Grande filosofo, fisico, matematico e teologo, Blaise Pascal ha tratto gran parte delle sue riflessioni studiando il rapporto tra l'uo...
Grande filosofo, fisico, matematico e teologo, Blaise Pascal ha tratto gran parte delle sue riflessioni studiando il rapporto tra l'uomo, il mondo e Dio. Oggetto di questo primo intervento sul suo conto sarà proprio lo stato in cui l’uomo è imprigionato, quello che, definito divertissement, fa riferimento a una sorta di stordimento, lo ‘stordimento di sé’. Mi spiego meglio: secondo Pascal, l’uomo non riuscirà mai a conoscere se stesso, la sua natura divina e di conseguenza il sommo Padre, se prima non si sarà allontanato definitivamente da tutte quelle cose che lo distraggono, che lui stesso ricerca per non riflettere sulla sua condizione di essere finito.
Lavora, fa la guerra, si lascia andare ai più stupidi pettegolezzi, alle più futili occupazioni, al sesso, per ‘stordirsi’, appunto, perdere la propria identità, vivendo nella trappola di una illusione, creata non dal velo di Maya ma da lui stesso; è questo il cosiddetto divertissement (dal latino devertere, ‘deviare’, ‘allontanarsi’).
L’uomo, perciò, come scrive Pascal nella sua opera Pensieri, non riesce mai a ‘restare tranquillo in una camera’, solo con se stesso: ha paura del suo ‘io’, non vuole essere assalito da una noia che non lo impoverisce, come lui erroneamente crede, ma lo arricchisce, poiché essa funge da stimolo, lo spinge a riflettere sulle cose del mondo. Ma questo stato di meditazione, che è ‘otium filosofico’ in fin dei conti, viene evitato, purtroppo, dall’essere umano, poiché innesca in lui una paura quasi naturale nei confronti della conoscenza della verità reale e non fittizia.
L’uomo, perciò, come scrive Pascal nella sua opera Pensieri, non riesce mai a ‘restare tranquillo in una camera’, solo con se stesso: ha paura del suo ‘io’, non vuole essere assalito da una noia che non lo impoverisce, come lui erroneamente crede, ma lo arricchisce, poiché essa funge da stimolo, lo spinge a riflettere sulle cose del mondo. Ma questo stato di meditazione, che è ‘otium filosofico’ in fin dei conti, viene evitato, purtroppo, dall’essere umano, poiché innesca in lui una paura quasi naturale nei confronti della conoscenza della verità reale e non fittizia.
La meditazione, dunque, è l’unico strumento capace di far capire agli uomini il senso della loro esistenza, è questo ciò che scrive Pascal, parlando anche di ricongiungimento con Dio, padre clemente che mai li abbandona, che spera in un loro 'cenno', per salvarli così dalla vita insensata che si sono imposti.
Vi lascio con una frase emblematica, tratta da Pensieri:
Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici.