no.
Con un po' di esercizio e attenzione dovreste riuscire a non sbagliare.