Nuovo appuntamento con Il linguaggio della filosofia . Se pochi giorni fa vi ho parlato in linea generale dell ‘imperativo categorico’ di ...
Nuovo appuntamento con Il linguaggio della filosofia. Se pochi giorni fa vi ho parlato in linea generale dell‘imperativo categorico’ di Immanuel Kant, oggi vi spiegherò qual è il primo dei tre ‘imperativi categorici fondamentali’ individuati dal filosofo, riassunto nella formula morale del ‘devi perché devi’: ‘agisci in modo che tu possa volere che la massima delle tue azioni divenga universale’.
Questo cosa significa? Che un uomo, prima di compiere una determinata azione, deve sempre riflettere sui risultati e gli effetti che questa potrebbe provocare; deve considerare se potrà essere condivisa o meno dagli altri, se potrà divenire, perciò, universale. Un esempio pratico: se ammazzo una persona che mi infastidisce, devo pensare al caso in cui questa deplorevole azione venisse compiuta da tutti gli abitanti della Terra. Cosa succederebbe? Che tutta la razza umana si estinguerebbe, assassino compreso; verrebbe ucciso, infatti, per lo stesso motivo che l’ha spinto a compiere il delitto.
Un altro esempio: se decidessi di dare il mio contributo per insegnare a un bambino dell’Africa la lettura e la scrittura, e agli adulti a produrre autonomamente, sicuramente molti problemi che attanagliano questo continente si risolverebbero. Questa azione, infatti, è tendente al bene; se venisse attuata da tutti gli uomini, quindi, darebbe speranza a quegli sfortunati che lottano contro la fame e contro lo sfruttamento.
Ma sul filosofo con l’ossessione del formaggio c'è tanto da dire ancora, e tanto diremo. A presto con il secondo imperativo categorico!