Avrete sicuramente letto o scritto da qualche parte " chiamare a qualcuno " e, magari abituati all'utilizzo inesatto di q...
Avrete sicuramente letto o scritto da qualche parte "chiamare a qualcuno" e, magari abituati all'utilizzo inesatto di questo e di molti altri verbi, lo avete considerato corretto o magari alternativo a "chiamare qualcuno". I fatti, però, stanno diversamente: non si scrive "chiamare a qualcuno" né lo si dice in contesti meno controllati - per esempio, durante una chiacchierata con un amico -, perché il verbo "chiamare" è transitivo; ciò significa che regge il complemento oggetto e non il complemento di termine. Entriamo nel vivo della questione.
Il complemento oggetto è un complemento diretto; non può essere preceduto, quindi, dalle preposizioni, né articolate né semplici, fatta eccezione per alcuni casi (es. "Ho comprato del pane" oppure "Vuoi dell'acqua"); proprio per questo motivo, scriverete “chiamare qualcuno” e non *chiamare a qualcuno, "sgridare una persona" e non *sgridare a una persona e così via. La preposizione a, insomma, non deve assolutamente fare la sua comparsa tra il verbo e il complemento oggetto.
La costruzione con a è tipica soprattutto del Meridione ed è definita "accusativo preposizionale", con chiaro riferimento al caso che in latino serviva per esprimere il complemento diretto, l'accusativo per l'appunto, e alla preposizione. Caratteristico dei dialetti del Sud, è un tratto che potremmo definire anche di "italiano regionale", visto che coinvolge un'area piuttosto estesa rispetto a quella di un singolo dialetto e, in linea di massima, diastraticamente marcata verso il basso.